La
figura e l'attualità del Missionario nel terzo millennio
Il Missionario, figura che l'immaginario collettivo
ci porta indietro nel tempo proiettando un'immagine d'esploratore
che, invece del fucile, "brandisce" il Crocifisso inoltrandosi
nella giungla incontaminata ed inesplorata … Solo… Lui e il
Crocifisso affrontano calamità naturali, le insidie degli
animali e le reazioni dei "selvaggi" che si sentono minacciati
dalla presenza dell'uomo bianco…
Mi
ricordo quando, bambino, ho incontrato i Missionari: ogni
anno all'Oratorio si celebrava la "settimana missionaria"
, tutti noi ragazzini si correva nel salone del cinema per
ascoltare il Missionario che ci raccontava le sue avventure
trascorse in terra di missione …a bocca aperta e nel silenzio
più assoluto lo ascoltavamo, si rabbrividiva quando la storia
si faceva drammatica e gioiva quando il bene trionfava.
Il Missionario diventava l'eroe, il personaggio
da imitare al pari dei protagonisti nei racconti Salgariani.
Sono trascorsi quasi cinquant'anni da quegli
"avventurosi" incontri; …Che cosa è cambiato?
Nell'era
della globalizzazione, delle comunicazioni in tempo reale,
in pochi anni si è passati dal TAM TAM ad INTERNET, per tutti
noi del primo e secondo mondo, sembra che il problema non
sia più il pane quotidiano ma dover scegliere tra mille possibilità
… ma allora il terzo mondo è scomparso?
Se proviamo a guardarci attorno ci accorgiamo
che un "quarto mondo" ha fatto capolino tra noi e il "vecchio"
terzo mondo è ancora quasi immutato: fame, malattie, sfruttamento
e guerre che ingrassano ed arricchiscono quello che io definisco
il "quarto mondo" composto da tutti coloro che hanno scelto
la strada dell'egoismo e dell'indifferenza, dei falsi valori,
il desiderio di dominio e prevaricazione sugli altri.
Allora ripeto la domanda: che cosa è cambiato?
Io credo siano aumentate le nostre possibilità
di aiutare il prossimo e basterebbe davvero fare piccole rinunce
TUTTI per ottenere un mondo più giusto e vivibile per tutti,
ma questo è tanto giusto quanto inesorabilmente utopistico
perché siamo dei "testoni" cocciuti ed occupatissimi a costruire
la nostra sicurezza economica, quella per i nostri figli e
così via; tutto questo senza renderci conto che le sagge e
prudenti preoccupazioni orientate a tutelarci per garantire
una vita dignitosa, non di rado vanno ben oltre il necessario,
il lecito e la solidarietà spesso non trova posto nei progetti
di vita.
Così
il Missionario riemerge attuale come non mai: nel terzo mondo,
senza curarsi delle responsabilità degli altri: aiuta i poveri
e i diseredati, condivide vivendo al loro fianco, li cura
nel corpo e nello spirito, insegna a leggere e scrivere, riscatta
la loro dignità d'uomini liberi ed autosufficienti, combattendo
in prima persona gli abusi e gli sfruttamenti d'altri uomini
senza scrupoli … li ama davvero senza chiedere niente in cambio
… La porta della Chiesetta è sempre aperta e la campana annuncia
i momenti di preghiera ma nessuno è costretto ad entrare per
ricevere aiuti … sotto quel segno di croce, tutti devono sapere
che troveranno conforto e tutto l'aiuto possibile.
Nel
nostro mondo d'occidentali riaffiora la necessità di un maggiore
discernimento del bene e del male; spesso la fretta di fare,
di mantenerci negli standard imposti dalla civiltà dei consumi
e dell'usa e getta, ci porta a vivere la nostra quotidianità
dimenticando che ogni nostra scelta ed azione potrebbe nuocere
ad altri ed ecco che si evidenzia la necessità di capire quanto
e cosa dobbiamo fare perché la libertà e la dignità dell'uomo
siano sempre al primo posto nel dipanarsi delle nostre giornate.
Il Missionario, più attuale che mai, deve "farsi
strada" nei nostri cuori "passandoci" il testimone dell'impegno
concreto per diventare a nostra volta Missionari e fautori
di giustizia, pace, solidarietà e amore.
Inviateci le vostre opinioni e testimonianze.
Mario
|