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| | | 27 Aprile 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
La sequenza del passaggio Musso-Dongo è spiegata piuttosto bene dai racconti (più o meno ufficiali) di chi ha partecipato a quegli eventi e che sono stati riassunti per brevità nel post precedente: tutto il racconto è assai più lungo. Inoltre, su Rai Storia è stato trasmessa più volte in questi anni una trasmissione molto interessante con interviste agli ultimi sopravvissuti dei partigiani presenti a quei fatti.
Che in quella zona vi fossero anche agenti dei servizi segreti inglesi interessati a recuperare il carteggio Mussolini-Churchill è ormai "quasi" certo. Del resto quando Mussolini lasciò la prefettura di Milano oltre al suo "tesoro" (in senso economico) aveva anche alcune casse o valigie di documenti.
Dopo l'incontro in Archivescovado con Riccardo Lombardi e altri esponenti del CNL (Sandro Pertini li vide che scendevano le scale essendo arrivato in ritardo, come ha più volte riferito egli stesso) la sera del 25 aprile lasciò Milano con la scorta tedesca. I documenti che portava con sé erano stati caricati su un camion che andò in panne a Como e occorsero alcune ore prima che i suoi seguaci
trovassero un altro mezzo per proseguire. I racconti a qual punto seguono varie strade che su alcuni punti concordano e su altri no. Non è chiaro se tutte le carte seguono Mussolini, dato che a Giulino di Megra verrà ritrovata (ufficialmente) solo una sua borsa di documenti.
In merito al perchè l'ispezione partigiana si sia spostata da Musso a Dongo è già stato scritto: la colonna su cui viaggiavano oltre a Mussolini anche diversi gerarchi fascisti con le famiglie, era stata fermata dai partigiani a Musso che ingaggiarono una breve battaglia.
Ai tedeschi interessava solo andarsene il più velocemente possibile dall'Italia, quindi scaricarono rapidamente gli italiani tranne l'ex Duce in quanto avevano l'ordine di portarlo in Germania o "dovunque egli avesse voluto andare" (gli avevano prospettato anche la Svizzera).
Questi gerarchi si consegnarono spontaneamente al parroco don Mainetti al fine di evitare ritorsioni dei partigiani.
La colonna tedesca scaricati gli italiani, tranne Mussolini, è ripartita.
Avendo saputo della presenza su un camion anche di Mussolini, don Mainetti informò subito i partigiani i quali fermarono di nuovo la colonna a Dongo, che dista circa 2 km da Musso.
Si tenga conto che la colonna di camion tedeschi era lunga circa 1 km, infatti l'ex Duce si trovava sul camion n° 34 di 38 e muovere una così lunga colonna richiede tempo, specie coi camion e le strade dell'epoca.
A Dongo nel corso della nuova ispezione è stato trovato Mussolini.
Baltasar Mateus | | | | | | | | 27 Aprile 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
Came mai, l'ispezione partigina si è spostata da Musso a Dongo? Ovvero, se la colonna rimase ferma per l'ispezione, come mai Mussolini fu riconoscito a Dongo e non a Musso? Io, che non conosco la geografia di quei luoghi, posso ipotizzare che Musso fosse sobborgo di Dongo, se questo non è esatto, la storia - ufficiale- riportata fedelmente, ha alcune incomprensibili o comprensibili lacune. Per altro vi è un'altra versione (Svizzera) meno ufficiale, ma forse più veritiera, dove si racconta che sul posto oltre ai partigiani vi fosse anche un ufficiale Inglese del controspionaggio, molto interssato al carteggio che Mussolini portava con se.
Chissà se un giorno, quando i fatti saranno solo cronaca o romanzo,la sapremo la verità. Burlando quais furioso | | | | | | | | 27 Aprile 1945 Commenta Vedi tutti gli argomenti
27 Aprile 1945.
Nel corso della fuga dall'Italia per tentare di salvare la pelle, Benito Mussolini viene intercettato sul camion 34 della colonna militare tedesca in ritirata verso la Germania. Mascherato da sottufficiale tedesco e fingendosi ubriaco sperava di passare inosservato.
" La colonna, lunga circa un chilometro, alle cinque del mattino parte da Menaggio, ma alle sette, appena fuori dall'abitato di Musso, viene fermata ad un posto di blocco delle Brigate Garibaldi; dopo una breve sparatoria, e in seguito a lunghe trattative, i tedeschi ottengono il permesso di poter proseguire a condizione che venga effettuata un'ispezione, e che siano consegnati tutti gli italiani presenti nel convoglio, nel sospetto che vi fosse il Duce con qualche gerarca in fuga. Mussolini, su consiglio del capo della sua scorta SS, il sottotenente Fritz Birzer, indossa un cappotto e un elmetto da sottufficiale della Wehrmacht, si finge ubriaco e sale sul camion numero 34 della Flak, occultandosi in fondo al pianale, vicino alla cabina di guida, ricoperto da una coperta militare. A nessun altro italiano sarà concesso di tentare di seguire nascostamente Mussolini nel convoglio.
Intanto, durante l'attesa in cui si svolgevano le trattative, alcuni gerarchi fascisti che accompagnavano Mussolini si consegnano al parroco don Enea Mainetti, nella canonica di Musso, che li affiderà ai partigiani. Il sacerdote venne a conoscenza della presenza di Mussolini nella colonna e ne diede comunicazione a "Pedro".
Verso le ore 16 del 27 aprile, durante l'ispezione della colonna tedesca in piazza a Dongo, Mussolini viene riconosciuto dal partigiano Giuseppe Negri sotto una panca del camion n. 34. Viene perciò prontamente disarmato del mitra e di una pistola Glisenti, arrestato e preso in consegna dal vicecommissario di brigata Urbano Lazzaro "Bill" che lo accompagna nella sede comunale, dove gli viene sequestrata la borsa di cui era in possesso".
Baltasar Mateus | | | | |
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