Episodio 5 - "L' esercito dei topi"
 

Non trovando nulla sui giornali che riguardasse Rattazzi negli ultimi anni, gli venne allora un' idea. Fingendosi un giornalista che stava scrivendo un pezzo sulla microcriminalità di New York, telefonò a tutti i distretti di polizia chiedendo un elenco preciso di tutti i furti avvenuti in piccoli negozi e mercati. Fu così che si delineò un quadro sconcertante della situazione. Negli ultimi due anni, cioè da quando Rattazzi era sparito dalla circolazione, contò ben 4000 e più furti di formaggio in varie latterie e market. Stese allora, occupando tutto il soggiorno di Mortimer, una gigantesca cartina di New York e usando soprammobili vari, si mise a simulare i movimenti di Rattazzi. Rincasando dal tribunale, Mortimer rimase di stucco.

- Una mappa più piccola non bastava ?
- New York è una grande città…..

Mortimer notò tra i vari soprammobili usati da Bon, " il cavallino di vetro ", il suo preferito, regalatogli dall' unica fidanzata della sua vita.

- Rimetti subito a posto quell' oggetto ! Lo sai che potrei denunciarti in base
all' articolo 620 del Codice " Incivile " !?

Bon lo ignorò e continuò a muoversi a carponi sulla cartina, concentrato anima e corpo sul suo lavoro.

- Ma mi senti o no !?

Gli gridò Mortimer. Spaventato dall' urlo, Bon scattò, urtando con il piede il cavallino di vetro che cadde spezzandosi una gamba.

- Ma noooo !!!

Bon minimizzò.

- Ma sì….buttalo via. Te ne compro io uno nuovo infrangibile….anzi…me lo faccio fare dal Carpa…
- Razza di idiota ! Ti spaccherei il " Codice Penale " sulla testa !

Bon se ne fregò e cambiò argomento.

- A proposito…..non c' è niente da bere in questa casa ?
- E tutte quelle bottiglie vuote !?
- Appunto…..di piena non ne è rimasta neanche una…

Sconsolato, Mortimer raccolse il cavallino e salì mesto al piano di sopra, per lavorare alla sua ultima pratica. Proprio in quel momento, Bon esplose in un grido
di dolore : gli si era conficcata la gamba del cavallino di vetro nell' alluce.
Corse in bagno a medicarsi, maledicendo quell' unica ragazza di Mortimer che faceva regali così stupidi e fragili….come lei del resto….Ma proprio mentre si disinfettava gli venne un' ispirazione delle sue. Corse in soggiorno armato di riga, compasso, goniometro, filo a piombo e calcolatrice…..Tracciò alcune coordinate e scoprì così quale sarebbe stato il luogo del prossimo furto. Non poteva perdere tempo. IL display della calcolatrice indicava il giorno e l' ora precisa del prossimo colpo…..: ora ! Si infilò le scarpe mugugnando per il dolore al piede e uscì fuori di corsa senza nemmeno chiudere la porta. Quella sera c' era un gran vento.
Quando Mortimer scese, trovò l' appartamento messo a soqquadro dal vento entrato dalla porta lasciata spalancata. Tutti i suoi preziosi libri e codici, giacevano là per terra , fra righelli, compassi, cerotti e bende……un vero inferno….: no era casa sua…. Bon passò da casa per prelevare la sua auto : una " Ford Rallenty " modello " Livingstone " del ' 22 , macchina di cui andava molto fiero. Prima di allontanarsi, diede una triste occhiata alla sua casa ancora avvolta dai sigilli.
Per seminare la malinconia schiacciò a tutto gas e utilizzò l' aria frizzante della notte per ritrovare il buon umore. Guidò fino ad Harlem, perché era lì che si sarebbe verificato il colpo. Si appostò in un vicolo oscuro, dal fondo del quale si poteva ben vedere la latteria in questione. Improvvisamente dal nero della notte comparirono
occhi minacciosi….Si avvicinavano velocemente e Bon prese paura. Gatti randagi ?
Barboni ? No, peggio…..era la famosa banda locale in servizio di ronda. IL capo si affacciò al finestrino della macchina e gli domandò :

- E tu cosa ci fai qui !?
- Fumo in pace una sigaretta….
- Valla a fumare a casa tua !

Dal finestrino sbucarono le canne della 38 a tripla canna e si appoggiarono al naso del capo banda. Bon domandò tranquillo :

- Pensi che pioverà ?

IL capo banda, con la pistola appoggiata al naso, sudava ma ostentava grande tranquillità. Rimasero in quella situazione di stallo per alcuni minuti.
Ad un certo punto la macchina cominciò a tremare. I componenti della gang guardarono ai loro piedi e……i loro volti di colore sbiancarono. Uno dei tre urlò :

- Capo, qui è pieno di topi !

Gli scagnozzi se la diedero a gambe e rimasero lì solo Bon e il capo, sempre fermi come statue. Un topo si arrampicò sul capo banda ed iniziò a mordergli la testa.
Questi con tutta calma ma continuando a sudare, domandò a Bon :

- IL mio sudore attira i topi…..se permette scapperei….
- Prima di andare si tolga quel topo dalla testa…..non è un bello spettacolo….

L' uomo si scrollò dal capo il topo e poi fuggì via più veloce del vento. Fu allora che Bon vide Rattazzi che dirigeva il suo esercito di topi con movimenti decisi.
Erano a migliaia ed entravano nella latteria per poi uscirne carichi di formaggio.
Bon attese la fine della silenziosa rapina. Aspettò che Rattazzi salisse su una macchina e poi lo inseguì. Guidarono fino in periferia, dove la strada si inoltrava in una foresta. Dopo una serie di curve, Rattazzi era sparito. Bon era esterrefatto :
come aveva potuto dileguarsi così ? Avrebbe voluto, nervoso com' era , disboscare l' intera zona… Scese dalla macchina e ci fumò sopra domandandosi : Rattazzi si era accorto di lui ? Lo aveva portato lì solo per allontanarlo dalla sua vera tana, oppure quella era la strada giusta ? Mentre si poneva tale quesito, si accorse che la sigaretta sapeva di poco ed allora pensò :

- Le sigarette di Mortimer fanno veramente schifo…..

Stava per risalire in macchina ma……sentì dei piccoli rumori. Accese i fari ed illuminò una vera e propria miriade di topi che si stavano dirigendo verso un luogo sconosciuto. Capì così che era sulla strada giusta. IL nascondiglio di Rattazzi non poteva essere lontano. L' indomani, di primo mattino, tornò sul luogo ed inizio a perlustrare alla ricerca di qualche indizio. Fu così che poco lontano, notò una grande villa costruita in stile Arabo. Incuriosito vi ci si recò. Parcheggiata la macchina, bussò all' enorme portone con l' apposita mazza ferrata, tipica negli usi Arabi. Quando il maggiordomo gli aprì, Bon si finse un appassionato di botanica, avendo visto il giardino in stile arabesco che era a dir poco splendido. IL domestico non voleva farlo entrare ed allora Bon riuscì, dopo varie insistenze, a fargli chiamare il padrone di casa. Arrivò un ometto, del tutto calvo e vestito con una specie di pigiama bianco molto largo e lungo, nel quale rischiava di inciampare ad ogni passo. Teneva in mano un recipiente di vetro, pieno di un liquido strano.
La prima cosa che disse a Bon fu :

- Se vuole entrare in questa dimora deve bere questo…..
- Non c' è problema , io bevo di tutto…..

Bon bevve in un sol fiato il contenuto della tazza, apprezzandone il gusto.

- Buono…..cos' era ?
- Decotto d' edera…..
- Puah !

Bon iniziò a sputacchiare qua e là….

- ….Ma che razza di intrugli bevete in questa casa !?
- E' un' antica ricetta Turco- Veneta…
- Come Turco- Veneta !?
- Io sono Alì Anselmìn Al- Gondol, sono Turco ma di origine Veneziana…..
- Caspita…..che innesto !
- Allora lei sarebbe un botanico ?
- Un appassionato, precisamente…..
- Si accomodi pure in codesta magione, sono onorato della fiducia che mi ha dimostrato bevendo il mio antico decotto….

Entrando nella casa di Anselmìn, Bon fu proiettato in un mondo fatto di arazzi, tappeti orientali, quadri del Tintoretto e vedute di una Venezia rinascimentale ormai perduta nella notte dei tempi.

- Sa, non ricevo molte visite io…..
- Per forza, se il maggiordomo caccia via tutti….
- Fa così su mio preciso ordine. Io non amo la vostra civiltà, le vostre strade sono sporche, guardi invece la mia Venezia…..l' acqua era così limpida…..

Disse indicando un quadro del Tintoretto.

- Bello ! E' originale ?
- Naturalmente. Io non posseggo nulla che non sia originale.

A Bon, Anselmìn stava già antipatico. Era un vanitoso e un egocentrico e in più il decotto d' edera pesava come un mattone nel suo stomaco.
Poteva un elemento simile essere complice di Rattazzi ? Era deciso a scoprirlo.
Intanto Anselmìn gli stava dicendo :

- Prego……mi segua….le faccio visitare la mia serra. Ho una collezione di piante magre orientali di cui vado molto fiero…..e ho perfino un " tulipano padovano "…

I due s' incamminarono e attraversarono lungi corridoi. Quando incrociarono in uno di questi, una scala che scendeva verso il basso, Bon venne raggiunto da un intenso odore di formaggio stagionato. I suoi muscoli si irrigidirono……

- Dove porta quella scala ?

Domandò.

- Alle cantine……ma lì non ci sono piante…

Disse allegramente Anselmìn che non sospettava minimamente i veri interessi di Bon. Finalmente entrarono nella serra e un calore tremendo avvolse in nostro eroe.

- Guardi che meraviglia !

Disse eccitato Anselmìn. Bon nemmeno lo ascoltava. Cosa avrebbe detto adesso, lui che di botanica non aveva mai capito nulla ? Infatti Anselmìn stava indicando un fiore con grande fierezza.

- Lo riconosce questo ?

Bon si buttò, rispondendo con sicurezza.

- Ma certo ! E' il famoso " tulipano padovano " !
- I miei complimenti, si vede che lei ha l' occhio esperto….. Mi segua, voglio mostrarle altre mie creazioni.

Bon prese sicurezza e mentre avanzavano si mise ad indicare ogni fiore citandone
il nome. Anselmìn ad un certo punto bloccò il suo entusiasmo, affermando sconcertato :

- Ma lei è un asino ! Non ne riconosce uno dei miei fiori….
Immediatamente Bon afferrò una bottiglietta di concime spray che stava vicino ad alcune piante e……la spruzzò in bocca ad Anselmìn. IL Turco- Veneto diventò paonazzo e venne colto da una crisi di tosse.

- Ehm aurg ! ….Ehm spuah !

Lo abbandonò in quello stato e si dedicò alla ricerca di qualche indizio che potesse provare la presenza di Rattazzi in quella casa. Raggiunse la famigerata scala e senza timore alcuno cominciò a scendere. L' odore di formaggio era insopportabile e ad ogni gradino aumentava sempre di più. Quali terribili segreti poteva nascondere quel luogo ? Arrivò ad un pianerottolo, dove c' erano tre porte. Mentre due di queste erano chiuse a chiave, una era invece aperta e così decise di entrare.
Trovò un vero e proprio laboratorio chimico, dove un diabolico marchingegno che emetteva strani suoni e fumi puzzolenti, trasformava enormi forme di gorgonzola in palline gommose tipo palle da tennis. Nella stanza ve ne erano accumulate a centinaia e Bon ne raccolse un paio. Su di esse vi era posta la sigla " Z B " e a quel punto non ci mise troppo a capire che si trattava delle famose " Zola - Bomb ".
Se le mise in tasca ma…..quando si alzò, venne colpito alla testa da un vaso di
" glicini dormienti ", scagliato da Bert, il fido maggiordomo……



Fine quinta parte

Non perdete il prossimo episodio dal titolo:

"L'ultimatum"