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Trattore
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L’ indomani, Cavalli corse a denunciare la scomparsa del mezzo, e le
voci incontrollate che ancora una volta si sparsero per il paese,
portarono Mario ad essere screditato agli occhi di tutti, compresi gli
amici più intimi. Come se non bastasse, gli eventi successivi furono a
dir poco catastrofici.
Alcune notti dopo, la quiete di Rognano fu violata da un rombo
infernale, che svegliò di soprassalto il signor Soncini Renato, appena
addormentatosi dopo un’ intensa litigata con la moglie Elvira. L’ uomo
si mise a sedere sul letto, sfogando in una serie di imprecazioni
indicibili tutta la sua collera. Il risultato fu il crollo totale
della sua abitazione, che sotto l’ impeto dell’ enorme trattore
cedette quasi subito. La moglie Elvira, rimasta a dormire presso i
vicini al fine di calmarsi, accorse subito per sincerarsi della
situazione.
- Ma sa ghe success chi !? Cal canela del me om l’ ha fai sciupà la
caldera ! Oh Signur !
Ma quando un flebile lamento la raggiunse, la donna si rese
immediatamente conto della tragedia, ed infierì ancor più sul
dolorante marito ricoprendolo d’insulti.
Poco lontano da lì, si trovava la bottega del macellaio Reggenti
Pinuccio, che quella sera stava rientrando dall’ osteria dopo aver
tirato tardi più del solito.
L’ ennesimo rombo squarciò le tenebre, ed il commerciante poté vedere
l’ implacabile trattore entrare nel suo negozio e demolire ogni cosa.
Purtroppo però, anche quel pover uomo fu screditato per via della sua
passione per il buon vino, ma era ormai chiaro che in quelle pacifiche
campagne stava accadendo qualcosa di misterioso, e che una terribile
minaccia incombeva su tutti.
Durante la stessa notte, il figlio del Farmacista si era appartato con
la bella Giulia a bordo della sua vettura, in una buia stradina
campestre fuori paese. Desideroso di far colpo sulla ragazza, era ora
intento a mostrarle i suoi bicipiti palestrati.
- Guarda qui !
La giovane tentennò.
- Non è che tuo padre ti passa qualche farmaco illegale per dar
risalto ai tuoi muscoli in modo illecito ?
Il ragazzo fu colpito nel pieno dell’ orgoglio, ma proprio in quel
momento due fari accecanti lo abbagliarono.
- Ma è un trattore !
Esclamò la bella Giulia, scivolando fuori dalla vettura come un’ agile
gattina.
Al contrario, il goffo e pesante ragazzone non trovò l’ attimo giusto
per uscire dalla macchina, e bloccato al suo interno, poté vedere il
pesante pneumatico dell’inarrestabile trattore, devastare il cofano
della sua Fiat “ Barchetta “.
- CRASH ! STUM !
La veloce giovane raggiunse sconvolta il paese, dove urlando a
squarciagola riuscì a dare l’ allarme.
- Accorrete presto ! Giovannino è in pericolo !
Ascoltata la testimonianza della ragazza, alcune volanti partirono a
tutta velocità per la zona indicata. Giunti però sul posto, i
Carabinieri trovarono solo le profonde impronte delle ruote del mezzo
agricolo, che ancora una volta dopo aver seminato il panico sembrava
scomparso nel nulla.
- Qualcosa non quadra !
Affermò scalciando il terriccio umido e rovinandosi la punta della
scarpa, il Capitano Ersilio Toppoleggio.
- Cosa ne pensa lei appuntato De Fragonella ?
Il subalterno restò muto, e così il Capitano continuò il suo monologo
per alcuni minuti.
- Un trattore non è una formica ! E’ possibile che quando arriviamo
noi non ci sia mai !? Dov’è !? Qui l’ hanno visto tutti tranne me ! Ma
siamo sicuri che esiste?
L’ appuntato De Fragonella allargò le braccia e poi osò domandare:
- Qual’ è la sua teoria Capitano ?
- Teoria ? Non sia ridicolo appuntato ! Non siamo pagati per formulare
teorie ! Qui c’è un criminale che se ne va in giro libero di
schiacciare la gente ! Ha capito?...
- Bisognerebbe interrogare ancora Cavalli…Dopo tutto il trattore è
suo…
- Ma si può almeno sapere di che marca è !?
- Sì, è un Renault del ’72, con due tubi di scarico ed alimentato a
scoppio, con
l’ aggiunta di una marcia riposante a due corone…
- Ah ! Però ! Si direbbe un trattore confortevole per il periodo in
cui è stato progettato…
- Lei trova ?
- Ma che ne so ! Cosa vuole che ne capisca io di trattori !
I due tirarono l’ alba formulando congetture, tra le imprecazioni
degli agenti di scorta che invano li attendevano sulle volanti, pronti
a far rientro in caserma.
Poco prima di ripartire, un agente appartatosi per urinare s’ imbatté
nell’ addormentato figlio del farmacista, il quale confusamente
raccontò quel poco che si ricordava.
- Ero in intimità con la mia fidanzata, quando improvvisamente un
trattore è sbucato dal nulla ed ha iniziato a sfasciarmi la
macchina…Io sono sceso subito per fare a pugni!
Affermò mostrando i bicipiti al Capitano Toppoleggio che nel frattempo
era stato avvertito.
- Senta, a me dei suoi muscoli non me ne frega niente ! Ha visto chi
guidava il trattore o no !?
- Certo, e l’ ho visto bene ! Era il Marchino Gianfabi !
- Ma chi, il figlio dell’ Ettore Gianfabi della Cascina Grande ?
- Proprio lui ! Mi voleva morto perché gli ho soffiato la ragazza !
Toppoleggio, uomo temprato e di decennale esperienza, non abboccò, e
l’ arresto del farneticante ragazzo, accusato di falsa testimonianza,
fu brusco e immediato.
- Questi pirlotti di provincia pensano di farla a me, Ersilio
Toppoleggio !
Nel primo pomeriggio, il figlio del farmacista fu scarcerato su
cauzione pagata dal padre, il quale lo riaccompagnò a casa a suon di
ceffoni, proprio davanti agli occhi della bella Giulia, che a seguito
di quell’ evento, tornò ad unirsi al più umile Marchino, ragazzo serio
e che le garantiva un futuro fatto di certezze e non di muscoli
gonfiati con farmaci dopanti. Il severo genitore, incaricò poi il
Capitano Toppoleggio di ritrovargli la macchina, scomparsa a seguito
dell’ evento.
- L’ ho pagata una fortuna, non è possibile che sia sparita così !
- Vedremo di fare del nostro meglio, ma sappia che le forze dell’
ordine non sono al suo servizio !
Ribatté l’ antipatico Capitano chiudendo la questione.
Nei giorni successivi, mentre gli uomini di Toppoleggio indagavano sul
caso, Cavalli cominciò a sperare di essersi liberato una volta per
tutte del suo maledetto trattore.
- Se tutt va ben, fu temp anca a ciapà un pù da danè dall’
assicurasion…
Meditava tra sé mentre seminava il riso su uno speciale velocipede a
quattro ruote, creato appositamente per lui dal suo amico Artemio “
tuttofare “.
- Al va mei chel birocc chi da chel traturasc là che g’ avevi !
Si disse soddisfatto prima di ribaltarsi in una pozzanghera.
- Al se fai mal, sciur Cavalli ?
Si preoccupò la vecchietta Sara Gravulesi, detta “ la levatrice “,
diretta come ogni giorno alla cappelletta dedicata a San Gnacone
Martire e Addolorato.
- Sciura Sareta, sun burlà giù !
Si giustificò Mario rialzandosi infangato.
- Mi sun drè andà a pregà al San Gnacon…
- Cla capeleta lì, l’ ha ma sempar dai fastidi ! Prima da tutt poedi
no passà cume voeri mi, e poeu ghe semper una prucession da gent cla
passa da chi a schiscian tuta l’ erba !
- Cal parla no inscì ! Al duaria pregà un po pussè putost !
- Off… Stupidad !
Liquidò la questione Cavalli, uomo poco religioso e attaccato
solamente alle cose materiali e al lavoro.
- Un quei dì vegni chi e strepi su tuscoss !
A quell’ affermazione, la Gravulesi sfoderò il Rosario, facendosi più
volte il segno della croce.
- A disarù una preghiera anca par lu, vist che ga n’ ha propi bisogn…
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