L’archivio Storico Lombardo (vol. XIV PAG.278) ci garantisce
che Giovanni Antonio Amadeo ‘ magister pichiandi lapides sive intagliandi et
facendi figuras, habitans in terra Binaschi’ ove teneva una scuola di scultura in una casa presa in affitto dal 1479.
Nel 1989 l’Edizioni New Press stampa per la Società
Storica Lombarda un volume di 653 pagine a cura di Rihard V.Schofield, Janice
Shell, Graziano Sironi, custodito in tutte le più importante biblioteche del
mondo e dai cultori dell’arte Lombarda.
Nell’introduzione del volume si afferma che:
" Nessun architetto o scultore della Lombardia
nel quindicesimo e nei primi anni del sedicesimo secolo godette la fiducia di
più mecenati- …- L’Amodeo fu il capo-architetto del duomo dal 1490 alla sua
morte nel 1522 e fu coinvolto in qualche maniera in quasi tutti i più importanti
progetti del tempo: la Cappella Colleoni a Bergamo, la Certosa di Pavia, il
Duomo di Pavia, il palazzo di Giovanni Pietro Botticella a Pavia, il triburio e
altre parti del Duomo di Milano, S.Maria delle Grazie, S.Maria presso San Celso,
la Madonna dei Miracoli a Saronno, il Lazzaretto, Santa Maria Caznepanova di
Pavia e Santa Maria alla Fontana di Milano. Anche come scultore, il suo successo
fu maggiore di quello di qualsiasi altro suo contemporaneo.-
Giovanni Antonio Amadeo
Beato Baldassarre Ravaschieri
Chiesa di S.Giovanni Battista e Stefano - Binasco (Mi)
(cliccare per ingrandire)
Nonostante l’indiscutibile importanza di
Milano come centro artistico alla fine del Quattrocento, i resti che vi
rimangono sono molto meno numerosi di quelli che stanno a Firenze o a Venezia.
La personalità dell’Amadeo come artista non ha mai superato la sfortuna di
essere stata confrontata con quella di Bramante e Leonardo, che trascorsero
quasi un ventennio a Milano proprio quando l’Amadeo era al culmine dei suoi
poteri e della sua influenza sugli artefici locali. Ai suoi giorni il suo ruolo
come architetto era superiore a quello di Leonardo che di Bramante, quantunque
in definitiva la sua influenza sullo sviluppo dell’arte fu di gran lunga
inferiore. "
All’epoca Binasco non contava più di trecento
anime. Ed è straordinario come un piccolo borgo, prigioniero-padre delle
acque dei fossi e dei boschi di quercia, annoveri fra i suoi cittadini insieme
con Giovanni Antonio Amadeo, addirittura tre Beati : Gandolfo Sacchi, Veronica
Negroni e Baldassarre Ravaschieri. Umanisti, miniatori , rettori Universitari e
poeti quali Andrea Alciato, Eustacchi Canfalonieri, Gerolamo da Binasco,
Francesco Binasco, Damiano Confalonieri, Teodoro Villa, Filippo
Zaffiri.
Tanto da poter affermare che questa terra
paludosa e bassa fosse predistinata ad una sua bellezza .