Mario continuò a lavorare tra un ribaltamento e l’altro per tutto il
giorno, e a tarda sera rientrò affamato più che mai.
- Ammù ien chi !
Esclamò l’agricoltore varcando la soglia della cascina, nel vedere il
Capitano Toppoleggio avanzare veso di lui.
- O lei ammette i suoi reati, o io la sbatto dentro subito ! Decida in
fretta !
- Ma sal voer ammù !? Mi sun stuff e basta ! Al veda no cume sun
cunscià !
Cavalli indicò nervosamente i propri abiti inzuppati di fango, ma
Toppoleggio gli mostrò in un angolo del cortile la carcassa della Fiat
“Barchetta” che cercavano da giorni.
- Allora ? Come se lo spiega ?
- Ma spieghi che hu laurà tutt al dì cume un cagnas, e quest chi l’ è
al pagament !
- Le sue proteste mi lasciano indifferente ! Io sto ai fatti, e lì c’è
una macchina scomparsa dopo un evento violento ! In galera avrà tutto
il tempo che vuole per riflettere…
- Mariuccia ! Ma menan via ammù !
- Mario, a gu pagura a restà chi in da par mi !
- E mi sa ga fu !?
Toppoleggio lasciò allora l’ appuntato De Fragonella a guardia del
cascinale.
- Stia tranquilla signora, sorveglierò io tutto quanto…Lei dorma pure
tranquilla…
Per ricambiare, la donna fece accomodare l’ agente a tavola,
servendogli la succulenta cena che aveva preparato per il suo
sfortunato marito.
- Sta sira gheran i brocul cul less, e invece a mi ma tuca andà in
presòn !
- Salga per favore e non faccia ostruzionismo !
Gli ordinò l’autoritario Toppoleggio che poi cercò di rincuorarlo.
- Stasera cenerà con noi, e potrà gustare “ Catanzaretti “ piccanti
con aglio e peperoni aromatizzati… Le va ?
Cavalli ebbe pensieri non riportabili, con chiaro riferimento ai cibi
e alle usanze del meridione.
- A ma fan murì!...
Durante il tragitto di ritorno verso il paese, la colonna si bloccò, e
un agente scese dalla prima vettura parlando nella ricetrasmittente.
- C’ è un trattore che blocca la strada…
Toppoleggio, quasi scocciato, minimizzò:
- Si accerti se il proprietario e nei pressi e lo faccia spostare…
Il Carabiniere si avvicinò al mezzo, e questo, improvvisamente si
azionò senza conducente, investendolo sotto gli occhi dei colleghi
increduli.
- Ci viene contro !
- Come !?
Esclamò Toppoleggio, che ancora non aveva ben capito la gravità della
situazione.
Le prime volanti vennero spazzate via come leggeri fuscelli, e in quel
momento Mario riconobbe il suo veicolo.
- Tel là ! L’ è lù ! Bisogna scapà subitt, se no al na massa tuti !
Detto questo, approfittando dello sgomento generale il fattore fuggì
per i campi, ma il trattore, che lo riconobbe, prese ad inseguirlo,
nonostante le revolverate degli agenti scampati che cercavano di
fermarlo. Messo alle strette, Cavalli cercò l’ aiuto di San Gnacone,
riparandosi proprio dietro all’ odiata cappelletta, e come per
miracolo, il trattore si arrestò a pochi metri da lui, rilasciando un
getto di vapore dal cofano del motore. Sopraggiunto il Capitano coi
pochi agenti rimastigli, Mario tentò di approfittare del momento per
liberarsi una volta per tutte di quella specie di demone.
Il mezzo agricolo venne così accerchiato.
- Sbatemel in chel laghett lì ! L’ è stai al Sant a fermal !
- Ma non mi faccia ridere ! Queste barzellette le racconti a sua
moglie quando la notte la manda in bianco !
Cavalli sorvolò, ma tutti gli altri agenti si schierarono dalla sua
parte, essendo al corrente dell’ influenza del Santo sulla vita
quotidiana di quella terra.
- Fate come volete, dopo tutto il trattore è del Sig.Cavalli…Se per
lui va bene gettatelo pure dentro…Ma sappia che parlerò io con quelli
dell’ assicurazione: non prenderà un centesimo !
Mario lasciò perdere anche quell’ ennesima provocazione, e si
preoccupò di aiutare gli altri a spingere il trattore nel profondo
laghetto melmoso che lo inghiottì.
A cose finite però, Cavalli si parò davanti a Toppoleggio con
intenzioni bellicose.
- Adess la fem foera a pugn !
Il Capitano, dimenticandosi di essere un ufficiale dell’ Arma, si levò
la giacchetta rimboccandosi poi le maniche della camicia. Ma in quel
momento, come tutte le sere, la vecchia Saretta tornava alla cappella
del Santo in compagnia della sua nipotina Angiolina, al fine di
recitare l’ ennesimo Rosario.
- Nonna, cosa stanno facendo quelle due persone ?
I due contendenti, di fronte all’innocenza della bimba, compresero in
un attimo la loro stupidità, e dopo un’occhiata d’intesa si strinsero
la mano amichevolmente.
- Mi scusi sig. Cavalli… Non so cosa m’abbia preso. Ci perdoni se
abbiamo dubitato della sua buona fede, ma… è il lavoro…
Il buon Mario ricambiò le scuse sincere del Capitano a suo modo,
offrendo una mangiata a base di prodotti locali che avrebbe
risollevato il morale anche a un condannato a morte.
Da quel giorno, i due nuovi amici riuscirono sempre a trovare un
momento per la quotidiana visita alla cappelletta di S.Gnacone. In un
sol colpo, il Santo aveva compiuto ben due miracoli: l’annientamento
del trattore infernale e la nascita di una nuova e sincera amicizia
tra due uomini così diversi tra loro…
Molti anni dopo, la vecchia cappella di San Gnacone Martire e
Addolorato, era stata rimossa in luogo di nuove costruzioni edili. I
vecchi paesani si erano opposti con ogni mezzo a tale azione, consci
di ciò che rappresentava quella Santa presenza per il loro mondo,
sempre più minacciato dal progresso.
Durante la pausa pranzo di uno dei tanti giorni di lavoro tutti
uguali, l’ Ingegner Ciondolotti decise di rilassarsi pescando tinche e
gobbi nel nero laghetto vicino al punto in cui una volta sorgeva la
sacra costruzione. Ad un tratto, il tappo di sughero della sua lenza
schizzò verso il fondo, e l’ acqua s’ intorbidì ancor più. Da quegli
abissi oscuri sembrò fuoriuscire come il rombo di un motore sommerso,
e decine di bolle d’aria presero a salire verso l’alto.
- Santo cielo !
Urlò sorpreso Ciondolotti, venendo accecato da due potentissimi fari
che dal fondale lo abbagliarono.
- ROARR !!!
Avete letto: “TRATTORE”
DI:
Paolino e Bisso
2005-12-16