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Per questa delicata missione, Bon scelse di portare con sé il poliedrico Pinguinik ed il Cap.Cooper.
- Voglio venire anch’ io !
S’ impuntò Custer.
- Lei caro Generale serve qua....a dare il suo valoroso apporto alla resistenza…
Mentì Bon.
- Grazie della fiducia che mi concedete : non ve ne pentirete….
Disse Custer salutandoli militarmente.
Quando Pinguinik si presentò a Bon, questi rimase alquanto sorpreso.
- E’ proprio necessaria quella maschera ?
Infatti, il celebre ladro portava sempre sul volto una maschera da pinguino.
- Si.
Rispose.
- Tutto sommato ti sta bene.
I tre uscirono nel corridoio senza aggiungere altro e lì vennero subito accolti da alcune raffiche di mitra. Subito Custer urlò :
- Copriamoli !
Ma proprio nel dire questo, un proiettile vagante lo ferì al mento, portandogli via completamente il pizzetto.
- Aaahhh !!
Finalmente i tre avventurieri raggiunsero una zona di relativa calma. Erano dinnanzi all’ ingresso dell’ archivio generale della base. Dopo aver eliminato due guardie, ora si poneva il problema di aprire la porta, chiusa secondo un sistema elettronico a codice segreto. Qui entrò in gioco Pinguinik, il quale dopo aver studiato il congegno di apertura, schioccò le dita, facendola miracolosamente aprire. Bon e Cooper si guardarono in faccia allibiti.
- Io questo lo arresto !
Disse Cooper.
- In fondo è un ladro….
- Dove hai imparato simili trucchi ?
Chiese Bon.
- Ho passato anni insieme ai pinguini imperatori.
- E allora !?
- E’ inutile…tu non puoi capire…
Ed entrarono. All’ interno però, quattro agenti di sorveglianza erano nascosti e li stavano aspettando. Ne scaturì una violenta colluttazione e partirono anche alcuni colpi di pistola. Pinguinik e Bon riuscirono a mettersi in salvo nel corridoio adiacente. Quando però Bon si voltò, per cercare il Capitano, lo vide per terra con tre agenti di sorveglianza che lo stavano ammanettando: era di nuovo un prigioniero….L’ investigatore scattò per soccorrerlo ma Pinguinik lo trattenne.
- Credo che la radio sia più importante per le sorti della collettività.
Bon si voltò verso il ladro e lo insultò.
- Tu non hai un cuore !
- E’ vero.
E si avviò.
- Io questo non lo capisco !
Commentò Bon tra sé. Arrivarono in seguito di fronte alla porta della sala radio. Anche questa però, era ermeticamente chiusa. Pinguinik questa volta sembrava in difficoltà e per di più si sentivano alcune guardie avvicinarsi. Bon preso dallo sconforto, scaricò l’ intero caricatore della sua 38 a tripla canna sulla porta, che però non si scalfì nemmeno.
- E tu vorresti entrare così ? Ha ha ha….
Lo derise Pinguinik.
Bon avrebbe voluto sparargli.
- Seguimi.
Gli disse poi l’ esquimese.
Afferrò un estintore appeso al muro e con esso mandò in frantumi una grossa e spessa finestra del corridoio. IL vento gelido li assalì come una belva affamata.
Bon uscì fuori e si ritrovò avvolto nel buio della tempesta. Non poteva vedere un accidente di niente e si sentiva completamente perso. Seguì a tentoni il muro e la prima finestra che trovò la infranse sparando con la 38. Entrò e si trovò nella sala radio. Pinguinik era già lì e lo stava aspettando.
- Ma che diavolo è successo !?
Disse Bon isterico.
- Non amo mostrare i miei trucchi agli estranei.
- Maledetto idiota….sono mezzo congelato per colpa tua !
- Non abbiamo tempo adesso per queste sciocchezze….Sappi che mentre tu eri fuori, ho anche eliminato gli agenti che ci seguivano.
- Ah !
Bon si mise subito a trafficare con la radio e dopo alcuni tentativi riuscì a collegarsi col Pentagono. Venne messo in comunicazione col Generale Price, il quale gli spiegò la nuova situazione politica mondiale, venuta a crearsi in seguito ai terribili avvenimenti accaduti lungo le coste dell’ Alaska. I Russi avevano preso decisamente le distanze dai ribelli della base “ Nova Vodka “. Consideravano traditori i due “ Kruska “ che avevano causato il disastro di quella battaglia. Sembrava inoltre che nel Cremlino, alcuni politici corrotti stessero tramando loschi piani all’ insaputa del legittimo governo. A capo di tutto c’ era il fantomatico ed imprendibile Mister Corvus. Ora però, tutto sembrava chiarito e Russi ed Americani, in collaborazione con Europa e Giappone, stavano lentamente smascherando tutti i componenti di questa diabolica organizzazione. Da Seattle, qualche giorno prima, era partita la corazzata Texas, coadiuvata dai due sommergibili “ Fish one “ e “ Fish two “, che aveva il compito d’ incontrarsi al largo dell’ Alaska con due “ Kruska “ amici. IL compito di Bon e compagni invece, era quello di resistere il più possibile.
L’ investigatore segnalò la partenza del sommergibile sospetto, mentre Price a sua volta lo informò che a New York la situazione era abbastanza sotto controllo.
Saputa la triste notizia della morte dell’ amico Flanagan e dell’ arresto del vice procuratore Thompson, Bon augurò buon lavoro al Generale e poi staccò il collegamento. Ai due però, era sfuggita una micro telecamera che da tempo li stava spiando dall’ alto….
- Te….te la do io la corazzata Texas…
Sussurrò il diabolico Galbarov.
Bon e Pinguinik uscirono nel corridoio. Appena fuori però, vennero sorpresi dal forte rumore di un pesante oggetto che rotolava. I due si voltarono e….videro in lontananza la sagoma di un gigantesco pallone da calcio, grande quanto il corridoio stesso, che a velocità sostenuta avanzava verso di loro. Bon preso dal panico iniziò a correre, senza curarsi delle sorti del suo compagno d’ avventura. Sentiva il pallone avvicinarsi inesorabilmente e schiacciare tutto quello che si trovava sul suo cammino. Si rese presto conto dell’ orribile fine fatta da Pinguinik.
- Povero Pinguinik……
Pensò mentre correva.
- Era antipatico ma non meritava una simile fine….
Intanto Galbarov nel suo laboratorio, manovrava il pallone meccanico mediante un joy- stick collegato ad un computer. Da uno schermo poteva osservare lo sguardo allucinato di Bon, che terrorizzato fuggiva. In quel momento nel laboratorio entrò Loreine De Paris.
- Perché mi hai fatta chiamare ?
- Vi….vieni a vedere….Lo…Loreine….
La donna gli si avvicinò e poi guardò nel monitor.
- A…adesso lo schiaccio…come u…un uovo…
Diede però uno strattone troppo deciso al joy-stick, che si spezzò e gli restò in mano.
- Ma nooo !!
Il pallone si fermò di colpo e poi ripartì senza controllo, infilandosi in un corridoio sbagliato e maciullando diversi agenti Russi, prima di finire la sua corsa contro il muro della sala minerali, che si sfondò liberando Brunetta.
- Ma nooo !!
Continuava a ripetere Galbarov incredulo.
Loreine De Paris, vedendo sullo schermo Brunetta Ford che fuggiva, venne colta da un attacco d’ ira furente, che sfociò sul povero Galbarov, il quale finì con la testa dentro al monitor.
- Goditelo per bene il tuo giocattolo…..imbranato !!
La donna uscì di corsa e si mise subito ad organizzare la cattura di Brunetta.
- Lo….Loreine…dove vai…..mi brucia la faccia…
Le stava dicendo il bruciacchiato Galbarov, mentre si toglieva i pezzi di vetro dal viso. Bon intanto era riuscito a tornare nella sala sorveglianza. Raccontò quanto accaduto agli sfortunati Cooper e Pinguinik e riferì anche le confortanti notizie apprese dalla voce del Generale Price. Le munizioni però, si stavano esaurendo e gli esquimesi di Pak Pak Pak erano ormai stati respinti. Ora le cose non si mettevano per niente bene.
- Euhm….aurg…euhm….
Stava dicendo intanto Petasciov, chiamato alla radio dall’ ala ovest, al sicuro e lontano dai combattimenti.
- Mi sente commissario ?
Domandava una voce gracchiante proveniente dal lontano Cremlino.
- Euhm…forte e chiaro…
Rispose Petasciov.
- Avete l’ ordine categorico di arrendervi agli Americani, mi ha sentito !?
- Come !?
Gridò incredulo Petasciov.
- Ma se ormai stanno per cedere !
- Siamo sull’ orlo di un collasso a livello mondiale. La situazione è delicatissima. L’ operazione “ zibellino bianco “, ideata e condotta da alcuni politici corrotti, con lo scopo di ricattare gli Americani facendo uso di armi chimiche e batteriologiche, è stata smascherata dal legittimo ed unico governo di Mosca…Mi ha capito commissario Petasciov ?
- Ma io…euhm….aurg….pensavo che….aurg…
- Un soldato non pensa commissario…..e soprattutto non fuma così tanto…
Ora lei ubbidirà ai miei ordini subito.
Gli intimò il Ministro della difesa Shevcenko, intervenuto nell’ ultima parte della conversazione. Petasciov venne colto da un tremendo attacco di tosse isterica.
Solo dopo alcuni minuti, ansimante e sudato, poté finalmente rispondere.
- Siete un branco di codardi !….Aurg…Io non prendo ordini da voi….ma solo da Mister Corvus….
- La scongiuriamo di ripensarci. Questo Mister Corvus non è che un volgare criminale.
Si inserì di nuovo il Ministro Shevcenko.
- Vuole forse scatenare un conflitto mondiale !?
- Se sarà necessario per far risorgere l’ amata Russia sì….euhm….aurg…
- Verrà fucilato per questo !
- Vedremo….euhm….aurg…
Petasciov tossì talmente forte, che l’ anziano e cardiopatico Shevcenko venne colto da un acutissimo attacco di coronarie. La trasmissione radio s’ interruppe così.
Petasciov dal canto suo, si accasciò in preda ad una seconda violentissima crisi di tosse. Una volta ripresosi, per calmarsi arrotolò dei fogli ciclostilati trovati vicino alla radio e poi se li fumò…..La prima cosa che fece Brunetta Ford, una volta uscita dalla sua improvvisata prigione, fu raccogliere quante più armi poteva dai cadaveri dei soldati spiaccicati dal pallone meccanico. Dopodiché, si mise a vagare senza meta in cerca della salvezza. S’ imbatté quasi subito nella zona delle prigioni e vi ci s’ infilò, nella speranza di trovare qualche prigioniero disposto a collaborare. Tra le varie armi che aveva raccolto, vi erano anche due pistole munite di silenziatore. Così, nei lunghi corridoi della base, riuscì ad eliminare alcune guardie senza destare sospetti. L’ ultimo di questi portava legato alla vita un grosso mazzo di chiavi magnetiche. Brunetta glielo strappò e poi finalmente si trovò dinnanzi ad una lunga serie di celle. Ognuna di queste ospitava un detenuto, praticamente tutti catturati durante l’ attacco alla base “ Freezer One “. Vi erano alcuni ufficiali ed anche scienziati. Nell’ ultima cella, liberò nientemeno che il famosissimo Victor Atoms, ridotto ormai ad uno straccio, dopo violenze e torture di ogni genere.
- Acqua per carità !
La supplicò il vecchio scienziato martoriato.
- Non bevo da giorni, non mangio da settimane…
- Hi hi hi…..
Rispose Brunetta Ford, che anche stavolta non si smentì.
Atoms crollò a terra privo di sensi. Alcuni ufficiali liberati, uscirono all’ esterno da un condotto e portarono dentro alcune manciate di neve, con le quali tutti si dissetarono. Intanto Galbarov, chiuso nel suo laboratorio e mentalmente lontano da tutti i tragici eventi, stava lavorando ad una modifica alle zanzare a cui aveva pensato poco prima. Si era a tal fine fatto portare una zanzara rinchiusa in un involucro di vetro. Come al solito, indossava la sua famosissima tuta con la scritta
“ V.Galbarov “ sul petto ed il mitico n° 10 di Skoglund sul dorso, suo idolo
dell’ Inter. Mentre armeggiava coi suoi attrezzi, urlò a un inserviente :
- Po….portatemi il mio pa…pallone da calcio…de…devo concentrarmi….
Un timido inserviente entrò e gli consegnò il pallone. Poi Galbarov prese a palleggiare con stile.
- Op…op….ma vieniii !!
Dopo alcuni palleggi, come sua consuetudine, calciò il pallone in un canestro appeso al muro, applaudito da tutti gli inservienti presenti.
- O…ora ho le idee chiare…inserirò il pungiglione di un calabrone africano nella parte posteriore delle zanzare e poi lo bombarderò coi raggi straviolacei….per renderlo radioattivo..
- Ma Dottore….non sarà troppo ?
Protestò preoccupato un inserviente.
- La scienza la co…comando io…
A New York intanto, capitava una cosa incredibile. Le zanzare si stavano adattando a quella nuova situazione di scarsità di cibo e stavano sviluppando nuove risorse.
Avevano ad esempio imparato ad infrangere le finestre e le vetrate più deboli. Iniziò così una seconda fase di terrore per gli abitanti della città, i quali venivano attaccati direttamente nelle loro case o addirittura sorpresi e sopraffatti nei loro letti. Ebbe per forza di cose inizio, una tragica evacuazione della città. Gli elicotteri proteggevano le lunghe colonne di civili con potenti lanciafiamme e da terra
l’ esercito ed anche i pompieri, tenevano lontano i mostruosi insetti dalle zone vitali.
Nel bel mezzo di quella specie di esodo biblico, un predicatore pazzo si arrampicò su una statua dedicata a Giorgio Washington ed iniziò ad urlare il suo farneticante sermone.
- Fermi !…..Non uccidetele….sono creature di Dio…..io non ho paura di loro….io posso parlare con loro…..
A quelle parole, una piccola zanzara neonata si posò delicatamente sulla sua lingua e lo punse.
- Aaaahhh !!
La lingua immediatamente si gonfiò e si congelò. Poi si staccò e rotolando lungo il monumento si frantumò per terra in mille pezzi. Da quel giorno, il predicatore pazzo non poté più pronunciare sermoni di nessun tipo. Alcuni lo derisero, mentre altri invece gli lanciarono insulti ed improperi di ogni genere. In quel caos, molti si rifiutavano di abbandonare la propria casa. Come il vecchio Burnett, che fiero davanti all’ ingresso della sua misera baracca, imbracciando il fucile ed aizzando il suo cane da caccia urlava :
- Non entrerete mai !
Gridava sparando in direzione della casa del suo vicino.
Oppure come Romeo e Juliet, due giovani che approfittando del caos erano finalmente riusciti ad appartarsi, facendola in barba alle rispettive famiglie, da sempre contrarie al loro amore.
- Ti coglierò una rosa……
Stava dicendo Romeo a Juliet.
Scese baldanzoso dalla macchina ma proprio mentre stava per cogliere il fiore
all’ amata, una zanzara lo punse al polso della mano ed un’ altra su un orecchio.
Romeo rimase immobile come una statua di ghiaccio e quando Juliet scese dalla macchina per prendere il fiore dalla mano dell’ innamorato, successe che l’ intero arto si staccò dal corpo e restò fra le mani della giovane inorridita.
- Ahh !! Dio mio !!
La ragazza fuggì e poi, sentendosi perduta senza il proprio amato, decise di togliersi la vita : entrò in una latteria deserta e si suicidò chiudendosi dentro al freezer dei formaggi. Vi furono altri eventi ancor più tragici e violenti. A volte alcune zanzare riuscivano a far breccia tra gli elicotteri, provocando lo schianto a terra di alcuni di questi : era l’ inferno. IL sindaco Marcomains era nell’ ufficio di Bonner, a redarguirlo, visto che non riusciva a fermare quell’ orda di morte. Vedendo il capo della Polizia esausto ed addirittura dimagrito in pochi giorni di oltre 50 libbre, capì che la situazione era proprio ad un punto critico. Solo un miracolo poteva salvare New York.
- Ci vorrebbe un miracolo !
Stava dicendo in quel momento Bon, asserragliato con gli altri nella sala sorveglianza. Custer però, che era un vero guerriero, non credeva certo ai miracoli.
Si accordò con gli ultimi valorosi esquimesi rimasti, si alzò in piedi sguainando la spada e gridò :
- Seguitemi alla breccia amici ! Alla breccia !
Scattò come un pazzo verso il corridoio controllato dal nemico ma all’ ultimo momento i guerrieri esquimesi si fermarono e lui si ritrovò da solo ancora una volta, proprio come il suo antico avo a Little Big Horn…Venne crivellato senza pietà e morì gridando :
- Viva gli Indiani !
Tutti dovettero trattenere un commosso Coyote, che d’ istinto avrebbe voluto vendicare l’ amico. Appena sembrò più calmo venne rilasciato. Subito però, si rifece su di un ignaro esquimese, massacrandolo di botte. A miglia e miglia di distanza, al Pentagono, il Gen.Price si era stranamente nascosto in un ripostiglio. Dopo aver collegato con dei cavi una piccola radio, si mise a parlare dentro ad un ricevitore.
- Pronto…sono il Gen.Price….nome in codice “ ragno bianco “…..chi mi cerca?
- Caro Price….buon giorno a lei…buon giorno a lei…., sono Mister Corvus.
Lei caro Generale, è la mia ultima carta vincente. Se fallisce, per la nostra organizzazione è la fine.
- Mister Corvus, è stato imprudente contattarmi qui al Pentagono.
- Forse non ha capito….il tempo della prudenza per noi è finito. Siamo con un piede e mezzo nella fossa ormai. Dobbiamo dimenticarci, sia delle zanzare sia di ricattare qualcuno…Ora la priorità è salvare noi stessi dalla sciagura.
E’ sicuro che il comandante della corazzata Texas è un suo uomo ?
- Sicurissimo…..e poi è molto fidato.
- Bene. Allora lo contatti immediatamente sulla frequenza segreta e gli dia queste nuove istruzioni : deve silurare il sommergibile che sta portando le nuove zanzare verso New York…
- Come prego !?
Esclamò Price incredulo.
- Ripeto : silurare ! IL piano “ zibellino bianco “ è annullato. Deve fare questo per dare prova al mondo intero della sua buona fede. Poi, arrivato nella zona dell’ incontro coi due “ Kruska “ Sovietici, dovrà affondarli a sorpresa, in modo da creare nuova confusione tra il governo Americano e quello Russo. Anche i due “ Fish “ sono con noi vero ?
- Sì, Mister Corvus. Continuo però a non capire…
- E’ semplicissimo invece. I Russi dovranno pensare ad un doppio gioco Americano…
- E’ un piano infernale Mister Corvus….che spezzerà molte vite….
- Ma salverà le nostre. Ripeto : dobbiamo creare tensione a livello mondiale, sospetti tra i vari governi, in modo da guadagnare tempo e allentare così la pressione dei servizi segreti che ci stanno schiacciando. Sono stato chiaro Generale Price ?
- Purtroppo sì…..
- Esegua e pensi alle conseguenze per lei e la sua famiglia se venisse smascherato. Lei è un traditore ormai e quindi segua le sue decisioni fino in fondo. Passo e chiudo.
Price passò alcuni interminabili minuti con la testa appoggiata alla radio, dopodiché col volto rigato dalle lacrime, chiamò l’ ammiraglio Mc Willis, comandante della Texas, comunicandogli le nuove istruzioni. Al contrario di Price, Mc Willis sembrava entusiasta di affondare qualche sottomarino. In fondo si sentiva un guerriero ed il suo compito era proprio quello di combattere. Ordinò al responsabile di mettere fuori servizio la radio di bordo e così venne fatto anche sui due “ Fish “. A quel punto furono isolati e si diressero verso i loro ignari bersagli.
Ma Price non si dava pace. IL suo cuore era trafitto dal rimorso, pensava alla sua famiglia ed a cosa avrebbero pensato di lui i suoi figli, il giorno che inevitabilmente avrebbero scoperto tutto. Si mise così a scrivere quasi meccanicamente la sua confessione, rivelando tutto ciò che sapeva, sia dell’ organizzazione sia di alcuni politici invischiati. Indirizzò il tutto al comando supremo, dopodiché si recò al porto più vicino. Lì salì su una barca a remi, prese il largo e sparì per sempre….Letta la confessione shock, al comando si tentò di mettersi in contatto con la Texas ma fu tutto inutile. Le radio erano isolate e la piccola flotta dopo aver affondato il sommergibile che trasportava le zanzare, si diresse inesorabile versi gli altri ignari obbiettivi. Solo poche ore dopo, l’ ammiraglio Mc Willis stava osservando i due
“ Kruska “ galleggiare dolcemente sul mare. Sorrise e tra sé sussurrò :
- Eccoli là quei poveri imbecilli….Se potessero, metterebbero fuori la mano per farci ciao….
- Facciamo fuoco ammiraglio ?
Chiese il Tenente di vascello Reagan.
- Che fretta c’è ? Avviciniamoci per bene…tanto quei poveri idioti non sospettano nulla…
Nel dire questo, Mc Willis fissò Reagan con aria da vero duro, intimorendolo.
Poi si lasciò sfuggire un sorriso alla Clint Eastwood ed aggiunse :
- Eh eh eh….mi piacerebbe vedere com’ è l’ espressione di un uomo che pensa di incontrare un amico ed invece viene preso a cannonate sul grugno…
Proprio in quel momento, Mc Willis restò pietrificato nel vedere la minacciosa strisciata di ben otto siluri che si dirigeva verso la sua Texas. Prima della devastante esplosione, l’ ammiraglio ebbe modo di vedere la citata espressione su sé stesso, guardandosi riflesso su un monitor della plancia di comando. La Texas, devastata da mille scoppi, affondò in non più di tre minuti. Alcuni siluri colpirono anche i due “ Fish “, che però erano prontamente riusciti a rispondere al fuoco improvviso. Dopo innumerevoli boati ed esplosioni tanto potenti, da sentirsi anche nella lontana “ Nova Vodka “, sul mare glaciale piombò il silenzio : erano morti tutti…Nei loro lontani continenti, Americani e Sovietici erano sbalorditi e senza parole. Dopo questa ennesima sciagura, se ne stavano immobili ed impotenti davanti ai loro sofisticati strumenti di guerra. Su tutto e su tutti, sembrava aleggiare un indescrivibile ed inquietante suono….
- Eh eh eh….
Era la lugubre voce di Mister Corvus, che in un luogo lontano ed indefinito, con le sue sofisticate micro telecamere aveva assistito a tutte le vicende. Tutti si ponevano ora la seguente domanda chiave : chi avrebbe potuto adesso salvare il mondo civile da quell’ orrore incalzante ?
- Ah….Brunetta Ford !
Stava dicendo Atoms riprendendosi dal lieve malore avuto.
- Sono stato io uno dei primi ad intuire le sue grandi doti da agente segreto…
Che nome in codice usa adesso ?
- Da qualche anno avrei smesso…..Ora mi dedico a tempo pieno all’ attività
d’ infermiera….Ora però non è il momento per queste cose. Ci sono persone che hanno bisogno del nostro aiuto.
Brunetta passò in rassegna quel manipolo sgangherato di reduci, cercando di studiare il sistema di utilizzarli al meglio. Cercarono di sgattaiolare al più presto dalla zona delle prigioni, raccogliendo intanto quante più armi possibili dai cadaveri dei guardiani periti. Non erano ancora usciti dalla zona di detenzione, che improvvisamente udirono dei passi avvicinarsi. I provati prigionieri titubarono ma Brunetta li rassicurò.
- Vado io….voi state qua e non muovetevi.
La giovane uscì nel corridoio ed assunse il suo solito fare da ochetta. Subito udì alcuni secchi colpi di tosse profonda e pochi istanti dopo, ecco che le comparve dinnanzi Petasciov, accompagnato da una piccola scorta. La ragazza andò loro incontro decisa e mentre si avvicinava s’ inventò la seguente domanda :
- Scusate signori….sapete per caso dove posso trovare dei trucchi per il viso ?
- Cosa !?….Euhm…..aurg….euhm…
Rispose il già nervoso Petasciov.
Appena che fu vicina all’ ignaro commissario, con uno scatto gli puntò la pistola col silenziatore alla gola.
- Tossisci ancora se ne hai il coraggio !
Lo minacciò decisa.
L’ agitato Petasciov, per trattenere la tosse diventò paonazzo. Brunetta ordinò agli agenti della scorta di gettare le armi e questi subito ubbidirono.
- Ora potete uscire…
Disse rivolta agli sfiniti prigionieri.
Con Atoms in testa, il piccolo gruppetto la raggiunse sul posto. Poi, impossessatisi delle armi, costrinsero gli agenti Russi a prendere il loro posto nelle prigioni. Petasciov venne invece tenuto come loro ostaggio. Galvanizzati per la riuscita azione, nominarono Brunetta come loro capo e poi ordinarono a Petasciov di fare strada verso la zona dell’ armeria. Intanto Loreine De Paris, aveva assistito a tutta la scena della liberazione dei prigionieri da un monitor di servizio, grazie ad una piccola telecamera posta a sorveglianza delle celle. Cercò subito di organizzare un’ adeguata contromossa ma non trovò alcun agente disponibile, visto che tutti erano in qualche modo occupati. Per la prima volta, fu come colta da una sensazione di apprensione : era evidente che stavano sottovalutando il nemico.
Petasciov era stato catturato sotto i suoi occhi, quel pazzo di Galbarov era perso nei suoi folli esperimenti e Mister Corvus, lontano miglia e miglia da loro, non poteva far niente per aiutarli. Doveva agire subito : a questo punto era in gioco la loro vita.
Si recò immediatamente da Galbarov.
Lo sorprese accanto ad una radio di servizio, intento ad ascoltare la cronaca di Barcellona – Inter, semifinale di coppa Uefa di quei tempi. A quella vista, la donna furiosa lo scaraventò per terra, spaccandogli la radio in mille pezzi.
- Ma sei….sei fuori !?
- Maledetto pazzo…ma lo sai o no che siamo attaccati in più punti dagli Americani !? E’ stato catturato Petasciov !
- E…e..era ora….così almeno adesso ti lascia stare…
Lei reagì colpendolo con un sonoro ceffone.
- Adesso basta giocare ! Ora tu ti alzi ed organizzi una difesa efficiente !
- Io so…so…giocare solo all’ attacco…
Dopo quest’ ultima affermazione, Loreine si rese conto di essere completamente sola. Uscì inviperita ed appena fuori, si trovò spiaccicata sulla faccia la pistola di Brunetta Ford.
- Hi hi hi….le parti si sono invertite…
La collera che pervase Loreine fu talmente forte, che il trucco le colò fin sul pavimento…Con un filo di voce disse a Brunetta :
- O mi ammazzi subito o ti pentirai per tutta la vita….
- Hi hi hi….
Le rispose rilassata Brunetta.
Loreine trasalì ancor di più, quando vide alle sue spalle, oltre al gruppetto degli evasi, circa una ventina di agenti del KGB passati sotto il suo comando. Uno di questi stava tappando la bocca al sempre più paonazzo Petasciov, che ormai da più di dieci minuti non tossiva. Questa situazione di precario stallo non durò a lungo, perché improvvisamente si udirono dei pesanti passi metallici avvicinarsi dal corridoio. Apparve loro la mostruosa figura del robot “ Frigor 2 “, l’ ultima ed ancora sperimentale invenzione di Galbarov, che misteriosamente si trovava alle sue spalle poco distante e lo comandava con un telecomando collegato tramite un filo. Sulla parte anteriore, il mostro era dotato di uno sportello tipo frigorifero. Quando fu a ridosso dei primi agenti, dopo averne catturati un paio, aprì lo sportello e li infilò al suo interno. Fatto questo, dalle orecchie del mostro iniziarono ad uscire strani sbuffi di vapore compresso, che accompagnavano le orribili grida di disperazione e dolore dei poveretti imprigionati dentro. Tutti erano immobili e terrorizzati e così
“ Frigor 2 “ poté compiere una vera e propria carneficina, continuando ad inghiottire uomini nella sua cella frigorifera interna, per poi espellerli sottoforma di cubetti di ghiaccio dalla parte posteriore. Petasciov, che finalmente era tornato a tossire, rifugiatosi in un angolo commentò così la scena :
- Euhm….mostr….aurg…mostr…euhm….graz…
Loreine De Paris veloce come una saetta, strappò la pistola dalle mani di Brunetta.
Con uno sguardo sadico e pieno di soddisfazione, premette la canna dell’ arma contro il collo della giovane.
- Io non farò il tuo stesso errore….ti ammazzo subito.
Stranamente però, Brunetta Ford prese a sorridere. Con una velocità sorprendente, sfoderò una mossa speciale insegnatale dal suo nobile maestro di Kung –Fu,
Ag – Uan- Jump- King, che fece sbalzare Loreine sopra ad un mobile della stanzetta adiacente. Poi, con estrema disinvoltura, raccolse da terra la sua arma.
In quell’ istante però, venne colpita a sorpresa da “ Frigor 2 “, che la fece stramazzare al suolo priva di sensi.
- Ma…ma vieniii !!
Esultò Galbarov.
- Lo…Loreine….hai visto che cosa ho fatto ?
La donna però, non si fidava affatto di Galbarov e tanto meno del suo terribile mostro meccanico. Si avvicinò quindi ai due con cautela, anche se ora il robot era disattivato.
- C’ è da fidarsi Valery ?
- Ma se…sei fuori !? Non vedi che è per…perfetto….
In quel mentre Petasciov si stava avvicinando.
- Euhm…aurg…..Mi complimento con lei Dottor Galbarov, ottimo lavoro.
Commentò affiancandosi a “ Frigor 2 “.
- Che materiale è ?
Chiese posando la mano sul braccio del mostro.
- No..non lo tocchi !
Urlò Galbarov.
Ormai però era troppo tardi. Infatti, “ Frigor 2 “ all’ improvviso aprì il suo sportello e catturò Petasciov. Subito partirono i soliti sbuffi di vapore. Si udirono alcuni colpi di tosse provenire dall’ interno ed in breve tempo del povero commissario non rimasero che alcuni cubetti di ghiaccio a forma di pacchetti di sigarette….
- Ma noo !!
Esclamò Galbarov contrariato.
A Loreine le sorti di Petasciov non importarono più di tanto. Ora l’ oggetto prezioso era Brunetta Ford. Grazie a quegl’ ultimi avvenimenti, aveva potuto scoprire molte cose di lei. Si era resa conto che, dietro a quella finta facciata di donnina rachitica ed indifesa, in realtà si nascondeva non solo un temibile agente segreto ma anche una vera e propria indomabile guerriera. Soprattutto sapeva dei sentimenti che Bon nutriva nei suoi confronti e dunque, nel caso che le cose si fossero messe male, ella sarebbe diventata una preziosa freccia al suo arco.
- Ma come diavolo ci sei riuscito !?
Domandò la donna a Galbarov mentre legava Brunetta.
- R….r…riuscito a fare cosa ?
- Ad uscire da quella stanza in così poco tempo ed a presentarti qui con quello strano coso…
- La b..base è p..piena di passaggi segreti, architettati da m..me…in persona…
- Bravo !
Si congratulò Loreine sorridendogli.
- G…grazie…Lo..Loreine…..mi hai fatto un complimento !
Esplose di gioia Galbarov, mentre Loreine giratasi celava sorrisetti di scherno.
Brunetta intanto si stava riprendendo e la famelica Francese l’ aiutò a rialzarsi.
- Ora andiamo !
Ordinò decisa.
- Adesso, mio caro Valery, conosceremo il nostro vero valore.
Si diressero verso l’ ala est, protetti dalla forza d’ acciaio del micidiale “ Frigor 2 “, trascinandosi dietro l’ intontita prigioniera. Lasciarono dietro di loro solo ghiaccio e morte. Petasciov, Atoms, buoni e cattivi, militari e medici, mischiati tra loro come le gelide acque di un mare senza vita. Intanto, vedere morire l’ amico Custer sotto ai propri occhi, aveva riempito il cuore di Bon e compagni di nuovo vigore e spirito vendicativo. Fu Coyote a ribaltare le sorti del combattimento, gettandosi impavido nel famigerato corridoio ed immaginandosi come alla guida di una potente auto sportiva. Mentre correva velocissimo, schivando le pallottole nemiche, simulava con la bocca il rumore del motore dell’ immaginaria vettura. In più, muovendo
nell’ aria la mano destra, ricreava il movimento tipico del cambio marcia. IL soldato Russo Troikov, che in quel momento era chinato dietro ad alcuni rottami accatastati, intento a ricaricare un mortaio, si mise ad urlare :
- Attenzione ! Sta arrivando un bolide esagerato !
- Wroom Wroom !
Urlava Coyote, che intanto aveva raccolto la spada di Custer.
Finì col trovarsi in mezzo ai nemici terrorizzati e in un attimo si sbarazzò di loro con pochi precisi fendenti.
- Il tuo onore è vendicato, caro Custer…
Disse rivolto alla spada, gettandola poi tra i caduti. Tutti gli altri lo raggiunsero schivando le pallottole delle altre postazioni, prendendo subito dopo riparo in quella nuova area conquistata. Ora finalmente, dopo il lungo periodo di stallo, potevano avere una nuova visione del campo di battaglia.
Infatti, non molto lontano poterono scorgere una nuova trincea costruita dai Russi, che per il momento però sembrava essere inconquistabile. Comunque avevano trovato nuove armi e in più quel mortaio abbandonato provvisto di molte munizioni.
- Può essere la nostra salvezza !
Esclamò Elvis Johnson felice.
- Sai usarlo ?
Gli domandò Bon.
- Oh…cosa ci vuole ! Sono stato addestrato per queste cose io….
- Evviva !
Esultarono i pochi esquimesi superstiti rimasti con loro.
Mentre le pallottole nemiche fischiavano sopra le loro teste, Bon e Coyote puntarono il mortaio contro i Russi. Nel frattempo, Johnson ripassava sul manuale delle istruzioni le modalità di puntamento e sparo.
- Non capisco….è scritto in una lingua incomprensibile…
Si lamentava sfogliando velocemente le minuscole pagine.
- Ma se hai detto che sei stato addestrato…
Gli disse Bon alquanto dubbioso.
Elvis Johnson gettò via il libricino.
- Non ho bisogno delle istruzioni dei Russi….sarei in grado io di spiegare loro come si fa….
Sfiorò un piccolo bottone e dall’ arma partì un assordante colpo verso l’ alto, che finì col colpire un grosso condotto di acqua e agenti chimici corrosivi destinati al laboratorio di Galbarov, che passava proprio sopra le teste dei Russi.
- Aaahh !!
Urlarono alcuni agenti del KGB prima di dissolversi.
- Ma che diavolo hai combinato !?
Urlò Bon nel caos che seguì.
- L’ ho solo sfiorato…..quell’ arnese è difettoso !
- Quel liquido micidiale sta venendo verso di noi !
Urlò allarmato Coyote.
Il piccolo gruppo iniziò una prudente ritirata. Ad un tratto Bon notò una botola su una parete, che poco prima aveva visto sicuramente chiusa.
- Infiliamoci lì dentro !
Suggerì ai compari.
- Ma sei pazzo !? Potrebbe essere un trucco di Galbarov….
Lo contestò Coyote.
Nel frattempo, nel punto in cui stavano prima, il liquido aveva disciolto ogni cosa ed avanzava imperterrito.
- Questa botola è l’ ideale, Bon ha ragione !
Urlò Johnson per farsi sentire tra le urla di dolore che provenivano dalla parte dei Russi.
- Datemi retta….
Continuò Bon.
- Ci infileremo lì dentro e poi chiuderemo quella botola ermeticamente….così ci salveremo.
Bon vi ci s’ infilò e tutti lo seguirono. Quando l’ ultimo esquimese chiuse la botola, vennero avvolti dal buio più totale.
- C…cosa succede ?
Domandò Galbarov a Loreine, udendo le urla di terrore.
- Non ne ho idea. Andiamo a vedere.
Galbarov lasciò in pausa “ Frigor 2 “ e Loreine legò Brunetta ad una gamba del mostro.
- Non crearmi altri problemi….hai capito ?
Le disse sprezzante.
Dopo ciò, i due si addentrarono ancora di più nell’ ala est, per vedere cosa stava succedendo. Dopo pochi metri, percepirono un forte odore di solvente chimico, mentre le urla di terrore si erano ormai trasformate in velati gemiti di uomini morenti. Poterono vedere ciò che l’ avanzamento del terribile liquido aveva provocato e cioè i poveri resti tutti gli agenti morti.
- Ma….ma nooo !!
Esclamò Galbarov, riconoscendo il potente liquido da lui usato negli esperimenti.
- Andiamo presto !
Loreine lo trascinò via prendendolo per il camice.
Arrivati però dinnanzi a “ Frigor2” ebbero un'altra spiacevole sorpresa. Brunetta Ford si era liberata e ora teneva in mano il telecomando del robot. Galbarov restò a bocca spalancata. Loreine estrasse la pistola e fece fuoco verso Brunetta ma questa era ben riparata dietro la grossa mole del mostro.
- Co..cosa fai…stu…stupidina! Me…me lo rovini tutto ! Lui è buono….guarda mi chiama….
- Pazzo fermati ! Ti farà a pezzi !
Urlò Loreine.
Incurante Galbarov si avvicinò alla sua creatura a braccia aperte. Appena fu vicino, “ Frigor 2 “ lo colpì violentemente facendolo volare contro la parete del corridoio e poi, il mostro proseguì la sua marcia teleguidata verso il suo vero nemico : Loreine De Paris. La donna, dopo aver assunto un’ espressione di odio profondo fuggì via.
Purtroppo “ Frigor 2 “ non era molto veloce e così la terribile Francese riuscì a dileguarsi. Ad un tratto, il filo del telecomando tenuto in mano da Brunetta si spezzò ed il robot continuò ad avanzare incontrollato, proprio verso il potente acido.
L’ ultima volta che Brunetta lo vide, il mostro semi corroso alzò la pesante mano ormai sciolta e poi si squagliò per sempre, emettendo un ultimo sbuffo di vapore.
- Hai…hai visto ? Mi ha…ha salutato….
Le disse commosso il malconcio Galbarov, che nel frattempo l’ aveva raggiunta ed ora la minacciava con un pallone ripieno di materiale esplosivo.
- Se questo cade….do..domani ci ritroviamo al Polo Sud….
Brunetta lo seguì docilmente verso la sala comando. La ragazza sapeva bene che Galbarov ormai era praticamente sconfitto. Contemporaneamente, un fiammifero scintillò e squarciò il profondo buio del luogo dove ora si trovavano i nostri eroi.
- Ma dove diavolo siamo finiti !?
Si stava lamentando Elvis Johnson.
- Ho rischiato di rigare la mia chitarra contro queste cavolo di pareti…
- Dovresti ringraziare il cielo di essere ancora vivo, altro che pensare alla chitarra !
Lo rimproverò Coyote.
- Tu pensa alla tua macchina invisibile e tienila calda…ha ha ha …..
Replicò Johnson.
- Piantatela con queste stupidaggini….Non so voi ma io vorrei ritornare a casa vivo…e adesso seguitemi !
Disse deciso Bon mentre accendeva l’ ennesimo fiammifero.
Finalmente trovarono l’ uscita di quello stretto e buio tunnel. Sbucarono direttamente all’ interno della sala comando della base.
- Mi sembra di essere uscito dall’ inferno !
Esclamò Bon riprendendosi.
- No…ne….nell’ inferno entrate adesso….
Alzarono gli occhi e si trovarono di fronte proprio Galbarov, il quale teneva in ostaggio Brunetta Ford.
- Amoruccio !! Hi hi hi…
Disse Brunetta a Bon, che arrossì restando esterrefatto ed incredulo.
- Come avrà fatto questa fragile ochettina a salvarsi da tutto il caos che è successo?
Pensò tra sé.
Poi, si rivolse allo scienziato pazzo minacciandolo.
- Noi siamo in tanti, mentre lei Dottore è uno solo : non crede di sfidare un po’ troppo il destino ?
- Ta…tanti ? Non mi sembra…Si…siete solo in tre…
Di scatto si voltarono e si accorsero che gli esquimesi erano spariti.
- Ma che fine avranno fatto ? Vuoi vedere che si sono perduti ?
Fine ottava parte
Non perdete il prossimo episodio dal titolo:
“Foca per la vittoria “
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