Questa immagine ritrae il maestro Seikichi
Toguchi, fondatore della scuola Shorei-Kan, a fianco della moglie
Maruko, esperta della danza tradizionale di Okinawa. Il karate è
nato, come disciplina a sè, nell'isola di Okinawa come contaminazione
delle arti marziali cinesi con le forme di danza e combattimento
dell'isola. A causa della posizione dell'isola, gli abitanti di
Okinawa avevano intensi contatti culturali e commerciali con la
Cina.
Il carattere degli abitanti di Okinawa
ha influito molto sullo sviluppo dell'arte marziale sull'isola.
Infatti, costoro erano rinomati per i loro modi cortesi (un detto
dell'isola esemplifica questo atteggiamento: ju yoku go wo setsu,
"la dolcezza è capace di vincere la forza"). Il
karate di Okinawa manteneva la spiritualità delle arti marziali
cinesi, modificandosi però radicalmente nella didattica.
Infatti, i maestri cinesi non avevano un metodo nè un programma
per insegnare l'arte marziale, ed i kata classici, che rappresentavano
il grosso dell'insegnamento, venivano insegnati soltanto a chi i
maestri ritenevano degno di fiducia. Ad Okinawa, grazie all'opera
di maestri eccelsi quali Kanryo Higaonna, Anko Itosu, Chojun Miyagi
e Seikichi Toguchi, ai kata classici vennero affiancati kata ed
esercizi preparatori di base, e forme di combattimento codificate.
La danza tradizionale di Okinawa è stata fonte di ispirazione
per buona parte del metodo didattico del karate. Infatti, tale danza
è molto difficile e richiede (ma allo stesso tempo fornisce)
una preparazione atletica non comune, e spesso i movimenti sono
gli stessi utilizzati nel karate. Il maestro Miyagi, ad esempio,
utilizzò alcuni movimenti della danza Meikata per mettere
a punto il suo kata di respirazione Tensho.
Grazie al maestro Miyagi, il karate
divenne un'arte marziale di dignità pari alle altre arti
cinesi (come i vari stili del kung fu) e giapponesi (come l'aikido).
Tuttavia, la successiva evoluzione del karate in Giappone ne ha
purtroppo legato il nome più alle risse di strada che alla
disciplina. Infatti, quando il Karate venne ufficialmente riconosciuto
come arte marziale in Giappone, all'interno delle Università
gli studenti iniziarono a praticarlo al fine del combattimento libero,
rendendolo uno sport pericoloso e violento ormai privo di tutte
le caratteristiche di disciplina e spiritualità che aveva
avuto fino ad allora. Questo tipo di Karate si diffuse purtroppo
nel mondo in seguito alla seconda guerra mondiale, in quanto i soldati
americani trovarono utile imparare quest'arte di combattimento ma
in linea generale non si interessarono ai suoi aspetti più
profondi. A causa dell'approccio superficiale del karate sportivo-agonistico,
la sua efficacia ne risultò diminuita, e nacquero così
molte voci e leggende che parlavano di una teoria segreta del karate,
che però era andata persa durante la guerra per la morte
di tutti i depositari del segreto. Fortunatamente, invece, sebbene
una parte del karate abbia subito questa involuzione, alcuni maestri,
tra cui Seikichi Toguchi, hanno tramandato le vera teoria del Karate,
contribuendo a mantenere vivo il cosiddetto karate budo, o artistico.