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| | | I Viventi Commenta Vedi solo questo argomento
A Louis Guillaume
Quelli fra noi che hanno il gusto dell’eterno
passano anch’essi,
ricordandosi una cucina di provincia
quando è Natale,
l’odore del latte che si scalda e le grida dei bimbi
seduti al chiarore delle candeline.
Cercano la cima del tempo, le insidiose chine,
ma tornano di notte nella casa che è stata venduta
con i suoi cassetti colmi di lettere ove si cancellano
le tracce della felicità oscura.
Poiché passano anch’essi,
ben conoscendo il gusto delle lacrime
e il calore dei corpi che mai più abbracceranno,
come tutti coloro che partono senza dire nulla,
avendo vissuto
in quell’effimera chiarità che si muove sulle nostre fronti
tra due masse d’ombra.
- Jacques REDA oltreilsilenzio | | | | | | | | da .. Canto me stesso Commenta Vedi solo questo argomento
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Walt Whitman, un kosmos, di Manhattan figlio,
Turbolento, carnale, sensuale, che mangia, beve
e procrea,
Non fa smancerie, non guarda dall’alto in basso né
gli uomini né le donne, e non li tiene a distanza,
Non più modesto che immodesto.
Schiodate i chiavistelli dalle porte!
Anzi, schiodate le porte stesse dai cardini!
Chiunque umilia un altro umilia me,
E qualunque cosa sia fatta o detta ritorna infine a me.
Attraverso di me s’alza e cresce l’afflatus, attraverso di me
la corrente e la lancetta che la misura.
Pronuncio la parola d’ordine primordiale, lancio il
segnale della democrazia,
Per Dio! non accetterò nulla di cui chiunque altro non
possa avere il corrispettivo nei medesimi termini.
Attraverso di me molte voci lungamente mute,
Voci delle interminabili generazioni di prigionieri e di
schiavi,
Voci degli infermi e disperati e di ladri e nani,
Voci dei cicli di preparazione e di accrescimento,
E dei fili che collegano le stelle, e dei grembi e del seme
paterno,
E dei diritti di quelli che gli altri calpestano,
I deformi, i banali, gli spenti, gli stolti, i disprezzati,
Nebbia nell’aria, scarabei che rotolano pallottole di sterco.
Attraverso di me voci proibite,
Voci di sessi e lussurie, voci velate e io sollevo il velo,
Voci indecenti che io rendo limpide e trasfigurate.
Non premo l’indice sulla bocca,
Tratto con delicatezza le viscere, al pari della testa
e del cuore,
La copula per me non è più indecente della morte.
- Walt WHITMAN
PPp | | | | | | | | I làver fànn murì .... Commenta Vedi solo questo argomento
I làver fànn murí, ’me la belessa
quan’ ciappa l’ànema nel dulur del temp,
ma j öcc în quèl vardàt ne la magressa
che dà l’amur ne la busia del vent..
Ah, làver, nel ciamà fí cum’i öcc,
stí magher nel slargàss del sentiment!
che ’l temp se möva no, e la busia
se scunda a nüm nel dà de matt del vent.
Le labbra fanno morire, come la bellezza
quando prende l’anima nel dolore del tempo,
ma gli occhi sono quel guardare nella magrezza
che dà l’amore nella bugia del vento..
Ah, labbra, nel chiamare fate come gli occhi,
state magri nell’allargarsi del sentimento!
che il tempo non si muova, e la bugia
si nasconda a noi nell’infuriare del vento.
- Franco LOI Cielo D'alcamo | | | | | | | | Cume se fa .... Commenta Vedi solo questo argomento
Cume se fa a parlà de la belessa?
la furma che sa dís al fiâ del cör?
La vardi e, nel murí, la mia parola
la dís dumâ del poch restâ nel mör.
Come si fa a parlare della bellezza?
la forma che sa dire al fiato del cuore?
La guardo e, nel morire, la mia parola
dice soltanto del poco rimasto nel morire.
- Franco LOI
Lapo Giani | | | | | | | | Terra Commenta Vedi solo questo argomento
Al culmine del giorno, l’ala fragile
di una nuvola. Pare che qui niente possa
sopravvivere – la sporcizia in terra
leggermente corrugata al caldo denso.
Sento la musica liscia di un grillo
levarsi dal terreno, e immagino
la testa ritirarsi in soggezione della quiete.
Poi il suono si apre in un altro luogo,
una cascata di gemme nell’aria
e sul terreno, allontanandosi
o avvicinandosi, i miei movimenti a muovere
l’impulso al silenzio o all’ispirazione.
L’aria è secca e calda.
Principiando da sottoterra,
un salice rompe il terreno e silenziosamente
cresce incontro al suo cielo – rami e foglie
a cadermi intorno come un velo da comunione
sopra vecchie lame di spine.
L’erba ha l’odore dei ricordi – minuta
la verzura si chiude e si dischiude,
oscura, lenta, bouquet e foglia.
Il salice lo sa, e me lo ha detto:
Cresci sempre, resta su per quanto sei alta,
e guarda attorno, proteggendo quanto è sacro.
- Leanne O'SULLIVAN Alighiero Alighieri | | | | | | | | Estate calda, calda Estate Commenta Vedi solo questo argomento
non cadono le foglie, le ciliege son mature e nelle moderne botteghe si possono comprare le angurie e i meloni un tempo delizie campestri da godersi al lume d'acetilene nelle brevi serate che sembravano notti il buio solo il buio dava il tempo al tempo il cuore nel suo unico sentimento corre veloce con il passo di giovane virgulto nella voglia di scoprire cosa può cambiare una lampadina luce solo luce elettrica .... continua un'altra sera con due lampadine OLTREILTRAMONTO | | | | | | | | Sogno di una notte di mezza estate Commenta Vedi solo questo argomento
Il sogno,
dentro la vita,
non ha un oggi,
solo un domani;
ieri è passato
senza nulla dare.
Un istante, solo
ti sveglia dal torpore, il peso
degli anni danno senso
a quello che hai ricevuto e
non hai tornato.
Un istante,
ti offre la solitudine
del tempo e delle cose
che hai perso.
Solo, dentro
"la corrispondenza di amorosi sensi"
rivive il ricordo
del sogno dentro la vita,
mentre aspetti ....
di riappacificarti con lo spirito
della tua fanciullezza.
Cielo D'alcamo | | | | | | | | Mezza Estate . Notte Commenta Vedi solo questo argomento
C’è un momento in estate in cui tutto si ferma.
Le dieci, e il giovane pero ancora
risplende bianco come una sposa
contro alberi turgidi per la sera, neri per il giugno.
C’è un momento (potrebbe anche non essere
la sera del 21)
in cui in modo infinitesimo la tua vita ruota
con l’anno (anche se forse non ne hai
trentacinque e potresti
non arrivare ai settanta). Un momento
in cui quel dito di vino dimenticato
nel bicchiere trattiene tutta
la luce che se ne va, e non ha un tremore
come se i tuoi innumerevoli progenitori avessero
vissuto, procreato, fossero morti
solo perché tu vedessi tale immobilità.
C’è questo momento in una estate in cui le estati
appaiono in silhouette, e le foglie più alte
di quegli alberi che sono antichi come la tua ascendenza
stormirebbero di più sotto il respiro
del tuo bimbo che di sopra dorme.
C’è un momento in estate in cui tutto si ferma
(ma la pera non più grande di una bacca
maturerà sotto le foglie)
e tu siedi tanto a lungo alla finestra che la stanza è buia,
e solo questa pagina alzata è illuminata,
anche se le lettere le vedi appena.
Poi guardi fuori di nuovo, e il pero
è sparito, dentro al buio circostante. E il domani
d’ora in poi significa solo questo:
un giorno, poi un giorno, poi un giorno. E la vita,
che una volta era grande come quel mappamondo lì,
ti sta più stretta della tua pelle, e la puoi contare.
- Duncan BUSH
Lapo Giani | | | | | | | | Il mirto Commenta Vedi solo questo argomento
Talvolta io ti sapevo terra, bevevo
Sulle tue labbra l’ansia delle fonti
Sgorgante da pietre calde, e l’estate
Sovrastava la pietra felice e il bevitore.
Talvolta ti dicevo di mirto e bruciavamo
L’albero di tutti i tuoi gesti per un intero giorno.
Erano grandi fuochi brevi di luce vestale,
Così t’inventavo fra i tuoi capelli chiari.
Una lunga estate di niente aveva disseccato i nostri sogni,
Arrugginite le voci, accresciuti i corpi, disciolti i nostri ferri.
Talvolta il letto ruotava come una barca alla deriva
Che lentamente guadagna l’alto mare.
- Yves BONNEFOY
Guittone D'Arezzo | | | | | | | | Lettera a un prigioniero Commenta Vedi solo questo argomento
Ngom! campione di Tyâné!
Sono io che ti saluto, il tuo vicino di villaggio e di cuore.
Ti lancio il mio saluto bianco come il grido bianco dell’aurora,
al di sopra dei reticolati
dell’odio e dell’idiozia, e ti nomino con il tuo nome e il tuo onore.
Il mio saluto al Tamsir Dargui Ndyâye che si nutre
di pergamene
che gli fanno sottile la lingua e più fini e più lunghe le dita
a Samba Dyouma il poeta, la cui voce ha il colore della fiamma
e che reca in fronte il marchio del destino
a Nyaoutt Mbodye, a Koli Ngom tuo fratello di nome
a tutti coloro che, nell’ora in cui le grandi braccia sono tristi
come rami battuti dal sole
la sera si raggruppano rabbrividendo intorno al piatto
dell’amicizia.
Ti scrivo dalla solitudine della mia residenza sorvegliata – e
cara – della mia pelle nera.
Amici fortunati, che ignorate i muri di ghiaccio e gli appartamenti
troppo chiari che sterilizzano
ogni seme sulle maschere degli antenati e i ricordi stessi
dell’amore.
Voi ignorate il buon pane bianco e il latte e il sale, e i piatti
sostanziosi che non nutrono, che dividono i borghesi
e la folla dei viali, i sonnambuli che hanno rinnegato la loro
identità di uomini
camaleonti sordi della metamorfosi, e la loro vergogna vi
fissa nella vostra gabbia di solitudine.
Ignorate ristoranti e piscine, e la nobiltà vietata al sangue nero
e la Scienza e l’Umanità, che tendono i loro cordoni di polizia
alle frontiere della négritude.
Bisogna gridare più forte? O voi mi sentite? Ditemelo.
Non riconosco più gli uomini bianchi, miei fratelli
come questa sera al cinema, perduti com’erano al di là del
vuoto creato intorno alla mia pelle.
Ti scrivo perché i miei libri sono bianchi come la noia, come
la miseria e come la morte.
Fatemi posto intorno al braciere, che io possa riprendere il
mio posto ancora tiepido.
Che le nostre mani si tocchino attingendo il riso fumante
dell’amicizia
che le vecchie parole indigene passino di bocca in bocca
come una pipa amichevole.
Che Dargui ci divida i suoi frutti succulenti – fieno con tutta
la sua secchezza profumata!
Tu servici le tue buone parole, enormi come l’ombelico
dell’Africa prodigiosa.
Quale cantore questa sera evocherà tutti gli Antenati
intorno a noi
intorno a noi il gregge pacifico delle bestie della boscaglia?
Chi accoglierà i nostri sogni sotto le palpebre delle stelle?
Ngom! rispondimi con il corriere della luna nuova.
Alla svolta della strada, andrò davanti alle tue parole nude
che esitano. Sono come l’uccellino che esce dalla gabbia
le tue parole così ingenuamente riunite; i dotti ne ridono, ma
a me restituiscono il surreale
e il latte mi zampilla sul viso.
Attendo la tua lettera all’ora in cui il mattino sconfigge la
morte nera.
La riceverò con animo pio come l’abluzione mattutina, come
la rugiada dell’aurora.
- Léopold Sédar SENGHOR
Cielo D'alcamo | | | | | | | | CAMBIAMENTO Commenta Vedi solo questo argomento
GRIDAVANO .... GRIDAVANO ....
Attendi, l'Onestà in Italia è un valore da scoprire.
Il Coniglio Bianco DENTRO orme Oneste, le sue carote se le è "zompate" ...
Abbiate Fede OLTRELASIEPE | | | | | | | | Cambiamento Commenta Vedi solo questo argomento
L'ironia era riferita a tuttele vicende del nuovo governo
Per il modo n cui si vuol far valere le proprie ragioni vorrei ricordare una infelicissima frase di un certo signor Benito . Disse:" per sedermi al tavolo delle Nazioni, mio servono dei morti" (soldati).
Oggi si volevano o mettere a rischio bambini e madri ?
C'è un altra frase del Vangelo che vorrei citare " DATE E VI SARA' DATO"
c'è una economia divina, ma noi stiamo perdendo la caritas e la fede .e forse non meritiamo più la Provvidenza che c'è anche per le Nazioni
( mi scusino i lettori penso di parlare a binaschini cristiani e a nome del 50%
che è chiamata minoranza)
1928
| | | | | | | | CAMBIAMENTO Commenta Vedi solo questo argomento
In che senso?
Forse quando i Francesi rimandavano in mare i profughi o meglio, li passavano a Ventimiglia, erano dei giusti?
Forse i Maltesi, che chiudono i loro porti sono dei giusti?
O Gli Spagnoli che li fan giostrare sullo stretto entrano ed escono in giornata, son dei giusti?
Quello spaccone inutile, ha fatto ciò che un discreto politico italiano doveva fare da alcuni anni, coinvolgere l'Europa.
E' poco lusinghiero ciò che scrivo, ma credo che dietro alla tragedia umana di quei Paesi Africani sia agganciato un altro progetto, ben più sottile e velenoso. Pensiero povero ma ben soppesato. OLTREILTRAMONTO | | | | |
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