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RELIGIONI (seconda parte)
INDUISMO - SIKHISMO - GIAINISMO - ZOROASTRISMO
Con l’INDUISMO - SIKHISMO - GIAINISMO - ZOROASTRISMO - iniziamo la descrizione delle principali religioni che sono praticate in India e Nepal.
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Un particolare ringraziamento alla Professoressa PAOLA MASSI docente di religione, per aver curato questa rubrica con professionalità.ed entusiasmo, descrivendo con semplicità e chiarezza le principali religioni professate nei luoghi dove siamo presenti con le attività solidaristiche della nostra Fondazione - ONLUS.
Auspichiamo che questa "RUBRICA" possa essere utile e vi chiediamo di scriverci opinioni e suggerimenti .... contiamo sulla vostra collaborazione!
indirizzo E mail: binasco@fratellidimenticati.it
Fax. 02 900 95 091
INDUISMO
ORIGINI
Non ha un fondatore storico. L'origine è antichissima e risale al pensiero di saggi vissuti nel nord dell'India oltre tremila anni fa.
Le prime elaborazioni filosofiche risalgono al primo millennio a.C.
Il nome deriva dalla parola sanscrita "sindhu" ( fiume-area del fiume), attraverso vari passaggi dal greco al latino "indus" si è giunti al neologismo "hindu" che indica l'insieme di usanze e convinzioni condiviso dalla maggior parte degli abitanti delle regioni ad Est del fiume Indo.
DIVINITA'
L'induismo ha diverse divinità, ma è condivisa la devozione a un "Assoluto" impersonale detto Brahaman, creatore dell'universo. Il Brahaman si esprime nella Trimurti, una triade divinità formata da Brahama il creatore dell'universo, Vishnu il conservatore, Shiva il distruttore.
Altre divinità importanti sono Rama. Krishna, Shakti (sposa di Shiva e dea madre, la cui molteplicità si manifesta in Durga, Kali e Parvati).
Particolare devozione è attribuita al dio Ganesh il quale è venerato perché benevolo protettore e simbolo di fortuna, intelligenza, benessere.
Per ogni occasione o necessità ci sono delle divinità così come ogni necessità materiale o spirituale è rappresentata da una manifestazione divina e per ogni dio esiste una festa che è origine di pellegrinaggi, spettacoli e cerimonie.
Le incarnazioni delle varie divinità sono dette avatara.
CONVINZIONI FONDAMENTALI
Molte sono le correnti di pensiero e ciascuna ha sviluppato una propria filosofia, che si è evoluta nel tempo.
Ci sono tuttavia delle credenze condivise da tutto l'induismo.
La più importante è la convinzione che esiste un'anima individuale ed eterna (atman) e che questa, dopo la morte, trasmigra in altri corpi, secondo un ciclo di rinascite successive detto samsara. A secondo delle azioni compiute in vita si trasmigra in forma di vita superiori o inferiori.( un esempio che ci può dare l'idea: un lebbroso è tale perché è nella fase di espiazione di colpe compiute nella vita precedente e, scontando con la sua malattia, dopo la morte potrà passare ad una condizione di vita migliore.
Ci si può liberare da questo ciclo attraverso la moksa (liberazione appunto) che può essere raggiunta tramite varie vie.
NORME DI COMPORTAMENTO
Le principali vie di liberazione sono:
· la via dell'azione (Karma)
· la via del controllo psichico, raggiunto attraverso la conoscenza e l'intuizione (jnana)
· la via della devozione (bhakti) a una divinità particolare o ad una guida spirituale (guru)
Queste vie sono conosciute come "marga", la strada.
Non occorre praticarle tutte in una singola vita. Ma è importante compiere ciò che sembra più appropriato alla vita che si sta vivendo. Questo è noto come Dharma.
Uno dei testi sacri (il trattato di Manu) stabilisce i base al dharma la strutturazione della società indù. Essa, per volontà del dio Brahama, risulta divisa in quattro caste (varna): i brahamni; i guerrieri e i nobili; i commercianti; i servitori.
Coloro che non appartengono a nessuna casta sono considerati impuri e vengono detti "intoccabili", Ufficialmente il sistema delle caste è stato abolito nel 1947, ma in molte regioni è ancora la colonna portante della società.
La prima regola è la rigidità castale di appartenenza:oggi è ancora impensabile un matrimonio misto fra i componenti di casta diversa.
CULTO E LUOGHI SACRI
Per gli indù tutte le azioni hanno un carattere sacro. Essendo ciascuno libero di rendere culto (puja) alle divinità che preferisce, a quelle rivolge preghiere (mantra) e devozione, accostandosi a un altare privato o a un tempio con offerta di cibo o fiori oppure recandosi in pellegrinaggio nei luoghi sacri.
Le mete principali sono i thirta cioè i guadi in cui i grandi fiumi possono essere attraversati senza pericolo. Essi rappresentano il passaggio tra il samsara e la moska.
Luogo del tutto particolare è il fiume Gange nel quale ogni buon fedele deve bagnarsi (purificarsi) almeno un volta nella vita.
Ci si reca in pellegrinaggio anche sulle vette dell'Himalaya o in città considerate sacre.
Una delle pratiche più diffuse è quella dell' alimentazione per lo più vegetariana e l'astensione sistematica dalla carne bovina.
PRINCIPALI FESTIVITA'
Le FESTE sono varie a seconda della regione ma le principali sono: DIVALI la festa della luce (collocata nel periodo della prima luna piena di novembre) - la FESTA DI PRIMAVERA - e tutte le FESTE in onore delle principali divinità.
LIBRI SACRI
Sono numerosissimi e molto antichi
In assoluto i più importanti sono i Quattro Veda ( il sapere), che contengono il racconto delle origini del mondo, la vita degli dei, le preghiere, le indicazioni per i riti. I Veda terminano con le Upanishad, di ispirazione più filosofica.
UOMINI SACRI
Il Bramino, ministro dei riti nei templi, lo si identifica da una serie di cordicelle indossate a tracolla "bandoliera" sul busto nudo (essere bramini significa appartenere ad una casta specifica e quindi trasmissibile da padre in figlio (maschio).
Il guru (maestro spirituale) guida al raggiungimento del dominio sul corpo e sullo spirito attraverso esercizi di ascesi e meditazione che inducono una vera autodisciplina (yoga). A tal proposito è importante sottolineare che lo yoga praticato nel mondo occidentale come semplice tecnica di rilassamento è molto lontano da quello vissuto in India quest'ultimo infatti più che una disciplina o attività è un vero e proprio stile di vita molto impegnativo ed esigente.
SIKHISMO
ORIGINI
Fu fondato agli inizi del XVI secolo da un guru di nome Nanak, nella regione indiana del Punjab. I suoi seguaci si definirono sikh.
Dopo la morte di Nanak altri nove guru si susseguirono poi alla guida delle comunità, ponendosi come intermediari tra dio e l’uomo. I Sikh si costituirono in regno, sottomesso nel 1845-’49 alle truppe anglo-indiane. Da allora aspirano all’indipendenza. I contrasti col governo indiano sono oggi più che mai accesi e hanno natura religiosa e politica insieme. Nel 1984 alcuni estremisti Sikh uccisero Gandhi.
DIVINITA’
I Sikh credono nell’esistenza di un solo Dio personale, che viene venerato con attributi mutati sia dall’induismo sia dall’Islam.
CONVINZIONI FONDAMENTALI
L’universo è un riflesso di Dio e per gli uomini vigono le leggi del Karma e della reincarnazione, riprese dall’Induismo, di cui invece si rifiuta l’idea di una divisione in caste. L’uomo deve aderire al Karma attraverso la purificazione che deriva da una vita irreprensibile: questa gli consente di realizzare l’unione con Dio.
NORME DI COMPORTAMENTO
Una vita virtuosa prevede la rinuncia ad ogni vizio, in particolare assunzione di bevande alcoliche, fumo. Gioco d’azzardo.
CORRENTI
Nel tempo la struttura della comunità si è irrigidita in senso militare,soprattutto per opporsi alla persecuzione cui veniva sottoposta da parte dei Moghul (gli imperatori mussulmani dell’India). La trasformazione fu sanzionata dalla fondazione del Khalsa, la “comunità dei puri”. Pronti a morire per la loro fede. Esistono, tuttavia comunità meno radicali con codici di valori meno rigidi.
CULTO E LUOGHI SACRI
Il principale luogo di culto è il tempio d’oro di Amristar. In questo e negli altri tempi le cerimonie cultuali prevedono la recitazione di passi e inni tratti dai libri sacri. E’ proibito il culto delle immagini. Un momento cultuale importante è il rito di fratellanza, in cui si prende il pasto in comune.
PRINCIPALI FESTIVITA’
Esse sono legate agli eventi connessi alla cita dei dieci guru.
Ma tutto l’anno è considerato come “viaggio spirituale” donde ogni giorno è benedetto.
LIBRI SACRI
L’Adi Granth ( il libro primogenito) è il testo sacro di riferimento, che oggi è considerato come unico legame tra Dio e gli uomini, senza più alcuna mediazione da parte dei guru.
Importante è anche il Dasam Granth.
GIAINISMO
ORIGINI
Nato come reazione al sistema induista delle caste, fu fondato nel secolo V a.C da Vardhamana, detto Mahavira (“grande eroe”).
Sposatosi, abbandonò la famiglia per dedicarsi a una vita ascetica . Intorno a lui si radunò una setta di discepoli e la sua dottrina si diffuse, grazie a predicazioni itineranti, da est alle zone centro meridionali dell’India.
DIVINITA’
Non si crede in un Dio creatore.Viene tributato culto ai Tirthankara ( “coloro che preparano il guado”) che non sono però divinità ma guide spirituali. Jina è considerato l’ultimo e più importante tra essi.
CONVINZIONI FONDAMENTALI
La dottrina condivisa da tutti i giainisti riguarda la convinzione circa l’eternità dell’universo e la sussistenza della legge induista di samsara sulla trasmigrazione (incarnazione) delle anime, che sono immortali ed eterne. Queste possono essere liberate dal vincolo con la materia grazie a una vita virtuosa: raggiungono così uno stato di conoscenza infinita (forza e gioia).
NORME DI COMPORTAMENTO
Le norme che permettono la salvezza sono molto rigide. Tutti i fedeli del Giainismo devono attenersi a queste norme:
- rispettare ogni forma di vita
- evitare le menzogne
- astenersi dalle proprietà altrui.
In più i monaci devono praticare la castità e la povertà ( vivono infatti di elemosina).
Fondamentale è comunque la pratica della non violenza (ahimsa), non solo verso gli uomini, ma anche verso piante e animali.
Questa norma impedisce tutta una serie di attività, per cui la maggior parte dei gianistisi è dedita ad attività intellettuali o finanziarie.
CORRENTI
Verso la fine del I° secolo d.C. vi fù una scissione in due correnti a causa di divergenze riguardanti la disciplina monastica: la prima è la corrente dei Digambra, più radicali e conservatori, l’altra quella degli Shvetambra, più aperta e tollerante.
Da queste si svilupparono poi altre sette.
CULTO E LUOGHI SACRI
I templi giainisti sorgono dove è nato o morto o ha raggiunto il Nirvana un Tirthankara: lì si portano le offerte di fiori e frutta.
I templi più importanti sorgono sulla cima di quattro monti, considerati sacri perché scenari di avvenimenti mistici: si tratta di veri e propri complessi sacri, non di un edificio unico, con una struttura molto complessa.
LIBRI SACRI
Le varie correnti si riferiscono a libri sacri diversi. Gli Shvetambra si attengono al Siddharta, le cui parti più antiche risalgono al III / II sec. a. C.. I Digambra ne negano l’autenticità e considerano sacri i testi di alcuni maestri della loro scuola, di cui il principale è l’opera in versi di Kunda Kunda dei primi secoli dopo Cristo.
UOMINI SACRI
Importante è la figura della acarya “il maestro” che è a capo delle comunità dei fedeli, ai quali si propone come guida.
ZOROASTRISMO-PARSISMO
ORIGINI
Lo Zoroastrismo si fonda sulla dottrina del profeta Zarathustra (o Zoroastro). Non si sa bene quando visse (forse nel XII secolo a.C.9 ed operò nel nord est della Persia (attuale
Iran). Il suo insegnamento, oscuro ed enigmatico è variamente interpretato; Egli si riteneva direttamente ispirato da dio, che lo aveva chiamato alla sua missione attraverso una serie di visioni.
Il suo insegnamento cominciò a diffondersi nel VII secolo; nel VI secolo con la fondazione dell’impero persiano da parte di Ciro il Grande, divenne la religione ufficiale, diffusa dalla Grecia all’Egitto, fino all’India settentrionale.Questa religione dominò l’area persiana fino alla conquista araba nel 651. Molti suoi elementi sopravvivono nel Carsismo, la religione dei seguaci dello Zoroastrismo che, dopo la conquista araba e la diffusione dell’Islam, lasciarono la Persia per l’India nord-occidentale. Costoro conservano anche nel nome (da Parsa,oggi Farsa) il ricordo della loro origine.
DIVINITA’
Lo Zoroastrismo è una religione dualista, cioè ritiene il mondo dominato da due divinità, che rappresentano due poli contrapposti: Ahura Mazda, creatore della vita, coadiuvato da spiriti buoni (ahura); e Angra Mainyu, divinità malvagia, coadiuvato da spiriti maligni (deva).
CONVINZIONI FONDAMENTALI
Il destino di un uomo dipende dalla scelta che egli compie a favore di una delle due divinità, cioè dalla sua propensione al bene o al male.
Questa religione ottimista, in quanto ritiene che non sia difficile praticare il bene: la proposta è quella di un’etica dei valori, cioè praticare la giustizia, pensare, parlare e agire correttamente e per amore della verità. La ricompensa per una vita corretta avviene in Paradiso dopo la morte. Chi sceglie il male va invece nella Casa della Menzogna, luogo di eterni tormenti. La destinazione finale dell’anima dopo la morte è decisa mediante un giudizio divino.
CORRENTI
Dopo il III secolo dallo Zoroastrismo ufficiale si distaccò lo Zurvanismo, una corrente sacerdotale che nega la libertà e la sostanziale bontà del mondo.
CULTO E LUOGHI SACRI
Il culto è costituito dalle cerimonie sacrificali del fuoco sacro che avvengono nei templi, dalla recita degli inni sacri e di alcune preghiere rivolte a Zarathustra.
LIBRI SACRI
L’insegnamento di Zarathustra è contenuto in diciassette inni (Gatha) che sono raccolti nel libro sacro Avesta (di cui possediamo una redazione tarda, compilata tra il III e VII secolo) composta da una parte poetica più una serie di commentari.
UOMINI SACRI
Esiste un’apposita casta sacerdotale ereditaria che si occupa delle pratiche cultuali.
fine seconda parte
(nella terza parte: ISLAMISMO - BUDDHISMO - TANTRISMO - EBRAISMO - CONCLUSIONE)
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