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RELIGIONI TERZA PARTE
Islamismo - Buddhismo - Tantrismo - Ebraismo
ISLAMISMO
ORIGINE E FONDATORE
Muhammad (colui che è lodato), vissuto alla Mecca tra il VI° e il VII° secolo d.C.,non fu un vero e proprio fondatore ma l’inviato (il Profeta) di Dio. Tra i trenta e i quarant’anni matura una profonda crisi religiosa e si interroga a fondo su Dio e la sua natura.
L’apparizione dell’arcangelo Gabriele nel 610 segnò l’inizio di una serie di visioni nelle quali si dispiegò la volontà divina, di cui Maometto si fece portavoce in un ambiente religioso in cui erano adorate molte divinità. Con la sua predicazione si affermò tra le diverse fedi quella di Allah, di cui divennero seguaci gli appartenenti agli strati più bassi della società.
La classe dei mercanti invece, si allarmò, temendo per propri interessi: infatti le vie dei pellegrinaggi tradizionali avrebbero potuto non essere più percorse e questo rischiava di compromettere i loro traffici.
Da questo la loro ostilità: perseguitato. Maometto fu costretto a lasciare la Mecca per rifugiarsi a Medina (città del Profeta): l’emigrazione (egira) avvenne nel 632, anno che segna l’inizio del calendario musulmano.
Nel 630 Maometto riconquistò la Mecca: da allora ci fu un’espansione continua dell’islam, anche successivamente alla morte del profeta avvenuta nel 632.
La sua fede. grazie all’opera dei califfi, che rivestivano un incarico politico e religioso, conquistò a est le regioni fino all’India e all’Indonesia, il nord Africa e di lì arrivò in Europa attraverso la Spagna. Fu il re franco Carlo Martello a fermare la loro espansione nel 732, alle porte di Tour, in Francia. Nell’est dell’Europa arrivarono fino a Kiev e alle porte di Vienna. Gli appartenenti a questa religione si chiamano islamici o musulmani (da muslim, “fedele”).
Allah è l’unico dio, creatore del mondo e dell’uomo, eterno, al di fuori della sfera materiale.
Egli ha rivelato la sua volontà a Maometto e gli uomini gli devono rispetto assoluto, devozione, obbedienza incondizionata (Islam significa “sottomissione a Dio”)
Allah viene acclamato con una serie di titoli onorifici noti come “nomi belli di Dio”.
Il mondo ultraterreno è popolato da angeli, spiriti, demoni, che però non intaccano l’unità di Dio, il quale non ha progenie né divinità associate.
A Lui si oppone Iblis, cioè satana, la forza del male.
La professione di fede fondamentale è che Allah è l’unico Dio e Maometto il suo profeta.
Allah è lo stesso dio che si è rivelato ai patriarchi biblici e a Gesù, che per l’Islam non è figlio di Dio ma un semplice profeta.
La rivelazione di Allah e la fede in lui guidano gli uomini sulla strada della Verità: il grado di adesione alla volontà di dio fa della vita umana una prova.
La vita del fedele musulmano è improntata alle prescrizioni del libro sacro per eccellenza, il Corano. Riconoscere l’esistenza di Allah impone una costante applicazione della sua volontà in tutti i campi dell’esistenza, non solo quello religioso, ma anche quello sociale e civile.
Il Corano è quindi codice di giustizia, repertorio di diritto pubblico e privato, fonte di tutte le norme di vita, persino di quelle igieniche e alimentari.
Dopo la morte l’anima immortale sarà premiata o punita secondo del comportamento tenuto in vita. Dopo il giudizio Universale, alla fine dei tempi, ci sarà la resurrezione dei corpi. Coloro che sono morti in guerra (cioè per difendere la fede in Allah) vanno subito in Paradiso, senza essere sottoposti a giudizio.
Fin dall’epoca successiva alla morte di Maometto l’Islam si divide in due correnti: i sunniti e gli sciiti. I primi costituiscono la maggioranza e sono così chiamati perché si rifanno alla Sunna. La tradizione del Profeta riconosciuta da quattro scuole giuridiche.
Gli sciiti si chiamano così perché appartengono alla shia (“partito”) di Ali, genero del Profeta, che, solo, viene riconosciuto come successore legittimo di Maometto.
Vi sono poi numerosi altri frazionamenti, scuole e confraternite spesso in contrasto aperto tra di loro.
Ad Allah si rivolgono devozione e preghiera (salat). Nel Corano sono previste tre preghiere quotidiane, ma i commentari le hanno portate a cinque. Prima di recitarle si deve procedere alla purificazione secondo un rituale ben preciso si distingue dalle preghiere personali facoltative deve essere compiuta a ore determinate con gesti e formule prestabilite; le cinque preghiere giornaliere da compiere e i tempi sono rigorosamente stabiliti dalla legge e poiché tutta la terra è una moschea si può pregare all’ora giusta in qualsiasi luogo ci si trovi e, per “staccarsi” dalle “impurità” del luogo, si usa un tappeto.
La più importante è quella del mezzogiorno del venerdì, che viene fatta collettivamente nelle moschee (dalla torre dell’edificio il muezzin chiama a raccolta i fedeli) ed è accompagnata da un sermone.
Altre forme di culto sono rappresentate dall’elemosina rituale agli indigenti, per espiare le proprie colpe, e dai pellegrinaggi. Almeno una volta nella vita ciascun mussulmano deve recarsi in pellegrinaggio alla Mecca. Qui si trova la Kaaba, luogo in cui è custodita la pietra nera, un meteorite ritenuto sacro, che secondo la tradizione l’angelo di dio avrebbe dato ad Abramo.
Un ulteriore importante dovere per i musulmani è rappresentato dalla “jihàd” nel suo significato di “guerra”. Il Corano vieta la guerra anche per risolvere dispute internazionali e non menziona mai l’espressione “guerra santa”, ma autorizza i musulmani a entrare in guerra contro coloro che li combattono in virtù della loro religione.
Mentre gli altri obblighi sono personali, la “jihàd” è un dovere obbligatorio solo collettivamente. E’ sufficiente che un gruppo, anche se esiguo, lo ottemperi perché tutti siano esonerati. Secondo alcune interpretazioni è sufficiente che uno stato organizzi bene il proprio esercito come difesa del territorio perché sia assolto il dovere della “jihàd”.
Il venerdì è il giorno della settimana dedicato alla preghiera collettiva nella moschea.
Feste comuni si celebrano anche alla fine del Ramadan (periodo di digiuno che commemora la rivelazione dell’arcangelo) in cui si invita alla condivisione e alla gioia e in occasioni di ricorrenze che commemorano episodi della vita del Profeta.
Il Corano (che significa “da recitarsi ad alta voce”) è la parola di Allah rivelata a Maometto tramite l’arcangelo Gabriele.
La compilazione si deve però ai discepoli di Maometto, che raccolsero i detti e le sentenze del Profeta, dividendole in 144 sure (capitoli), ciascuna intitolata ad Allah.
La stesura definitiva avvenne tra il 644 e il 656.
UOMINI SACRI
I fedeli che guidano la preghiera nella moschea sono detti “IMAM”
Il fondatore è Siddharta Gautama vissuto nel nord India tra il VI° e il V° secolo a.C.
Di origini principesche, dopo un giovinezza dorata e protetta, vide per caso, uscendo dal suo palazzo, un malato, un vecchio, un cadavere e un asceta. Profondamente turbato, incominciò ad interrogarsi sul senso dell'esistenza e mutò radicalmente vita, dedicandosi a un'esistenza ascetica, praticando quella che egli stesso definì
"la grande rinuncia".
Raggiunto così grazie alla meditazione, uno stato di coscienza suprema, divenne il Buddha ( " il risvegliato " e/o " l'illuminato ")
e fondò una setta separata dell'Induismo.
Non c'è una divinità particolare, in quanto il buddha non ha mai risposto alla domanda sull'esistenza di Dio, giudicandola inessenziale rispetto al raggiungimento della liberazione.
Non esiste neppure l'idea di un'anima immortale, donde sono assenti i concetti di beatitudine e castigo eterni.
CONVINZIONI FONDAMENTALI
La base della dottrina buddhista poggia su quattro Nobili Verità:
1. il mondo è dolore: ogni fase della vita umana comporta delle sofferenze;
2. il dolore deriva dall'attaccamento alla vita e dai desideri inevasi che questo attaccamento determina;
3. per eliminare il dolore occorre dunque liberarsi dai desideri;
4. la liberazione avviene conducendo una vita esemplare, che permette di raggiungere il Nirvana, uno stato di beatitudine in cui sono superate le sofferenze e l'ignoranza. Il raggiungimento di questo stato determina la cessazione del ciclo delle rinascite.
NORME DI COMPORTAMENTO
Il Nirvana è raggiungibile attraverso uno stile di vita che prende il nome di "ottuplice sentiero", ossia di otto regole:
1. retta visione: riconoscere il dolore e intraprendere la via che porta alla sua cessazione
2. retta intenzione: eliminare avidità e desiderio del male
3. retta parola: parlare senza menzogne e calunnie
4. retta azione: agire senza avidità e violenza
5. retta vita: sostentarsi solo con attività virtuose
6. retto esercizio: controllare i moti negativi dell'anima
7. retta consapevolezza: concentrazione assoluta raggiunta attraverso esercizi spirituali
8. retta concentrazione: raggiungimento del dominio delle proprie sensazioni e dei propri pensieri.
Per vivere virtuosamente occorre attenersi ad alcune norme: "non rubare, evitare le bevande inebrianti, non danneggiare nessun essere vivente".
CORRENTI
Le correnti del Buddismo sono numerose: esse divergono nella comprensione dell'insegnamento del Maestro.
Tre sono le principali scuole di pensiero:
1. il piccolo Veicolo diffuso nello Sri Lanka, Birmania, Cambogia, Thailandia;
è una corrente rigorista e raduna un ristretto numero di persone: ritiene infatti che solo pochi eletti (i monaci) incarnino l'ideale di perfezione.
2. il grande Veicolo praticato in Cina, Nepal, Mongolia, Vietnam;
è una corrente di più ampia visione e ritiene che ogni uomo faccia parte di un tutto onnicomprensivo.
L’ideale religioso proposto da questa corrente è quello del bodhisattva, cioè colui che vive come il Buddha e si consacra alla salvezza altrui.
Dopo la morte i bodhisattvas divengono oggetto di culto.
Anche al Buddha, in questa scuola si tributa culto come se fosse una divinità.
3. Il veicolo del diamante è legato all’induismo antico e si propone di raggiungere il Nirvana attraverso gli insegnamenti segreti del Buddha.
CULTO E LUOGHI SACRI
Un culto molto diffuso è quello rivolto alla statua del Buddha, a cui si tributano offerte votive. Anche le religioni dei bodhisattvas, custodite in templi, detti stupa, sono oggetto di culto.
Le comunità monastiche (sangha) i cui appartenenti hanno il capo rasato praticano una vita rigorosamente ascetica, di meditazione, predicazione e povertà.
I monaci e la maggior parte dei seguaci del Buddismo sono vegetariani.
FESTIVITA’
Il plenilunio di ogni mese è occasione di festa.
Le varie correnti celebrano in momenti diversi e con modalità differenti vari episodi della vita di Buddha.
LIBRI SACRI
Le scritture buddiste sono divise in tre sezioni, dette “canestri”.
Essi sono:
1 Vinaya, regole della vita monastica
2. Sutta, i sermoni del Buddha
3. Abhidhamma, riflessioni su dottrine specifiche, filosofiche e giuridiche.
Questa tradizione si è poi ampliata nel tempo e ogni scuola buddista ha una sua raccolta di insegnamenti (sutra).
UOMINI SACRI
Le comunità monastiche (maschili e femminili) sono molte articolate e si attengono alle rigide norme di vita (povertà, astinenza sessuale, astensione da qualsiasi forma di violenza).
Il Tantrismo è sorto in India intono al 500 d.C. e si basa su testi sacri chiamati Tantra.
Alcuni culti tantrici sono penetrati nelle scuole Induiste, nel Giainismo e nel Buddismo Mahajana e in quello tibetano.
E’ una dottrina caratterizzata da un forte misticismo che considera lo spirito e la materia, il microcosmo e il macrocosmo, l’anima individuale e l’anima universale un’unica identità assoluta. L’anima universale, ha in sé un principio maschile statico e un principio femminile dinamico, i quali integrandosi, creano continuamente la vita.
Dall’unione di questi due principi simboleggiati dal lingam (fallo) e dalla yoni (ventre materno) scaturisce il mondo e si crea la vita.
Il ricongiungimento dei due sessi elimina la polarità degli opposti e si ritorna così all’Indivisibile originario.
Bisogna superare tutti i dualismi per arrivare alla liberazione finale che si ottiene con particolari riti e forme di meditazione.
Al centro del culto tantrico vi sono riti di carattere esoterico con forti connotazioni magico simboliche.
Particolari posizioni delle mani servono per ottenere potenze sovrannaturali; importante è il rito dell’onyasa che consiste nel toccarsi determinate parti del corpo per assegnarle alla divinità.
Importante è la recita dei mantra, formule di più sillabe considerate in grado di conferire poteri al fedele .
Ogni discepolo riceve dal suo guru un mantra personalizzato mentre il più recitato, per la sua grande potenza evocatrice, è costituito dal suono om.
Altri strumenti di meditazione sono i diagrammi mistici: i mandala rappresentazioni simboliche dell’universo, e gli yantra.
Un rito molto importante è costituito dalla puja (venerazione, ossequio) che assume caratteri erotici: attraverso l’atto sessuale i fedeli celebrano il momento della creazione e raggiungendo il dominio completo sulle forze sovraumane del cosmo essi consentono l’unione dell’anima particolare con l’anima universale.. I Tantra, i testi sacri sono informa di dialogo tra le divinità maschili e i loro principi femminili, contengono anche indicazioni su regole morali e indicano strumenti di meditazione.
Per poterci accostare correttamente alla religione ebraica non possiamo non considerare la storia del popolo d’Israele, diversamente avremmo una visione incompleta e frammentata.
La fonte principale di cui disponiamo per studiare la storia e la religione è la Bibbia. Dobbiamo tener presente però che i libri narrativi riferiscono tradizioni storiche interpretate teologicamente.
La culla dell’ebraismo è stata la terra di Canaan, un piccolo territorio sulle rive orientali del mediterraneo, corrispondente all’attuale Palestina.
La Bibbia considera il capostipite del popolo ebraico Abramo vissuto tra 2000 e il 1500 a.C., all’età di 75 anni si sarebbe trasferito in Canaan obbedendo all’imperativo del “Signore” il quale lo chiamò, lo scelse come fondatore di una stirpe eletta alla quale venne garantita una terra. Il fulcro della promessa divina è il concetto di Alleanza.
Se Abramo fu il capo stipite, il vero fondatore è considerato Mosè.
Vissuto verso la fine del XIII° secolo a.C. fu la guida di quei gruppi fuggiti alla schiavitù egiziana e che possiamo considerare i precursori d’Israele.
Per gli ebrei Mosè è il servo di Dio, intermediario fra Dio e il popolo è il più grande tra i profeti. Egli è il protagonista di due avvenimenti importanti:
· la liberazione dalla schiavitù d’Egitto e l’esodo
· la rivelazione del Sinai e il dono delle Tavole della Legge.
La religione d’Israele si fonda su un avvenimento storico eccezionale: la liberazione dell’Egitto e il rapporto fra questo popolo e il suo Dio che è sancito da un patto di Alleanza.
A Mosè succedette Giosuè e nel X° secolo a.C. si costituisce la monarchia: le tribù nomadi si riuniscono sotto un unico regno prima sotto la guida di Saul, poi di Davide e infine sotto Salomone.
Un altro momento importante fu l’esilio babilonese e la distruzione del tempio di Gerusalemme, questi avvenimenti vennero interpretati dal popolo ebraico come conseguenze dell’infedeltà a Dio e del cedimento a culti idolatrici. In questo contesto nascono le figure dei profeti e ha origine, come luogo di culto, la Sinagoga.
Nel 583 in seguito all’editto di Ciro re di Persia agli ebrei fu concesso di tornare in patria, ma non tutti lo fecero e così si consolidò il fenomeno della Diaspora: una parte del popolo ebreo non vive più in Israele ma in tutto il mondo.
La relativa autonomia fu conservata sino al 6 d.C. quando la Giudea passò sotto il governo romano. In questo periodo turbolento nacquero varie ideologie politiche e religiose quali i sadducei, i farisei, gli esseni, gli zeloti.
Dall’invasone romana al 1948 la storia del popolo ebreo è la storia di un popolo unito dalla stessa fede ma senza patria, si verificò così il consolidarsi dell’Ebraismo rabbinico, che arriva sino ai giorni nostri.
DIVINITA’
L’ebraismo oltre ad essere la prima grande religione monoteista è anche una religione rivelata: Dio prende l’iniziativa e si rivela, si fa conoscere, viene incontro all’uomo entrando e agendo nella sua storia, dialogando con lui.
YHWH è il nome proprio che Dio stesso ha rivelato. Tale nome è santo e perciò per gli ebrei non si può pronunciare. Quando compare nei testi sacri e nelle preghiere si sostituisce con “AD” (Adonai) o “El”. Dio non si può raffigurare, la fede comporta un culto senza immagini, basato sull’ascolto della Sua Parola.
Forte è l’accentuazione dell’unicità e unità di Dio.
Esso viene concepito come:
· eterno, domina sullo spazio e sul tempo
· unico
· è Signore degli uomini e della terra, è creatore e conduttore del mondo e del suo destino
· richiede l’amore del suo popolo e questo amore non può rimanere chiuso nel profondo del cuore, ma deve essere manifestato esteriormente.
CONVINZIONI FONDAMENTALI
L’ebraismo non possiede dei dogmi: esso si presenta come un “ortoprassi”, una religione della Legge, e poiché la legge divina costituisce il fondamento della vita, possiamo affermare che la fede ebraica si caratterizza come devozione e dedizione alla Legge.
Possiamo affermare che il monoteismo è l’unico dogma dell’ebraismo, ci sono però una serie di principi:
· l’uomo è libero di osservare la volontà di Dio, è responsabile delle proprie azioni buone o malvagie
· esiste una ricompensa ultraterrena e quindi la fede nella resurrezione dei morti e nell’immortalità dell’anima.
· è tuttora presente l’attesa del Messia che nelle scritture e nella storia del popolo è interpretato in vari modi: per alcuni è identificato in una persona, inviata da Dio che restaurerà un regno di pace; per altri il Messia è un epoca, sarà il periodo che anticiperà l’avvento del Regno di Dio.
NORME DI COMPORTAMENTO
La vita del pio ebreo deve essere caratterizzata dall’osservanza della Torah (Legge)
I rabbini hanno identificato 613 precetti di cui 248 positivi e 365 negativi,
Particolari i precetti riguardano l’alimentazione: non tutte le carni possono essere mangiate, gli animali devono essere macellati in un modo particolare, non si possono mescolare i latticini e la carne (addirittura si devono usare stoviglie diverse per il consumo dell’una e degli altri).
Ci sono precise norme sulla vita sessuale che deve essere incentrata sull’amore tra uomo e donna e aperta alla procreazione, sono proibiti i rapporti fuori dal matrimonio e non è ammessa l’omosessualità, l’aborto è condannato e la contraccezione è generalmente proibita.
Altro elemento che caratterizza il fedele ebraico è la stretta osservanza del giorno di sabato. Essa è ricordata più volte nella Bibbia.
Essa richiama la creazione, è segno visibile del legame tra il popolo e il Suo Signore e, ricorda l’esilio.
Il sabato è un giorno dedicato totalmente a Dio e sono molte le prescrizioni previste, la giornata è dedicata alla preghiera, allo studio, alla meditazione,e ogni attività lavorativa è sospesa.
CULTO E LUOGHI SACRI
Molta importanza è data alla pratica della preghiera sia individuale che collettiva, nella famiglia o nella sinagoga. Essa è considerata come un servizio a Dio.
Ogni singolo credente prega tre volte al giorno: mattina, pomeriggio e sera.
Durante la preghiera del mattino e per il servizio liturgico gli ebrei indossano uno scialle detto tallith , indossano i tefillin (scatoline di cuoio contenenti scritti dei passi biblici).
Le preghiere principali sono lo Shema che esprime l’incrollabile fede in Dio; il Kaddish con il quale si vuole santificare il nome di Dio.
Il luogo della preghiera ufficiale è la Sinagoga, luogo di culto e di riunione in essa c’è un luogo fondamentale detto “arca” dove sono deposti i rotoli della Torah; essa è anche luogo di studio e di vita comunitaria.
L’intero ciclo annuale è scandito da numerose festività, le più importanti sono:
· Rosk hashanah: è il capodanno ebraico, si ricorda la creazione, il giudizio del mondo da parte di Dio. La festa è aperta con il suono del shofar il corno di montone le cui quattro tonalità ricordano le diverse età della vita umana
· Yom Kippur: il giorno dell’espiazione considerato il giorno più sacro dell’anno si mantiene un rigoroso digiuno di 25 ore accompagnato da un profondo esame di coscienza.
· Sukkot: o festa “delle capanne” si ricordano i quarant’anni nel deserto, periodo nel quale Israele sperimentò la provvidenza di Dio e la fedeltà del suo patto di Alleanza.
· Hanukkah. o ”festa delle luci” si celebra per otto giorni nel mese di dicembre
· Purim: si ricorda la storia della regina ebrea Ester che liberò gli ebrei dalla minaccia di sterminio sotto il re Assuero di Persia: Si usa passare la festa in stile carnevalesco con maschere e dolci speciali.
· Pesach: la festa di Pasqua è la più nota delle feste ebraiche, ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egizia. Si mangia pane azzimo, erbe amare ed è usanza lasciare un posto libero a tavola e un bicchiere da parte per il profeta Elia.
· Shavuot: o Pentecoste, si celebra sette settimane dopo la Pasqua e si ricorda la rivelazione sul Sinai.
Ci sono poi due feste civili: lo Yom Hashoa che ricorda lo sterminio di oltre 6.000.000 di ebrei durante il nazismo e lo Yom Haazmant che ricorda la costituzione dello Stato d’Israele.
Nella fede d’Israele, il dialogo uomo - Dio è espresso e continua ad esprimersi nelle tre parti della Bibbia ebraica:
*La Torah: i primi cinque libri della Bibbia, essa non è solo un insieme di leggi ma la guida che orienta la vita del popolo, che insegna la fedeltà all’Alleanza. Essa è sempre stata considerata divina perché trasmessa da Dio a Mosè.
*I Profeti: la predicazione dei profeti è intesa coma la Parola di Dio che esorta, minaccia, predica, essi infatti sono considerati la bocca di Dio.
* Gli Scritti: in essi sono affrontati i grandi perché dell’esistenza:
sofferenza, la morte; particolare rilievo hanno i Salmi, stupende composizioni poetiche che esprimono in forma di preghiera la devozione, la fiducia, il ringraziamento, l’abbandono in Dio del popolo d’Israele.
UOMINI SACRI
Solo Dio è santo ci sono però delle figure religiose considerate particolarmente importanti: i rabbini.
Dall’aramaico “rabbi” (mio maestro), il rabbino è l’autorità religiosa che interpreta e fa applicare la Legge ed è guida spirituale della comunità. Il ruolo di rabbino è riservato solo agli uomini (anche se alcuni movimenti hanno ottenuto che anche le donne possano accedervi). Oltre alla sua attività pastorale e pedagogica, il rabbino tiene la predica in sinagoga durante le celebrazioni festive, presiede le principali cerimonie (matrimoni, funerali…) e si esprime riguardo a tutte le espressioni giuridiche relative alla Legge.
Concludiamo la carrellata sulle principali religioni dell'india e del Nepal, con questa domanda:
"... ma, una religione vale l'altra ? "
leggete la conclusione "Il Cristianesimo è una delle tante relidioni o ...."
Speriamo di cuore di esservi stati utili nel fare un pochino di chiarezza e comprendere meglio il comportamento delle popolazioni che abitano l'Asia.
Mario Manzolini
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