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Arrivai a Milano costeggiando i navigli;
molti disperati popolavano la riva
e nella loro follia parlavano di quiete.
Cercavo di afferrare la mia immagine nelle torbide acque
Prima di cadere e affondare
nel mio fato battesimale.
Il resto era palude, palafitte,
mercanti di ogni tipo,
ricercatori di cornamuse
perse nella notte dei tempi.
Un’aborigena mi prese per mano
portandomi nel suo nido,
la fecondai fino all’ultima covata.
Dandole fino alle ultime forze
mi trovai con le spalle
scagliate su questa terra
pensai fosse la mia tomba,
ma il cielo si aprì
mostrandomi la costellazione.
Le campane del duomo
raddoppiavano il loro rintocco
dandomi il benvenuto,
mettendomi nelle tasche le loro leggi
e sulla fronte un marchio.
J. Manuel Serante Cristal | | | | |
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