Il 14 Febbraio 2007 Valter scrive:
Gentilissimo don Andrea, mi chiamo Valter e le scrivo da Torino, mi scusi se la disturbo.
Oggi facendo delle ricerche su internet, mi sono imbattuto nel suo sito, dal quale lei molto gentilmente, risponde a domande su diverse questioni.
Io in particolare, avrei bisogno di porgerle alcune domande sull' annullabilità del matrimonio religioso.
Un mio caro amico è stato sposato per 7 anni con una donna, dalla quale è nato un bambino.
Nel 2001 si sono separati e nell' anno 2003 c'è stata l' omologa della separazione.
Passati ormai più di tre anni, avrebbero deciso di chiedere il divorzio.
Il mio amico, venuto a conoscenza della possibilità dell' annullamento del matrimonio religioso tramite la Sacra Rota e di conseguenza, tramite la 'delibazione' dell' annullamento del matrimonio civile, vorrebbe, avendo delle valide motivazioni, intraprendere la strada dell' annullamento religioso.
E' ancora in tempo per agire in questo senso? Se sì, quali sono i passi da intraprendere (forse conviene che prima si rivolga lui stesso al tribunale ecclesiastico)? Dove può rivolgersi? Quali sono i tempi di attesa?
La ringrazio per la pazienza e la gentilezza che mi dimostrerà. La ringrazio anticipatamente, distinti saluti.
Valter.
La risposta di Don Andrea
Anzitutto va detto che la pratica del divorzio e quella della dichiarazione di nullità ecclesiastica del matrimonio sono percorsi indipendenti. Si può quindi procedere con l’iter del divorzio e insieme iniziare una causa di nullità di matrimonio.
Normalmente ci si rivolge al competente ufficio di Curia o alla Cancelleria del Tribunale ecclesiastico per avere un incontro di consulenza e di prima valutazione della questione. Nel caso l’esito fosse positivo normalmente si contatta un avvocato del Tribunale il quale valuta la situazione ed eventualmente accompagnerà poi la parte ad introdurre la causa. Per i tempi di attesa non è possibile dire qui perché dipende dalle possibilità di lavoro del Tribunale.
Cordiali saluti
Don Andrea
|