Il 7 Gennaio 2008 Alessandro scrive:
Caro Don Andrea, desidero raccontarle la mia storia. Nel luglio del 1993 ho incontrato una ragazza (all'epoca io ventenne, lei sedicenne). Lei aveva una situazione familiare
difficile fin da piccola. All'epoca lei abitava temporaneamente con degli zii, in attesa di un suo trasferimento presso un
convento di suore. Dopo avere appreso della sua condizione disagiata (non mi dilungo in questa sede a raccontarle tutta la sua storia), ho
deciso di aiutarla in qualche modo. La invitavo spesso a casa mia a mangiare (anche perchè molte volte dai suoi zii non mangiava, avendo un rapporto non facile
con loro), a portarla in giro per farle dimenticare per un pò tutti i suoi problemi. Ad un certo punto abbiamo deciso di
stare insieme. Nel frattempo i miei genitori, essendo venuti a conoscenza di tutta la storia, decidono di richiedere l'affidamento al
tribunale dei minori, che viene concesso. Lei abitava nel convento delle suore e nei fine settimana veniva a casa mia. Intanto io frequentavo l'Università e anch'io rientravo nei week end. Questo per un anno circa. Vedendo, però, che non stava bene in convento, i miei genitori decidono di ospitarla a casa definitivamente. Noi ci vedavamo solo nei fine settimana e durante le feste. Passando gli anni, mi accorgevo di non provare più niente per
lei, se non un forte affetto, (mi ero innamorato dei suoi problemi, non di lei!!) ma non avevo il coraggio di dirlo nè a lei,
nè ai miei genitori che nel frattempo la consideravano ormai una figlia. Nel 2002 ho cercato di sfuggire a questa situazione, trovando il coraggio di lasciarla e andare a lavorare all'estero. In
ogni caso eravamo sempre in contatto, perchè lei continuava a stare a casa mia. Ad un certo punto lei decide di venirmi a
trovare per Natale (sempre nel 2002) e poi non è più tornata indietro. Decidiamo, quindi, di sposarci anche perchè tutti si aspettavano questo!!! non vedevo vie di uscita se non causando
sofferenza a lei ad alla mia famiglia. Dopo il matrimonio, celebrato in Chiesa, abbiamo deciso di avere un bambino perchè pensavamo (o meglio pensavo!!) che le cose
cambiassero e che avessimo avuto un motivo per continuare insieme. Nel maggio del 2004 nasce mio figlio. Nel frattempo
torniamo ad abitare al paese di origine, nell'appartamento che i miei genitori hanno sopra il loro. Di fatto, comunque, si ritorna a
fare la vita che si faceva prima: viviamo con i miei genitori e della nostra vita coniugale non c'è quasi più traccia.
Lentamente, ma inesorabilmente ci allontaniamo: torno a casa controvoglia, litighiamo in continuazione, non usciamo più
insieme neanche per la spesa settimanale. Mi rendo conto che questa situazione non può più continuare, anche perchè il
bambino sentiva la tensione che c'era in casa. Già nel gennaio del 2005 lei aveva fatto le valigie per andare via. Infine
questa estate non c'è l'ho fatta più e sono andato via di casa. Lei e il bambino continuano a vivere con i miei. Mi sono già
rivolto ad un legale per intraprendere la procedura della separazione. Adesso voglio solo curarmi della crescita di mio figlio, ma nel frattempo vorrei ricostruire la mia vita. Da qualche mese vivo con una persona che penso mi abbia mandato il cielo. Mi sta vicino nonostante tutte le difficoltà; le
affrontiamo insieme sostenendoci reciprocamente. Quello che ci lega sono il rispetto, la fiducia, la stima reciproca e lo
stare insieme nel bene e nel male, prima della passione.. e questo è quello che secondo me si pùò chiamare amore vero. Le chiedo, quindi, alla luce dei fatti che le ho esposto, se in qualche modo è possibile ottenere l'annullamento del
matrimonio visto che comunque è stata una scelta obbligata.
Attendo con ansia una Sua risposta e la ringrazio anticipatamente di cuore.
Alessandro
La risposta di Don Andrea
Egregio signore,
è norma di questo servizio non poterci esprimere in merito a singole vicende, ma possiamo solo dare indicazioni generali riguardanti questioni giuridiche.
Pertanto anche per il suo caso non posso esprimermi circa l’eventuale nullità di matrimonio.
Solo la posso inviare a rivolgersi alla Curia, chiedendo un incontro con l’incaricato di queste causa (il vicario giudiziale) e con lui esplorare la situazione. Certamente sarà utile verificare con attenzione le sue reali intenzioni quando si è sposato e se non vi sia stata qualche riserva circa gli elementi fondamentali del matrimonio.
Cordiali saluti
Don Andrea
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