Episodio 10 - " Mister Corvus "
 


- Voi due…contro il muro insieme agli altri !

Ordinò Grandinov, armato di un Kalashnikov super potenziato.
Bon e Cooper ubbidirono alzando le mani e raggiunsero Johnson, Brunetta Ford e Coyote, che aveva un livido sotto il mento per esser stato colpito con un bastone da Loreine De Paris.

- Non vi posso lasciar soli per un minuto che mi combinate dei guai…
- Siamo esausti per la partita Billy. Quell’ uomo sembra fatto d’ acciaio…

Gli rispose Johnson indicando il massiccio Grandinov.

- Ora basta !

Ordinò il Russo con voce gutturale.

- Seguitemi.
- E dove ?

Domandò Bon.

- Non ti sei accorto che siamo tutti spacciati ? Siamo soli, sperduti nei ghiacciai del Polo, all’ interno di una base sfasciata dalla nostra brutale ignoranza. Abbiamo i giorni contati e tu giochi ancora alla guerra…
- Io sono un guerriero e la mia missione è vincere….così quel che…io…

All’ improvviso, un luminoso fascio di scintille scaturì dalle orecchie di Grandinov.
L’ uomo sembrò come colpito da un fulmine, si irrigidì e cominciò a saltellare perdendo olio ed ingranaggi da ogni parte.

- Accidenti ! Ma è un robot !

Esclamò Cooper, mentre tutti erano rimasti a bocca aperta.
D’ improvviso l’ automa cadde in avanti, svelando alle sue spalle la figura di Loreine De Paris, la quale teneva in mano un lungo pugnale.

- Game over…

Sentenziò la donna nei riguardi dell’ ultima arma di Galbarov.

- Grazie….

Le disse Bon, mentre si avvicinava ai resti del robot Grandinov.
- Col cavolo !

Rispose Loreine, che poi si gettò sul kalashnikov. Bon però, riuscì a mettere un piede sopra l’ arma e subito gli altri intervennero bloccandola. La donna ebbe una crisi di nervi.

- Basta ! 

Urlò divincolandosi come una belva.

- Mi date la nausea, il voltastomaco ! Sono arcistufa della guerra, dei morti, del freddo….sono sporca…puzzo !
- Si sente…

Disse Brunetta colpendola alla testa con una poltroncina. Su Loreine calò la notte.
Ora, l’ unica persona in grado di salvarli era Pinguinik. Lui sapeva il luogo preciso dove sarebbe attraccato il “ Fish “ Americano. Dovevano assolutamente trovarlo ma come ? Si misero a scrutare dalle finestre della base l’ orizzonte ghiacciato, chiedendosi quale creatura straordinaria potesse riuscire a sopravvivere in 
quell’ ambiente così ostile. IL giorno seguente, rimasero bloccati nella base a causa di una violenta bufera artica. Non potendo far nulla, Bon e Brunetta si barricarono nella stanza dell’ infermeria, mentre invece Cooper e Coyote passarono il giorno a raccontarsi a vicenda le loro avventure. Nell’ ala prigioni, Elvis Johnson era seduto davanti alla cella di Loreine De Paris e cantava.

- Ohi Loreine ohi…ehi ehi sei bellissima ehi…ti sposerei ma tu…ohi ohi…non vuoi..

Loreine mise in azione il suo fascino, fatto di occhi dolci e sguardi maliziosi.

- Che bella voce che hai….
- Ehi grazie ehi….

Se ti avvicini un po’ ti potrei accarezzare attraverso le sbarre. Johnson a quel punto smise di suonare e si guardò intorno, passandosi la mano tra i capelli untissimi di grasso.

- Non tentare di fare la furba con me…
- Sono stufa di fare la furba…voglio solo coccole e tenerezza. Potrei fare qualsiasi follia per riuscire a tornare a casa….

Johnson si addolcì e si avvicinò. Nessuno poteva resistere a Loreine De Paris.
Appena fu vicino, Loreine lo afferrò e dopo avergli morsicato il naso, gli fece più volte sbattere la faccia contro le sbarre della cella. Dopo averlo così intontito, la donna riuscì a sottrargli le chiavi e una volta evasa, infierì su di lui con odio, rifilandogli dei fortissimi calci. Stava per sfasciargli anche la chitarra, quand’ ecco che una voce rilassata la fermò.

- Non ho mai visto una creatura come te….

Disse Pinguinik, che era appoggiato alla parete e la stava osservando attraverso la sua misteriosa ed impenetrabile maschera. Ansimante Loreine ricambiò i suoi sguardi come una tigre in gabbia.

- Vedo che sei a tuo agio in quest’ inferno….

Gli disse la donna cercando di scovare in lui qualche punto debole.

- Chissà, forse sono un demonio…

Rispose Pinguinik avvicinandosi lentamente.

- Siamo due gelidi demoni senza cuore e probabilmente è arrivato il momento di abbracciarci…

Continuò lui mentre avanzava.
Loreine provò come una morsa al cuore : ma chi era questo misterioso personaggio che non tradiva la minima emozione e che le stava facendo ribollire il sangue nelle vene ?

- Vuoi vedere cosa c’ è sotto la maschera ?
- Non…non ne sono sicura…

Balbettò la donna.
Ora Pinguinik le era vicinissimo ma lei era come impietrita.

- Guarda il prodotto del male, guarda ciò che avete fatto….Quando si sfida la natura si perde.

Pinguinik si tolse la maschera e Loreine senza emettere un respiro svenne.
Dopo essersi ricoperto il volto, lui la sollevò come una piuma e poi si diresse verso l’ esterno della base.

- Dove vai amico ?

Gli chiese Bon arrivato solo in quel momento. Pinguinik si voltò e una lacrima gli scivolò dalla maschera fin sul pavimento.

- Accanto ad Elvis Johnson c’ è qualcosa per voi, un regalo…
- Dove te ne vai con Loreine ?
- All’ inferno…
- Ah !

Ora Pinguinik, sotto l’ oscura maschera protettiva, sembrava per la prima volta sorridere. IL suo era un sorriso di vendetta ed odio profondo.

- Adesso lei è mia. Voi andatevene e non tornate più qui. Fate conto di averci visti morire.

Uscì nel bel mezzo della bufera e sparì.

- Buon viaggio amico…

Gli disse Bon vedendolo scomparire.
Elvis Johnson intanto, si stava riprendendo tutto dolorante. Accanto a lui, Pinguinik aveva lasciato un biglietto con scritto la data e il punto esatto dove sarebbe attraccato il “ Fish “. Vedendolo Bon si mise a ballare per la felicità ed Elvis Johnson, pur dolorante, volle accompagnare la sua gioia con la chitarra.

- Ehi ehi si torna a casa ehi…ohi ohi dolce casa ohi…

La gioia dei due durò pochissimo, perché improvvisamente in tutta la base risuonò l’ allarme rosso. Corsero affannosamente fino alla sala comando e lì trovarono Brunetta Ford che si stava giustificando con tutti gli altri.

- Non ho fatto apposta, devo averla urtata per caso.
- Cosa diavolo succede ancora !?

Domandò Bon.

- Questa ochetta ha azionato la leva che apre le gabbie delle zanzare !

Rispose infuriato Coyote.

- Brunetta Ford non è un’ ochetta…è una splendida ochetta…

Brunetta sembrò non gradire troppo il complimento.
Intanto, tutti si erano accalcati davanti all’ unico monitor ancora funzionante, che stava mostrando la fuga collettiva delle zanzare dalle loro gabbie.

- Accidenti, senza antidoto siamo spacciati !

Esclamò Cooper.

- Fuori c’ è una bufera tremenda, dove potremo nasconderci ?

Si domandò Johnson.

- Seguitemi.

Ordinò Bon.

. Ci rifugeremo in uno dei passaggi segreti costruiti da Galbarov e quando arriverà il Fish, lasceremo la base qualunque siano le condizioni meteo..anzi..
meteleo…si insomma…il tempo che farà….
- Basta parlare !

Lo redarguì Coyote.

- Mettiamoci in salvo.

Tutti lo seguirono verso la botola a chiusura ermetica ma Johnson, che chiudeva il gruppo, si attardò senza un motivo apparente.

- Ti muovi o no !?

Gli urlò Bon.

- Mi sono accorto di avere la chitarra scordata…
- Vai al diavolo !

Bon riprese a correre ed in breve tempo raggiunse gli altri nel tunnel. 
Qualche secondo dopo, inspiegabilmente la botola si chiuse, lasciando fuori il povero Johnson, che neanche se ne accorse. Solo quando udì il ronzio delle prime zanzare che ormai stavano sopraggiungendo, cercò invano una via di fuga ma….
ormai era troppo tardi. In breve tempo, una miriade di zanzare invase il locale.
Intanto nel buio del tunnel, qualcuno domandò :

- Ci siamo tutti ragazzi ?
- No….non sento odore di grasso di foca…

Rispose Bon.

- Credo che Johnson sia rimasto nella sala comando.
- Ma è pazzo !?
- Calmatevi ragazzi…vado io…

Bon si avviò in preda ai più funesti presagi, maledicendo la dannata chitarra
dell’ amico, che dall’ inizio del viaggio li aveva così tanto torturati e che ora aveva 
probabilmente causato una terribile disgrazia. In prossimità della botola di uscita, temendo il peggio, impugnò la sua 38 a tripla canna ma….inaspettatamente al suo orecchio giunse una strana musica. Si fece coraggio e dopo aver aperto, ciò che gli si presentò davanti agli occhi lo lasciò letteralmente impietrito. Johnson stava seduto al centro della sala comando e imbracciando la sua chitarra cantava :

- Ehi ehi zanzara ehi….ohi ohi siamo amici ohi…

Inspiegabilmente tutte le zanzare era riunite attorno a lui e svolazzando sembravano quasi inscenare una danza felice.

- Pssstt…

Gli sussurrò Bon per attrarre la sua attenzione.
Johnson lo notò e a sua volta gli sussurrò tra i denti :

- Non ora…finalmente ho un pubblico…

Detto questo, si scatenò in un assolo virtuoso e violento, ballando sui tavoli e strisciando sul pavimento con la schiena. Le zanzare continuavano ad essere come incantate e seguivano il loro idolo sempre muovendosi a tempo con la musica.
Bon ebbe a quel punto un’ illuminazione delle sue e così tornò dagli amici per spiegare ciò che aveva visto.
Dapprima tutti furono increduli ma quando Bon li condusse nella sala comando, non ci furono più dubbi e così nessuno si rifiutò di seguire il piano che l’ investigatore aveva architettato. Fu così che il nostro eroe convinse Johnson a seguirlo senza smettere di suonare, convincendolo che anche gli altri desideravano assistere al suo trionfo.

- Oh va bene Bon oh…

Gli rispose cantando Elvis, che omai era come “ in trance “.
Così, come il pifferaio che trascinava dietro di sé i topi, Johnson era seguito da una scia di zanzare danzanti. Passo dopo passo, entrarono nella sala fonderia, dove Galbarov forgiava i suoi mostruosi robots meccanici. Bon guidò Johnson fin dentro ad un forno gigante. Assicuratosi poi, che tutte le zanzare fossero all’ interno, prese per il bavero l’ amico chitarrista e lo trascinò fuori, richiudendo poi lo sportellone.
Una volta all’ esterno lo abbracciò.

- La tua musica salverà l’ America !

Johnson era triste.

- Che ne sarà del mio pubblico ?
- Ne avrai di meglio !

Mentì Bon, mentre Coyote alzava il termostato del forno portandolo al massimo.

- Ragazzi, il Fish attracca oggi…: si torna a casa !

Disse poi Bon felice.

- Con un po’ di fortuna riusciremo a portare in salvo la pelle….e tu proteggi per bene la tua chitarra….è la cosa più preziosa che abbiamo !

Si ricredette Bon.
Per di più, la fortuna sembrava finalmente sorridere ai nostri eroi, visto che la bufera si era calmata. Orientandosi con una bussola, Bon condusse il gruppo al luogo dell’ appuntamento. Lì trovarono il Fish, che già era attraccato da un paio di giorni.
IL Capitano spiegò che se avessero ritardato di qualche minuto sarebbe partito, visto che con quella bufera che imperversava, non si sarebbe potuto mandare degli esploratori nelle zone interne. Quasi subito ci fu la partenza e Bon, guardando da un oblò, volle dare un ultimo sguardo a quell’ impervio ed inospitale continente, che per tutti quei giorni era stato teatro di tutte quelle articolate ed avventurose vicende.
Fu così, che vide nitidamente Pinguinik, che li salutava per l’ ultima volta. Dietro di lui c’ era la sua slitta. Incredibilmente, tra la muta dei cani spiccava la rossa chioma di Loreine De Paris, anch’ essa legata insieme agli altri….Bon a quella vista, dapprima restò turbato, giudicando quella una punizione troppo crudele per una donna così bella, poi però, dopo averci ripensato, concluse che in fondo quella era proprio la fine che la terribile Francese si era meritata. IL sommergibile attraccò a Seattle, dopodiché i nostri esausti eroi volarono fino a New York. Atterrarono in piena notte, in un aeroporto deserto e blindato. Ad attenderli vi era un piccolo corteo di ricevimento, capeggiato dal sindaco Marcomains. Bon notò subito che anche coloro che erano rimasti in città, erano profondamente stressati e denutriti.
Perfino Bonner mostrava i segni di un cospicuo dimagrimento. Infatti, aveva due agenti che stavano a suoi lati e che gli raccoglievano i larghi calzoni….
Marcomains fece un breve discorso di saluto e ringraziamento, dopo di che tutti si trasferirono in una vicina stanza interna dell’ aeroporto, per subito studiare un piano di definitiva distruzione delle zanzare. Lì trovarono il Prof. J.J.J. Washington,
il quale subito si mise a spiegare il motivo per cui le onde sonore emesse dalla chitarra di Elvis Johnson, avevano un potere così forte e trascinante nei confronti di quelle antiche creature.

- Ho scoperto nei miei più recenti studi, che questi insetti primitivi comunicavano secondo una sorta di linguaggio musicale…così come gli stessi uomini primitivi…
…no !…Mi confondo !….Mi avete capito !? Se per caso non capite alzate la mano…
- Siamo tutti esausti, finisca il suo discorso e basta !

Urlò Bonner mentre intingeva un biscotto dentro un freddo cappuccino.

- Come dicevo…prima di essere interrotto….queste zanzare vedono nel musicista una sorta di “ leader “, perché esso incarna il loro linguaggio primordiale : guardate questo schema…. 
- Ma è un pentagramma !

Fece notare Johnson.

- No…sembra…: in realtà si tratta di un codice scientifico di comunicazione preistorica….
- Basta !

Urlò di nuovo Bonner.

- Fate parlare l’ Ingegner Jean Baptiste Frigeire…

Salì sul palchetto un omone vestito in modo elegante, il quale dopo aver salutato tutti in modo garbato se ne andò….

- Insomma, qualcuno mi spieghi !

Urlò di nuovo Bonner spazientito.
Anche se sfinito, fu di nuovo Bon a prendere in pugno la situazione. Salì sul palchetto, si schiarì la voce con due colpi di tosse e poi prese la parola.

- IL carissimo Ingegner Frigeire non parla Americano, se permettete vi spiegherò io la situazione. Dal sommergibile abbiamo comunicato il fatto provocato dalla chitarra di Johnson. L’ Ingegnere, con alcuni suoi collaboratori, ha allora costruito, a tempo di record, un gigantesco forno che ora è situato a Time Square. Johnson suonerà la sua musica proprio da dentro il forno ed essa verrà trasmessa in tutta la città, con la speranza di riuscire ad attirare tutte le zanzare esistenti. Che la fortuna sia con noi signori…



Concluse Bon, che poi nel scendere dal palchetto inciampò, finendo col cadere addosso al Prof. J.J.J.Washington, che nel frattempo, come tutti, si era addormentato esausto. IL giorno seguente, il suddetto piano funzionò alla perfezione e così le zanzare polari vennero sconfitte nel modo più impensato.
Elvis Johnson divenne una celebrità. IL sindaco Marcomains decretò che in ogni piazza della città si erigesse una sua statua. Col suo nome venne chiamata una grande via del centro ed anche un grande teatro a Time Square. Addirittura anche sulla fiaccola della statua della libertà, venne inciso il nome del musicista che aveva salvato New York. Malgrado tutto questo però, il povero Elvis non riuscì a vendere neppure un disco…Per di più, pochi anni dopo, di lui svanì anche il ricordo, perché un nuovo astro nascente offuscò la sua fama : Elvis Presley…
A questo punto, l’ unico tassello mancante era Mister Corvus. Chi era ? Dove si nascondeva ? La diabolica mente che aveva manovrato nell’ ombra quella terribile organizzazione, era ancora latitante e sembrava irraggiungibile. New York intanto, riprendeva lentamente la sua vita normale e si leccava le profonde ferite.
IL famigerato circo di Kiev sopravvisse a tutti questi oscuri eventi. IL fratello di Niolay Nikolov, Nikolenko, dimostrò di essere all’ oscuro di tutti i loschi traffici avvenuti ed inoltre si rivelò un abile impresario, portando il circo a fare spettacoli nelle piazze più prestigiose. Insomma, alla luce di tutto questo, tutto sembrava volgere verso il classico lieto fine. Intanto, in un altro luogo…
Le innevate montagne del Montana, facevano da cornice ad una limpida e frizzante alba. Bon venne svegliato dai primi raggi del sole nascente, si voltò e vide Brunetta che ancora…russava accanto a lui. Si mise l’ impermeabile da camera e poi andò sul balcone, per respirare una buona boccata di aria leggera di montagna.
Appoggiato alla ringhiera, ammirava il paesaggio quasi fiabesco, gustandosi la pace e la tranquillità di quel luogo. Ad un tratto, venne distratto dall’ improvviso gracchiare di un corvo….

- CRA…CRA..

Infatti, su un ramo di pino che sfiorava il balcone, stava appollaiato un grosso corvo che gli dava la schiena.

- Toh…un corvo gigantesco….

Disse tra sé Bon.

- Non un corvo qualsiasi…..Mister Corvus !

Gli disse il corvo voltandosi e svelando un volto umano che fece letteralmente rabbrividire Bon.

- Aaahh !!
- E così finalmente ci incontriamo, caro investigatore…

Gli disse l’ orribile creatura.

- Deve sapere che sono ben poche le persone che hanno avuto il privilegio di vedermi…ed ancora meno quelle che sono sopravvissute….
- Ma chi o cosa siete voi !?

Chiese Bon ancora sconvolto.

- Io sono il primo esperimento di Valery Galbarov ! La sua prima e meglio riuscita creatura…..La mente perfetta, signor Bon, che alla fine ha dominato il suo stesso creatore….CRA !
- Questa volta però avete perduto….
- E perché mai !? Io sono ancora vivo…è lei signor Bon che sta per morire…CRA !

Sotto la zampina infatti, Mister Corvus aveva un piccolo telecomando da cui spuntava un’ antenna.

- L’ intero palazzo è stato minato ieri sera. La mia vendetta inizierà con la sua morte…e poi niente potrà fermarmi. Vuole dire qualcosa prima di morire signor Bon?….CRA…

In quel mentre, su una stradina sottostante, stavano per passare due stanchi cacciatori, che in tutta una mattina non avevano preso neanche una piccola preda
Uno dei due notò il grande corvo e diede una gomitata all’ altro dicendogli :

- Ehi Lewis….guarda che cornacchia che c’ è là in alto…
- Questo non mi sfugge !

IL cacciatore prese la mira e poi sparò deciso.

- BOUMMM !!

Crivellato dai numerosi pallettoni, Mister Corvus guardò ancora per qualche istante Bon col suo ghigno da vincitore, dopodiché cadde inerme ai piedi dei due cacciatori.

- Aaaahhh !!

Urlarono nel vedere l’ orribile creatura che avevano appena ucciso.
Il povero Lewis si accasciò a terra vittima di un infarto, mentre l’ altro fuggì via e perse per sempre l’ uso della parola : non andò mai più a caccia in tutta la sua vita…
Prima dell’ arrivo dell’ elicottero ambulanza, Bon scese e si precipitò a sotterrare Mister Corvus, per nasconderlo per sempre all’ opinione pubblica. 
Mentre l’ elisoccorso volava via, il nostro eroe tornò nella stanza e si rimise a letto accanto a Brunetta, che in barba a tutto continuava a dormire tranquilla.
Appena lui le fu accanto, lei si svegliò e preoccupata gli chiese :

- Sei sveglio Billy ?
- Si.

Dopo aver per un attimo guardato il soffitto con lo sguardo perso ed aver tirato un sospiro, si rivolse di nuovo al suo amato dicendogli :





- Quanta morte, quanto male…Tutto questo per colpa di soli pochi uomini malvagi, che distruggono in poche tempo ciò che persone sagge hanno creato sacrificando a volte la loro stessa vita….Perché le cose devono sempre andare così Billy ?

Bon non voleva, di fronte ad una simile domanda, dare all’ amata una risposta qualunque. Senza farsi notare, sfilò dal cassetto del comodino il vocabolario di Francese regalatogli dall’ Ingegner Jean Babtiste Frigeire, in cerca di qualche aforisma d’ effetto, che in Francese sarebbe stato proprio il massimo.

- Ma Billy, stai dormendo ?

Domandò la ragazza non avendo ancora avuto una risposta.

- Come giudichi tutto il male che regna su questa terra ?

Bon si voltò e con la sua tipica espressione da ebete sentenziò :

- C’ est la vie !

Brunetta ci rimase malissimo, al punto che dopo pochi giorni lo avrebbe lasciato...
…E mentre Bon, fiero di aver dato alla sua amata la risposta più giusta, si alzava dal letto dicendo :

- Iuooaahhh !!

….Un uomo…anzi…un pugile…, John Kane, trascinato da due aquile reali, volava nel cielo azzurro di quella lontana America, che ancora tante ne doveva vedere,
soprattutto da parte di Bon…




The End

Non perdete la prossima avventura dal titolo:

 “Un Samurai a New York“