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"Cari COMPAGNI, sì, compagni, perché è un nome bello e antico, che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino «cum panis», che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l' esistenza, con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze...NON DISARMARE IL CERVELLO, l' arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza...Noi della Resistenza siamo Compagni perché abbiamo sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme, vissuto il pane della LIBERTA' che è il più difficile da conquistare e mantenere."
(dalla lettera di Mario Rigoni STERN, inviata nel 2007 al Convegno Provinciale dell' Anpi di Treviso)
Il compito degli uomini di cultura è oggi più che mai quello di seminare dubbi, non già di raccogliere certezze.
Norberto BOBBIO
Spesso sono gli inquisitori a creare gli eretici.
Umberto ECO, Il nome della rosa, 1980
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"Alla pace bisogna arrendersi, quindi arrendetevi! Alzate tutti le mani e partiamo"
MICHELE, uno dei bambini della scuola di Varano che hanno aperto la Marcia per la Pace Perugia - Assisi il 19 ottobre 2014.
"Totò Rina ha dato la mia dichiarazione di morte, ma sui terreni confiscati alle mafie abbiamo aperto poco fa l'ultima cooperativa e questa è la risposta da dare, questa è la pace":
Don CIOTTI alla Marcia per la Pace Perugia - Assisi 19 ottobre 2014
" Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare"
Giovanni FALCONE
La fame uccide più dell'ebola, ma non è considerato un problema importante, dal momento che un ricco non può morire di questo
CIT. dal web
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Questa è memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring
e dai loro soldati di ventura
dell’ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell’altipiano
fucilati ed arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto,
il civile consenso
per governare anche il cuore dell’uomo,
non chiede compianto o ira,
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua Brigata
piegarono più volte
i nemici della libertà.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini di ogni terra
non dimenticano Marzabotto,
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
Salvatore QUASIMODO
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Si piegano le Querce
come salici
sul cuore delle rocce
a Monte Sole.
Hanno memoria le Querce, hanno memoria.
Memoria di sanguigne uve
pigiate in torchi amari
memoria di stermini e di paure
memoria della scure
nel ventre delle madri.
Hanno memoria le Querce, hanno memoria.
Memoria di recinti profanati
memoria dell’agnello e del pastore
crocefissi
tra reliquie di santi
sull’altare.
Hanno memoria le Querce, hanno memoria.
Memoria dell’inverno desolato
memoria della bianca
ostia di neve
e del Kyrie degli angeli
sul corpo del profeta
decollato.
Ardono le Querce
come ceri
sul candelabro della notte
a Monte Sole.
Cristo figlio del Dio vivo pietà di noi.
Vergine del giglio e dell’ulivo, intercedi per noi.
Beati martiri di Monte Sole, pregate per noi.
Monsignor Luciano GHERARDI
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"La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità"
"A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l'esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato"
PAOLO BORSELLINO
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Avevo Due Paure
La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni
Poi venne la notte del silenzio
In quel buio si scambiarono le vite
Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa
Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa
Poi spuntò l’alba
Ed era il 25 Aprile
Giuseppe Colzani - Poeta Partigiano
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