Il 26 Giugno 2003 Mario scrive:
Carissimo Don Andrea,
Innanzitutto grazie a te per la disponibilità nel "venirci incontro" attraverso INTERNET e grazie alla Redazione di binasco 2000 che, ancora una volta, dimostra dinamismo e intelligenza nel "mettersi a disposizione".
DOMANDA:
Nella nostra quotidianità sentiamo spesso una sorta di disappunto sul tema dei separati e/o divorziati che si sono "ricostruiti" una nuova vita con un altro partner ma, dal momento del secondo matrimonio, non è più possibile, per loro, accostarsi alla S. Comunione.
Purtroppo queste situazioni aumentano di anno in anno e su questo grosso problema che mette in crisi l'Istituto della famiglia, potremmo parlarne e forse dovremmo parlarne di più, spero che lo potremo sviluppare per farci capire (a noi testoni) che la famiglia è un valore sociale irrinunciabile per la tutela dei figli e della coppia stessa.
Ti chiedo: "non esistono "possibilità" che possano donare serenità a queste nuove coppie che non intendevano trasgredire ma che, trovandosi in situazioni estreme, non abbiano umanamente trovato alternative ?"
L'invito alla Mensa Eucaristica è un nutrimento spirituale ma anche vivo e concreto, forte, perché noi, appunto, ci nutriamo del Figlio che ci viene incontro ogni volta che noi lo desideriamo, insomma, perché negare così drasticamente la possibilità di comunicarsi anche in quelle condizioni di "fallimento di un impegno suggellato dal Sacramento del matrimonio"
Insomma, non ci sono vie d'uscita ?
Grazie da Mario Manzolini
La risposta di Don Andrea
Carissimo, ciao.
Purtroppo questo che tu poni è un tema su cui si potrebbe fare una serie di relazioni per cercare di sviscerare le diverse vedute e possibilità e per far comprendere le motivazioni di fondo.
Tento una breve risposta, come è possibile via e-mail.
1. La posizione della chiesa riguardo i divorziati risposati e l'ammissione ai sacramenti va vista, prima che come costrizione, come una posizione che vuole dire, annunciare qualcosa di positivo, cioè la grandezza del matrimonio e di questa unione come dono di Dio. E' perché il matrimonio è un dono prezioso, da custodire e costruire, che la chiesa ne tutela al massimo la sussistenza. E' quella che si chiama l'indissolubilità del matrimonio, ma non vuole essere una catena che imprigiona, ma un modo per dire la grandezza del dono di Dio nel matrimonio, cioè la solidità del suo amore.
2. Chiariamo anche un altro punto: non si possono ammettere ai sacramenti (confessione e comunione) i divorziati risposati o coloro che sono conviventi. Mentre: separati o solo divorziati, se non permangono in un comportamento colpevole, possono accedere ai sacramenti.
3. Riguardo ai divorziati risposati. Un primo discorso della Chiesa è quello di annunciare loro che la loro situazione, tante volte subita, non colpevole, va letta nell'orizzonte della fede e in un'ottica di appartenzenza alla Chiesa. I divorziati risposati sono pienamente nella Chiesa. La comunità cristiana dovrebbe fare di tutto per far sentire queste coppie come membra vive della Chiesa.
Perché non accedere alla confessione e alla comunione? La Chiesa spiega che la loro situazione di vita, in contrasto con un matrimonio precedente, pone una ferita all'immagine dell'amore di Dio che era il primo matrimonio, che impedisce di accedere in pienezza al perdono sacramentale e alla comunione. Con questo non si vuole dire che queste persone sono al di fuori della salvezza di Dio, ma sono amate da Lui come suoi figli e il Signore le raggiungerà con la sua misericordia per altre vie.
4. Una proposta, seppure difficile: la chiesa propone a queste coppie di vivere come fratello e sorella, come segno penitenziale e di rispetto del primo matrimonio e in questo orizzonte sarebbero ammessi ai sacramenti, magari facendo la comunione in una parrocchia diversa dalla propria per non suscitare scomposte dicerie e incomprensioni dalla gente.
5. Un'ultima possibilità: è quella di imboccare la via della dichiarazione di nullità del primo matrimonio, qualora fosse possibile.
Consapevole di avere risposto molto sinteticamente e disponibile a riprendere il tema se occorre, saluto cordialmente.
don Andrea
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