Non trovando nulla sui giornali che
riguardasse Rattazzi negli ultimi anni, gli venne allora un' idea.
Fingendosi un giornalista che stava scrivendo un pezzo sulla microcriminalità
di New York, telefonò a tutti i distretti di polizia chiedendo
un elenco preciso di tutti i furti avvenuti in piccoli negozi e
mercati. Fu così che si delineò un quadro sconcertante
della situazione. Negli ultimi due anni, cioè da quando Rattazzi
era sparito dalla circolazione, contò ben 4000 e più
furti di formaggio in varie latterie e market. Stese allora, occupando
tutto il soggiorno di Mortimer, una gigantesca cartina di New York
e usando soprammobili vari, si mise a simulare i movimenti di Rattazzi.
Rincasando dal tribunale, Mortimer rimase di stucco.
- Una mappa più piccola non bastava ?
- New York è una grande città
..
Mortimer notò tra i vari soprammobili usati da Bon, "
il cavallino di vetro ", il suo preferito, regalatogli dall'
unica fidanzata della sua vita.
- Rimetti subito a posto quell' oggetto ! Lo sai che potrei denunciarti
in base
all' articolo 620 del Codice " Incivile " !?
Bon lo ignorò e continuò a muoversi a carponi sulla
cartina, concentrato anima e corpo sul suo lavoro.
- Ma mi senti o no !?
Gli gridò Mortimer. Spaventato dall' urlo, Bon scattò,
urtando con il piede il cavallino di vetro che cadde spezzandosi
una gamba.
- Ma noooo !!!
Bon minimizzò.
- Ma sì
.buttalo via. Te ne compro io uno nuovo infrangibile
.anzi
me
lo faccio fare dal Carpa
- Razza di idiota ! Ti spaccherei il " Codice Penale "
sulla testa !
Bon se ne fregò e cambiò argomento.
- A proposito
..non c' è niente da bere in questa casa
?
- E tutte quelle bottiglie vuote !?
- Appunto
..di piena non ne è rimasta neanche una
Sconsolato, Mortimer raccolse il cavallino
e salì mesto al piano di sopra, per lavorare alla sua ultima
pratica. Proprio in quel momento, Bon esplose in un grido
di dolore : gli si era conficcata la gamba del cavallino di vetro
nell' alluce.
Corse in bagno a medicarsi, maledicendo quell' unica ragazza di
Mortimer che faceva regali così stupidi e fragili
.come
lei del resto
.Ma proprio mentre si disinfettava gli venne
un' ispirazione delle sue. Corse in soggiorno armato di riga, compasso,
goniometro, filo a piombo e calcolatrice
..Tracciò alcune
coordinate e scoprì così quale sarebbe stato il luogo
del prossimo furto. Non poteva perdere tempo. IL display della calcolatrice
indicava il giorno e l' ora precisa del prossimo colpo
..:
ora ! Si infilò le scarpe mugugnando per il dolore al piede
e uscì fuori di corsa senza nemmeno chiudere la porta. Quella
sera c' era un gran vento.
Quando Mortimer scese, trovò l' appartamento messo a soqquadro
dal vento entrato dalla porta lasciata spalancata. Tutti i suoi
preziosi libri e codici, giacevano là per terra , fra righelli,
compassi, cerotti e bende
un vero inferno
.: no
era casa sua
. Bon passò da casa per prelevare la sua
auto : una " Ford Rallenty " modello " Livingstone
" del ' 22 , macchina di cui andava molto fiero. Prima di allontanarsi,
diede una triste occhiata alla sua casa ancora avvolta dai sigilli.
Per seminare la malinconia schiacciò a tutto gas e utilizzò
l' aria frizzante della notte per ritrovare il buon umore. Guidò
fino ad Harlem, perché era lì che si sarebbe verificato
il colpo. Si appostò in un vicolo oscuro, dal fondo del quale
si poteva ben vedere la latteria in questione. Improvvisamente dal
nero della notte comparirono
occhi minacciosi
.Si avvicinavano velocemente e Bon prese paura.
Gatti randagi ?
Barboni ? No, peggio
..era la famosa banda locale in servizio
di ronda. IL capo si affacciò al finestrino della macchina
e gli domandò :
- E tu cosa ci fai qui !?
- Fumo in pace una sigaretta
.
- Valla a fumare a casa tua !
Dal finestrino sbucarono le canne della 38 a tripla canna e si
appoggiarono al naso del capo banda. Bon domandò tranquillo
:
- Pensi che pioverà ?
IL capo banda, con la pistola appoggiata al naso, sudava ma ostentava
grande tranquillità. Rimasero in quella situazione di stallo
per alcuni minuti.
Ad un certo punto la macchina cominciò a tremare. I componenti
della gang guardarono ai loro piedi e
i loro volti di
colore sbiancarono. Uno dei tre urlò :
- Capo, qui è pieno di topi !
Gli scagnozzi se la diedero a gambe e rimasero lì solo Bon
e il capo, sempre fermi come statue. Un topo si arrampicò
sul capo banda ed iniziò a mordergli la testa.
Questi con tutta calma ma continuando a sudare, domandò a
Bon :
- IL mio sudore attira i topi
..se permette scapperei
.
- Prima di andare si tolga quel topo dalla testa
..non è
un bello spettacolo
.
L' uomo si scrollò dal capo il topo e poi fuggì via
più veloce del vento. Fu allora che Bon vide Rattazzi che
dirigeva il suo esercito di topi con movimenti decisi.
Erano a migliaia ed entravano nella latteria per poi uscirne carichi
di formaggio.
Bon attese la fine della silenziosa rapina. Aspettò che Rattazzi
salisse su una macchina e poi lo inseguì. Guidarono fino
in periferia, dove la strada si inoltrava in una foresta. Dopo una
serie di curve, Rattazzi era sparito. Bon era esterrefatto :
come aveva potuto dileguarsi così ? Avrebbe voluto, nervoso
com' era , disboscare l' intera zona
Scese dalla macchina
e ci fumò sopra domandandosi : Rattazzi si era accorto di
lui ? Lo aveva portato lì solo per allontanarlo dalla sua
vera tana, oppure quella era la strada giusta ? Mentre si poneva
tale quesito, si accorse che la sigaretta sapeva di poco ed allora
pensò :
- Le sigarette di Mortimer fanno veramente schifo
..
Stava per risalire in macchina ma
sentì
dei piccoli rumori. Accese i fari ed illuminò una vera e
propria miriade di topi che si stavano dirigendo verso un luogo
sconosciuto. Capì così che era sulla strada giusta.
IL nascondiglio di Rattazzi non poteva essere lontano. L' indomani,
di primo mattino, tornò sul luogo ed inizio a perlustrare
alla ricerca di qualche indizio. Fu così che poco lontano,
notò una grande villa costruita in stile Arabo. Incuriosito
vi ci si recò. Parcheggiata la macchina, bussò all'
enorme portone con l' apposita mazza ferrata, tipica negli usi Arabi.
Quando il maggiordomo gli aprì, Bon si finse un appassionato
di botanica, avendo visto il giardino in stile arabesco che era
a dir poco splendido. IL domestico non voleva farlo entrare ed allora
Bon riuscì, dopo varie insistenze, a fargli chiamare il padrone
di casa. Arrivò un ometto, del tutto calvo e vestito con
una specie di pigiama bianco molto largo e lungo, nel quale rischiava
di inciampare ad ogni passo. Teneva in mano un recipiente di vetro,
pieno di un liquido strano.
La prima cosa che disse a Bon fu :
- Se vuole entrare in questa dimora deve bere questo
..
- Non c' è problema , io bevo di tutto
..
Bon bevve in un sol fiato il contenuto della tazza, apprezzandone
il gusto.
- Buono
..cos' era ?
- Decotto d' edera
..
- Puah !
Bon iniziò a sputacchiare qua e là
.
-
.Ma che razza di intrugli bevete in questa casa !?
- E' un' antica ricetta Turco- Veneta
- Come Turco- Veneta !?
- Io sono Alì Anselmìn Al- Gondol, sono Turco ma di
origine Veneziana
..
- Caspita
..che innesto !
- Allora lei sarebbe un botanico ?
- Un appassionato, precisamente
..
- Si accomodi pure in codesta magione, sono onorato della fiducia
che mi ha dimostrato bevendo il mio antico decotto
.
Entrando nella casa di Anselmìn, Bon fu proiettato in un
mondo fatto di arazzi, tappeti orientali, quadri del Tintoretto
e vedute di una Venezia rinascimentale ormai perduta nella notte
dei tempi.
- Sa, non ricevo molte visite io
..
- Per forza, se il maggiordomo caccia via tutti
.
- Fa così su mio preciso ordine. Io non amo la vostra civiltà,
le vostre strade sono sporche, guardi invece la mia Venezia
..l'
acqua era così limpida
..
Disse indicando un quadro del Tintoretto.
- Bello ! E' originale ?
- Naturalmente. Io non posseggo nulla che non sia originale.
A Bon, Anselmìn stava già antipatico. Era un vanitoso
e un egocentrico e in più il decotto d' edera pesava come
un mattone nel suo stomaco.
Poteva un elemento simile essere complice di Rattazzi ? Era deciso
a scoprirlo.
Intanto Anselmìn gli stava dicendo :
- Prego
mi segua
.le faccio visitare la mia serra.
Ho una collezione di piante magre orientali di cui vado molto fiero
..e
ho perfino un " tulipano padovano "
I due s' incamminarono e attraversarono lungi corridoi. Quando
incrociarono in uno di questi, una scala che scendeva verso il basso,
Bon venne raggiunto da un intenso odore di formaggio stagionato.
I suoi muscoli si irrigidirono
- Dove porta quella scala ?
Domandò.
- Alle cantine
ma lì non ci sono piante
Disse allegramente Anselmìn che non sospettava minimamente
i veri interessi di Bon. Finalmente entrarono nella serra e un calore
tremendo avvolse in nostro eroe.
- Guardi che meraviglia !
Disse eccitato Anselmìn. Bon nemmeno lo ascoltava. Cosa
avrebbe detto adesso, lui che di botanica non aveva mai capito nulla
? Infatti Anselmìn stava indicando un fiore con grande fierezza.
- Lo riconosce questo ?
Bon si buttò, rispondendo con sicurezza.
- Ma certo ! E' il famoso " tulipano padovano " !
- I miei complimenti, si vede che lei ha l' occhio esperto
..
Mi segua, voglio mostrarle altre mie creazioni.
Bon prese sicurezza e mentre avanzavano si mise ad indicare ogni
fiore citandone
il nome. Anselmìn ad un certo punto bloccò il suo
entusiasmo, affermando sconcertato :
- Ma lei è un asino ! Non ne riconosce uno dei miei fiori
.
Immediatamente Bon afferrò una bottiglietta di concime spray
che stava vicino ad alcune piante e
la spruzzò
in bocca ad Anselmìn. IL Turco- Veneto diventò paonazzo
e venne colto da una crisi di tosse.
- Ehm aurg !
.Ehm spuah !
Lo abbandonò in quello stato
e si dedicò alla ricerca di qualche indizio che potesse provare
la presenza di Rattazzi in quella casa. Raggiunse la famigerata
scala e senza timore alcuno cominciò a scendere. L' odore
di formaggio era insopportabile e ad ogni gradino aumentava sempre
di più. Quali terribili segreti poteva nascondere quel luogo
? Arrivò ad un pianerottolo, dove c' erano tre porte. Mentre
due di queste erano chiuse a chiave, una era invece aperta e così
decise di entrare.
Trovò un vero e proprio laboratorio chimico, dove un diabolico
marchingegno che emetteva strani suoni e fumi puzzolenti, trasformava
enormi forme di gorgonzola in palline gommose tipo palle da tennis.
Nella stanza ve ne erano accumulate a centinaia e Bon ne raccolse
un paio. Su di esse vi era posta la sigla " Z B " e a
quel punto non ci mise troppo a capire che si trattava delle famose
" Zola - Bomb ".
Se le mise in tasca ma
..quando si alzò, venne colpito
alla testa da un vaso di
" glicini dormienti ", scagliato da Bert, il fido maggiordomo
Fine quinta parte
Non perdete il prossimo episodio dal titolo:
"L'ultimatum"
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