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| | | 12 gennaio 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
Un pensiero per le ragazze di via Cavour e la loro sarta, per il piccolo e gli adulti abitanti della Cooperativa vittime del bombardamento di quel giorno
Augusta Augusta gatti | | | | | | | | 12 gennaio 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
dimenticanza... a proposito della corriera mitragliata: sempre da testimonianze diretta di chi in quei giorni c'era in Binasco, si dovrebbe evidenziare anche che vi furono atti di sciacallaggio da parte di loschi individui che andarono a depredare i cadaveri dei pochi averi.
Questi personaggi vennero catturati ed esposti in piazza a Binasco con al collo un cartello che li identificava. poi sparirono. Baltasar Mateus | | | | | | | | 12 gennaio 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
Sono d'accordo con JR. Questa storia del bombardamento "agevolato" dall'ubriaco... Mah. L'unica certezza che abbiamo, è che eravamo alla fine della guerra e l'obiettivo principale dei bombardamenti era quello di ostacolare la ritirata dei nazifascisti. Distruggere ponti e arterie ferroviarie era fondamentale. I bombardieri probabilmente avevano l'obiettivo di colpire i ponti del ticinello e del naviglio. Infatti fu colpita via Cavour, il caronero e la cooperativa. Posti in prossimità di questi ponti. Certo la mira non fu un gran che, però la motivazione sembra reggere più della rappresaglia contro l'ubriaco che sparava al Pippo.
La carognata che forse non avrà mai spiegazione, fu il mitragliamento declla corriera a Badile. Erano caccia che fecero passaggi a volo radente e spararono su gente in fuga. Anche un orbo avrebbe visto che non erano militari. Purtroppo questa è la guerra. Nonno | | | | | | | | 12 gennaio 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
Cercate con google BOMBARDAMENTO BINASCO, trovate la pagina
http://www.binasco2000.com/articoli/donsenna.html , Don Domenico racconta tante cose, in fondo c'è la vicenda del bombardamento che riporto qui
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Siamo al 12 gennaio 1945: il bombardamento. Eravamo alla vigilia di una grande festa, perché‚ iniziava la celebrazione del centenario della nascita della Beata Veronica, cittadina di Binasco, vissuta qui. Ma la festa è stata insanguinata dalle vittime del bombardamento. Furono lanciate otto bombe: sul ponte, sulla Cooperativa, in Via Matteotti presso il Cinema Italia, e in via Cavour.
Non c'era a casa nessuno, non c'era il Podestà ( che allora era il Goi), la gente era tutta al lavoro, ero solo con davanti un'infinità di problemi, io stesso ero salvo per miracolo perché‚ mentre uscivo dalla chiesa con i ragazzi che correvano per vedere, un vetro caduto m'ha tagliato il soprabito a filo d'orecchio. La mia casa e quella delle suore, quelle di Regina Pacis (qui bisogna riconoscere che le suore hanno fatto molto) si erano trasformate in una specie di pronto soccorso: i feriti erano molti, i morti sono stati più di venti.
In quel momento ho sentito il cuore di Binasco che batteva all'unisono, perché‚ quando la domenica mattina (la tragedia era accaduta il venerdì verso le quindici) io ho chiesto alla popolazione di Binasco dal pulpito quello che occorreva, nello spazio di poche ore ho avuto tutto, tanto è vero che alla messa grande ho detto "fermatevi, che adesso gli aiuti sono sufficienti" E' stato il momento in cui l'unione è stata perfetta: non parlavamo, bastava guardarci negli occhi per comprendere tutto il nostro stato d'animo, per comprendere come in quel momento non valeva nessuna idea, solo la dignità umana, era l'uomo (come dice oggi il Papa) che si doveva salvare. Pensate cosa è successo quella sera a Binasco quando sono tornate le prime corriere e molti non hanno trovato più la casa, la moglie, i figli. Molti sono rimasti in Chiesa tutta la notte. Il Vescovo Mons. Allorio, avvertito, si precipitò a Binasco e non si mosse più.
Ci siamo divisi i compiti con grande celerità, portando ovunque aiuto, conforto e incoraggiamento. Binasco doveva essere bombardato una seconda volta; era già stato fissato il giorno e l'ora. Allora a Binasco c'era il Conte Corsi del partito d'azione che faceva capo al C.L.N. di Milano, e aveva ricevuto questa informazione: si sarebbe ritornato a bombardare Binasco. Il Conte Corsi mi pregò di avvisare subito la popolazione che si cercasse una sistemazione un po' dappertutto, ma che abbandonasse il paese, perché‚ ci sarebbe stato un nuovo bombardamento.Naturalmente gli abbiamo chiesto spiegazioni; il Conte si mise in contatto con il C.L.N. e tornò da Milano alla sera tardi chiedendoci una dichiarazione: le forze che erano qui (fascisti, Resega, Muti) non avrebbero fatto più violenza, e noi su quello che eventualmente sarebbe successo, avremmo preso tutta la responsabilità.
Io non volevo esporre uomini che avevano famiglia a un impegno così grave, però ho firmato la dichiarazione e con me, in un atto di generosità, hanno firmato anche Oliveri, Gatti, Negri. Con questa dichiarazione possiamo dire di aver salvato Binasco da un secondo bombardamento. Il Conte Corsi aveva i suoi uffici a Milano in Corso Venezia e io sono andato là personalmente a consegnare questa dichiarazione in cui ci ritenevamo responsabili di tutto, perché‚ Binasco fosse risparmiato.
Purtroppo un secondo bombardamento c'è stato la sera del 21 aprile, e non sapemmo spiegarci perché‚ sia avvenuto. Era una domenica, le vittime trovate tra le maceria al Caronero furono quattro. Mentre si tornava dal funerale delle vittime, la sera del 24 aprile, abbiamo cominciato a ricevere le prime notizie da Milano riguardanti la Liberazione.
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| | | | | | | | 12 gennaio 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
Una persona "che c'era" ha espresso un ricordo per le vittime
Non servirebbe altro che condividere il suo pensiero invece di sconfinare in altre inutili, insensibili affermazioni. JR | | | | |
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