Binasco 2000  |   Informazioni  |   Album


Lo Spirito del luogo

Salvate lo Spirito del luogo
di Alberto Cuomo


C'era una volta la nostra cultura, la nostra fede, il nostro immaginario, il nostro orizzonte onirico, il coraggio delle idee e della diversità: c'erano grandi uomini con grandi ideali e molte storie da raccontare. C'è oggi una comunità priva di originalità, ostaggio dell'oblio e delle corvée dovute per l'omologazione imposta dai potenti locali: ci sono piccoli uomini, tutti disponibili come spettatori, pur di poter recitare di quando in quando una piccola parte e ricevere un piccolo applauso. Ma dietro l'ininterrotto spettacolo trionfa il vuoto: ogni espressione dell'intelletto è debole, ma non sa di esserlo. Perciò oggi narrare le storie dei grandi è un mestiere nobile; se poi le storie hanno una matrice locale, assumono in più una precisa funzione sociale.
Ogni luogo, che nella storia sia stato abitato dall'uomo, dalle sue generazioni passate, ha la sua propria aura, che avvolge gli abitanti di oggi e che sarà lì anche per quelli futuri, a patto che nessuno la distrugga, che sia svelata, conosciuta, apprezzata ed amata. Per creare un'aura occorrono secoli, anche millenni; per distruggerla è sufficiente poco tempo, anche solo qualche anno.
L'aura è il capolavoro dell'infaticabile Spirito del Luogo, creatore di mentalità, tradizioni, credenze, memorie, leggende.
L'aura che proviene dal passato è ciò che ci permette di non cadere nell'oblio, è ciò che chiamiamo la nostra cultura, il mondo interiore di una comunità, ciò che alcuni ancora sentono costantemente vivo, ma che non riescono a vedere dietro alla maschera sfigurata che assumono le cose nella vita di tutti i giorni. Ma bisogna saperla ascoltare intensamente, con dedizione, sacrificio e schietto amore per la propria terra: seppur vitale, essa è appena un soffio che parla distintamente solo a chi desideri comprenderla; è l'armonia secolare dello Spirito del Luogo. Non molto tempo fa aleggiava ancora nel borgo, nei campi, nelle cascine, nelle parole dei nonni ai nipoti, dei genitori ai figli. Da quando lo Spirito del Luogo è stato esiliato, si è di molto rarefatta, è quasi del tutto svanita.
Dove può aver trovato rifugio questo Spirito se non a S. Maria in Campo? E' quello il Luogo delle radici della nostra comunità dalla storia millenaria. S. Maria in Campo, culla di sapienza e di robusti ingegni, riscoperta e riportata alla luce, è ora là come un relitto di un naufragio nel mare delle tenebre, abbandonata al degrado e all'assalto delle erbe infestanti, ma è ancora l'ultimo asilo dello Spirito del Luogo, per mezzo del quale può trovare salvezza la nostra cultura. Chi vorrà realmente creare, pensare, o anche solo sopravvivere, lo dovrà cercare nella sua "solitudine selvatica".
La solitudine mette a dura prova il coraggio e la selvatichezza latente nell'uomo, ma ridona la saggezza perduta, ritemprando il corpo e i sensi, oltre l'orizzonte tronfio ed opaco della "modernità". Dall'eremitaggio con lo Spirito del Luogo, l'uomo, come Merlino, trarrà il suo potere profetico e la perduta sapienza, comprenderà chiaramente che la commedia - la schietta rappresentazione della vita - ha rinunciato alla speranza, lasciando il posto alla tragedia mascherata dallo spettacolo della macabra danza scandita dalla sua stessa distruzione.