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15 Gennaio 2014
IMU e Nuove costruzioni
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E no !
Stttimana enigmistica, non mentire !

Il programma è qui: http://binascopiu.files.wordpress.com/2012/04/programma-binasco-piu1.pdf

Pagina 6

"...zero consumo di nuovo suolo e la salvaguardia dei terreni agricoli. "

E' tutto CHIARISSIMO e nero su bianco.

l'area di S.Maria che il PGT presentato prevede di usare, oltre alla parte diroccata che è di ridotte dimensioni, adesso è in gran parte A VERDE (cioè nuovo suolo)

Nimmistico
15 Gennaio 2014
BOMBARDAMENTO DI BINASCO
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Bene. È stata una rivisitazione storica dei bombardamenti a Binasco, articolata fra dati reali documentali e orali. Alla fine rilevo.
- i bombardamenti furono diurni
- Il fantomatico pippo era un ricognitore notturno.
- la storia del bombardamento ritorsione contro il fascista che spara al Pippo alato... non regge.
E gggira gira l'elica e romba il motooor... Questa è la bella vita dell'aviatooor!
Il Barone Rosso torna sul rosso triplano
15 Gennaio 2014
BOMBARDAMENTO DI BINASCO
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Condividendo quasi tutto ciò che ha scritto Roberto G. aggiungerei che l'uso (alquanto barbaro) di scrivere "dediche" su ordigni di vario tipo, non è affatto raro nella storia militare.

Non so e non mi pronuncio in merito alle bombe "dedicate" a Binasco (comunque anche a me sembra piuttosto improbabile che si dessero in mano a prigionieri nemici bombe d'aereo da caricare, mettendosi a rischio sabotaggio) soprattutto se poi questi erano in grado di comunicare con l'esterno.

Tuttavia, circolano parecchie fotografie di messaggi scritti (a gesso, a pennello, a pennarello o con adesivi) su bombe d'aereo in qualsiasi epoca.

Alcune foto che hanno fatto scalpore sono molto recenti e ritraggono ragazzine israeliane intente a scrivere "dediche" su bombe che vennero lanciate sul Libano . Una di queste riportata da Repubblica: http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/messaggi-su-bombe/1.html
Baltasar Mateus
15 Gennaio 2014
IMU e Nuove costruzioni
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Errarata corrige.
Non "consumo zero di suolo". Sul programma c'era scritto: "zero conumo di suolo agricolo" "recupero delle aree dismesse". L'area di C.na S.Maria dove, se e quando si costruirà, è un area dismessa. Come al solito i bombardieri BST hanno mancato l'obiettivo.
Stttimana enigmistica
15 Gennaio 2014
IMU e Nuove costruzioni
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L'Imu non esiste più, ma i contribuenti di circa 2.400 Comuni italiani continueranno, in parte, a pagarla. Il governo, infatti, ha stabilito, con il Dl 133/2013, che laddove i sindaci abbiano optato per l'aumento dell'aliquota minima sulle prime case sarà da pagare.
GRAZIE SINDACO PER AVERCI AUMENTATO L'IMU l'anno scorso, così anche quest'anno noi contribuenti pagheremo le conseguenze delle scelte sbagliate dell'amministrazione!!!!
Domanda ulteriore: ma come si giustificherà questa amministrazuione con i cittadini, dopo che sul loro programma elettorale hanno scritto "consumo zero di suolo" (tradotto: non si costruisce!), ma che ad oggi hanno intenzione di costruire sull'area/parco S.Maria 7.000 mq circa?
Mah............ senza parole!!!!
Enigma
15 Gennaio 2014
BOMBARDAMENTO DI BINASCO
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Scusate ma su questo argomento vorrei anch'io dire la mia sulla base di informazioni storiche (generali).

Quello comunemente chiamato "Pippo". mi risulta essere un incursore NOTTURNO sul quale gli stessi storici stanno ancora discutendo.
Una delle ipotesi è che fossero bimotori in prevalenza inglesi (Beaufighter, Mosquito, Boston e altri tipi) che circuitavano sul territorio nemico per una sorta di "azioni di disturbo" con anche caratteristiche di guerra psicologica.
Se gli attacchi a Binasco sono stati diurni (sicuramente quello del 12 gennaio, non so quello del 21 aprile), "pippo" non c'entra.
C'è da dire che il cielo notturno era piuttosto "trafficato" di velivoli solitari.
Aerei tedeschi e/o italiani di collegamento o da trasporto che volavano di notte perchè di giorno avrebbero avuto minori (o nulle) possibilità di sopravvivenza.
Aerei da trasporto alleati che portavano rifornimenti alle formazioni partigiane.
Caccia notturni di pattuglia pronti ad intercettare le eventuali formazioni di bombardieri notturni che transitavano a loro portata.
Da terra, nel buio della notte e dell'oscuramento, il rumore di un aeroplano solitario poteva essere una di queste cose.

Per l'attacco del 12 gennaio, 8 bombe fanno pensare ad una "tipica" sezione di 4 cacciabombardieri monomotore P47 Thunderbolt (ma potevano essere usati anche altri tipi) che generalmente portavano ognuno due bombe da 227 Kg.
Secondo quanto affermato da Aldo Oliveri su queste pagine si dovrebbe poter sapere che tipo di aereo era stato usato e da dove erano partiti ma sinceramente, con tutta la buona volontà, mi è difficile da credere che l'USAAF utilizzasse prigionieri di guerra per caricare bombe sui suoi velivoli da combattimento.
Oltretutto "attaccare" una bomba ad un aereo non è come mettere una valigia sul portapacchi e ci sono degli specialisti appositamente addestrati.
"Mi suona male" anche mettere il nome del bersaglio sulle bombe che è un'informazione militare magari da non sbandierare (soprattutto in presenza di militari nemici - e un prigioniero di guerra è un militare nemico). Se tale informazione arrivasse in qualche modo al nemico, questi saprebbe più o meno a che ora gli aerei si troveranno in una data zona consentendo di prendere delle contromisure.

Sulle teorie dell'attacco di ritorsione, attacco programmato o (aggiungo io) attacco di opportunità, non mi pronuncio perchè tutto sommato non ho abbastanza elementi per valutarlo.

Il mitragliamento delle corriere era invece (purtroppo) una prassi abbastanza comune. I cacciabombardieri alleati avevano istruzioni che sulla via del ritorno, una volta liberi dalle bombe e con ancora munizioni disponibili per le mitragliatrici, si dedicassero alla "paralisi" dei sistemi di trasporto e della viabilità attaccando qualsiasi veicolo in territorio nemico.
Spesso venivano attaccati treni, con particolare attenzione per le locomotive, senza distinguo fra treni civili e militari ma anche veicoli stradali soprattutto se mezzi pesanti.
Probabilmente i piloti alleati non si facevano comunque troppi problemi ma di certo non era facile, a 500 Km/h e iniziando l'attacco da almeno un migliaio di metri, distinguere una corriera da un camion.
Roberto Gerli
14 Gennaio 2014

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Pippo era un aereo "alleato" di ricognizione, che all'occorrenza, con libera manovra, mitragliava e bombardava... nel caso in discussione, a detta di alcuni astanti o presenti, Binasco è stata attaccata da aerei con carateristiche che venivano definite da "bombardamento. Mentre il mitragliamento della corriera da "Caccia".
Il pronipote del Nipote del Nonno
14 Gennaio 2014

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@ nipote, <<...il Sig. Aldo era presente, e ci ha detto...>>.

Lui ci ha detto la SUA versione dei fatti. Rispettabilissima certo, ma sempre sua è.
Purtroppo, nel corso dei fatti di Binasco di cui si discute, c'erano anche altre persone in paese, la cui testimonianza è altrettanto rispettabile; non sempre le opinioni coincidono ma non per questo si può dare dei visionari o falsi a tutti gli altri.

Nessuno vuole deligittimare le parole di una persona che c'era, ma sarebbe piuttosto miope escludere le altre (che pure c'erano) solo perchè non stanno scrivendo su questo forum.
Baltasar Mateus
14 Gennaio 2014

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Bombardamenti attorno a Milano e Resistenza nella nostra zona.

A chi è interessato ad approfondire questo argomento, con la documentazione cui si auspicava nei post precedenti, segnalo alcuni siti che possono dare un contributo alla discussione.

Bombardamenti Seconda Guerra Mondiale, sui paesi attorno Milano:
http://www.biografiadiunabomba.it/aree%20minori.html

Resistenza e lotta di Liberazione nel Sud-Ovest Milano
www.storiaxxisecolo.it/resistenza/Le%20brigate%20Garibaldi%20e%20la%20lotta%20di%20liberazione%20nel%20sud%20ovest%20Milanese.doc resistenza nelsud ovest
Baltasar Mateus
14 Gennaio 2014

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"il racconto orale diventa testimonianza diretta se fatto da chi era presente..."
Perfetto.
il Sig. Aldo era presente, e ci ha detto:
"Pippo non ha nulla a che vedere col bombardamento del Gennaio 45..."
"...nessuno ha mai saputo chi fosse Pippo..."
Un nipote di un'altro nonno
14 Gennaio 2014

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La Storia dovrebbe sempre basarsi su documenti inoppugnabili; tuttavia gli stirici sanno bene che non sempre ciò è possibile e spesso (molto spesso) il racconto orale è una fonte indispensabile per ricostruire i fatti.

Un grande storico come Nuto Revelli ha percorso in lungo e in largo il Piemo0nte raccogliendo racconti orali dei suoi conterranei, spesso analfabeti che potevano offrire solo la propria testimonianza a voce come "documento" ("Il mondo dei vinti" e "L'anello forte" solo per citare un paio di raccolte di queste testionianze). Eppure nessuno si sogna di bollarli come fantasiosi.

Il racconto orale diventa testimonianza diretta se fatto da chi era presente agli eventi.
Certo poi chi racconta può mettere l'accento più su alcuni aspetti piuttosto che su altri, può enfatizzare un aspetto piuttosto che un'altro, ma (sentendo magari più versioni di quell'evento) è possibile farsi un'idea di come sono andati i fatti.

Ma, a questo proposito, vale la pena evidenziare che anche chi ha lasciato documenti scritti, lo ha fatto dando la sua personale versione di fatti.

La foto (se non manipolata) di un bombardamento mostra i fatti in modo incontestabile.
Il racconto in forma scritta, quindi trasmissibile ai posteri, equivale al racconto orale.


Baltasar Mateus
14 Gennaio 2014
BOMBARDAMENTO DI BINASCO
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E' interessante creare a poco a poco le pagine molto tristi che si aggiungono alla storia scritta.
Ritengo quindi doveroso ricordare il sacrificio del Dott. Loriga, cui è stata dedicata una piccola piazza, che fu torturato più volte dai fascisti fino a farlo morire.


Aldo Oliveri
14 Gennaio 2014

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Caro Barone, i riscontri storici molte volte, anzi il più delle volte stanno nella memoria popolare che al tempo dei fatti era sorpattutto "orale"; ma, per i pochi dati utili giunti a noi, cioè il diario di Don Senna, leggendo tra le righe, risalta l'ipotesi che le mitragliate partite dal Castello (sembra che vi fosse una mitraglia su una delle torri), verso il "Pippo" o gli arei alleati, non sono del tutto inverosimili, pertanto credo che le verità, un tempo, forse in poco gonfiata, ed oggi smentita, abbiano una base concreta e non inventata.
Non è che alla fine della guerra (12 gennaio 1945) un bombardamento su un paese con Castello cambiasse le sorti della guerra nel nord Italia; ma per quanto scritto da Don Senna, quel bombardamento e quello successivo del 24 aprile, sembrano più una ritorsione che una azione di guerra; per questo motivo il gesto è stato vigliacco ed inutile.
BERTOLDON da CALVIGNASC
13 Gennaio 2014
12 gennaio 1945
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dimenticanza... a proposito della corriera mitragliata: sempre da testimonianze diretta di chi in quei giorni c'era in Binasco, si dovrebbe evidenziare anche che vi furono atti di sciacallaggio da parte di loschi individui che andarono a depredare i cadaveri dei pochi averi.
Questi personaggi vennero catturati ed esposti in piazza a Binasco con al collo un cartello che li identificava. poi sparirono.
Baltasar Mateus
13 Gennaio 2014

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@ Bertoldon...
Non comprendere ciò che gli altri scrivono espone a replicare strafalconi: il fsatto del mitragliamento del binascino (fascista, non scordiamolo) verso aerei alleati NON è una mia invenzione, ma molti anziani del paese lo racontavano. Sarebbe bastato parlare con qualcuno di loro e non sentire una sola campana.
In ogni caso, ho ben specificato nei post precedenti "almeno in parte".

Per quanto riguarda il mitragliamento della corriera nei pressi di Badile: si tratta ovviamente di un episodio odioso (persin banale sottolinearlo), tuttavia anche in questo caso sarebbe bastato parlare sempre con qualcuno che all'epoca abitava nella vicina cascina di Badile (da cui si vede bene il posto dove sorge il corcifisso)e apprendere che i 2 caccia avrebbero fatto alcuni voli radenti e sparato a terra davanti la corriera PRIMA di sparare sul pullmann stesso. Ciò nonostante l'autista non si fermò subito, aprendo subito le porte per consentire agli occupoanti di sparpagliarsi nella zona; probabilmente tentando di raggiungere una zona meno esposta.
Preveniamo il furbetto della discussione, il quale scriverà che si vuol accusare l'autista della corriera: speriamo non scriva una triste battuta del genere perchè non farebbe onore all'intelligenza umana.

@ JR
il perdono appartiene alla sfera religiosa e ai soli umani che vi si riconoscono; ma non si può imporre a tutti di perdonare o di non ricordare le brutture subite in quegli anni.
Noi figli non vogliamo dimenticare che i fascisti di Binasco incarcerarono in pieno inverno (ovviamente al gelo) i nostri nonni in castello per costringerne i figli a consegnarsi. Oltre ai miei parenti c'erano anche quelli di un noto personaggio di Binasco ora pure lui defunto.
E sempre per rispetto alla memoria ai nostri genitori, non possiamo dimenticare che i giovanotti d'allora erano obbligati dalle squadre fasciste a correre come tanti idioti (tali si sentivano) per celebrare il Sabato Fascista, sotto lo sguardo compiaciuto degli agricoltori delle molte cascine dei dintorni, riuniti nel "bar di fitàul" in piazza.
Può bastare questo per non avere nessuna intenzione di dimenticare né di "perdonare" ?

Fortunatamente però in zona non c'era solo questo: questi parenti combatterono il fascismo attivamente aderendo alle formazioni partigiane della zona (perlopiù piccole squadre, sicuramente meno blasonate di quelle spesso citate che operavano in montagna) ma non meno audaci, a cominciare dalla formazione garibaldina guidata da Raffaele De Grada.
Perchè qui in zona, è bene r5icordarlo, non c'era solo il Conte Corsi ma operavano diverse formazioni, ad esempio quelle aderenti alla IX Divisione Matteotti e distaccamenti della Garibaldi.


Infine, è singolare come a volte su questo forum si debba aspettare giorni per veder pubblicato un post mentre in altre occasioni le repliche arrivano contestualmente al proprio scritto: quasi che alcuni "replicanti" sappiano in anticipo ciò che verà pubblicato. magari inserire, oltre la data, anche l'ora dei post, aiuterebbe la conversazione (non si osa chiedere la pubblicazione diretta come avviene normalmente nei forum, per carità!).
Baltasar Mateus
13 Gennaio 2014
Storia vissuta e scritta da Don Domenco Senna
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Come già risposto al Conte rosso, Binasco era centro di potere ed il Castello ne era il fulcro (visto il luogo centrato dalle bombe non è del tutto sbaglaito pensare che l'obiettivo era appunto il Castello) e per quanto indicato sul Diario di Don Senna di cui riporto alcuni passaggi..." omissis ... Binasco doveva essere bombardata una seconda volta ... omissis ... il Conte Corsi si mise in contatto con il CNL e tornò da Milano la sera tardi chiedendoci una dichiarazione: le forze che erano qui (fascisti, muti e resega) non avrebbero fatto più violenza, e noi su quello che eventualmente sarebbe successo, avremmo preso tutta la responsabilità ... omissis la petizione fu firmata e consegnata al Conte (qui va sottolineato che Oliveri, Gatti e Negri si presero un bel impegno di coraggio e volontà verso i binaschini, dato il momento storico) .... omissis ... purtroppo ci fu lo stesso un secondo bombardamento ..." è probabile che vi furono prima dei bombardamenti degli atti di ostilità da parte delle forze della RSI verso gli alleati, non tanto verso i partigiani (dato che l'unica vicenza di violenza è quella riportata sulla fuicilazione dei -martiri di MerlAte -. Per cui è logico pensare che l'ipotesi di una mitragliata partita dal Castello sia verosimile, come è verosimile che questo atto non avvenne il giorno del bombardamento. Quello che va ricordato, visto che siamo in tempo di ricordi è un solo fatto concreto e assoluto nella sua negatività: la guerra è cieca e strana, ma molte volte chi fa la guerra è stolto e vigliacco.
CordiaLmente

BERTOLDON da CALVIGNASC
13 Gennaio 2014

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Caro Bertoldone, il mio non voleva mancare di rispetto al ricordo della tragedia, ma stigmatizzare certe leggende metropolitane Binaschine che, come confermato ad altri, non hanno mai avuto riscontri storici.
Chiedo scusa se sono stato mal interpretato.
Il Barone Rosso ormai senza triplano
13 Gennaio 2014
Storia vissuta e scritta da Don Domenco Senna
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Pippo non ha nulla a che vedere con il bombardamento di Binasco del 12 gennaio 1945. Bombardò il 21 aprile 1945 e fece quattro vittime. Le bombe caddero allora al Caronero. (per chi non lo sa il Caronero era presso il Ponte di San Giovanni e l'attuale Via Costa) Nessuno ha mai saputo chi fosse Pippo.
Le bombe del 12 gennaio furono caricate sugli aerei americani anche da un binaschino prigioniero degli americani e su queste bombe c'era scritto Binasco. Lui lo raccontò e lui fece il possibile per informare la popolazione di Binasco ma essendo prigioniero non ci riuscì. Sua moglie morì nel bombardamento. Conosco bene il nome di questo binaschino, ma lo tengo per me.
Aldo Oliveri
13 Gennaio 2014
12 gennaio 1945
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Sono d'accordo con JR. Questa storia del bombardamento "agevolato" dall'ubriaco... Mah. L'unica certezza che abbiamo, è che eravamo alla fine della guerra e l'obiettivo principale dei bombardamenti era quello di ostacolare la ritirata dei nazifascisti. Distruggere ponti e arterie ferroviarie era fondamentale. I bombardieri probabilmente avevano l'obiettivo di colpire i ponti del ticinello e del naviglio. Infatti fu colpita via Cavour, il caronero e la cooperativa. Posti in prossimità di questi ponti. Certo la mira non fu un gran che, però la motivazione sembra reggere più della rappresaglia contro l'ubriaco che sparava al Pippo.
La carognata che forse non avrà mai spiegazione, fu il mitragliamento declla corriera a Badile. Erano caccia che fecero passaggi a volo radente e spararono su gente in fuga. Anche un orbo avrebbe visto che non erano militari. Purtroppo questa è la guerra.
Nonno
13 Gennaio 2014
12 gennaio 1945
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Cercate con google BOMBARDAMENTO BINASCO, trovate la pagina
http://www.binasco2000.com/articoli/donsenna.html , Don Domenico racconta tante cose, in fondo c'è la vicenda del bombardamento che riporto qui

......
Siamo al 12 gennaio 1945: il bombardamento. Eravamo alla vigilia di una grande festa, perché‚ iniziava la celebrazione del centenario della nascita della Beata Veronica, cittadina di Binasco, vissuta qui. Ma la festa è stata insanguinata dalle vittime del bombardamento. Furono lanciate otto bombe: sul ponte, sulla Cooperativa, in Via Matteotti presso il Cinema Italia, e in via Cavour.

Non c'era a casa nessuno, non c'era il Podestà ( che allora era il Goi), la gente era tutta al lavoro, ero solo con davanti un'infinità di problemi, io stesso ero salvo per miracolo perché‚ mentre uscivo dalla chiesa con i ragazzi che correvano per vedere, un vetro caduto m'ha tagliato il soprabito a filo d'orecchio. La mia casa e quella delle suore, quelle di Regina Pacis (qui bisogna riconoscere che le suore hanno fatto molto) si erano trasformate in una specie di pronto soccorso: i feriti erano molti, i morti sono stati più di venti.

In quel momento ho sentito il cuore di Binasco che batteva all'unisono, perché‚ quando la domenica mattina (la tragedia era accaduta il venerdì verso le quindici) io ho chiesto alla popolazione di Binasco dal pulpito quello che occorreva, nello spazio di poche ore ho avuto tutto, tanto è vero che alla messa grande ho detto "fermatevi, che adesso gli aiuti sono sufficienti" E' stato il momento in cui l'unione è stata perfetta: non parlavamo, bastava guardarci negli occhi per comprendere tutto il nostro stato d'animo, per comprendere come in quel momento non valeva nessuna idea, solo la dignità umana, era l'uomo (come dice oggi il Papa) che si doveva salvare. Pensate cosa è successo quella sera a Binasco quando sono tornate le prime corriere e molti non hanno trovato più la casa, la moglie, i figli. Molti sono rimasti in Chiesa tutta la notte. Il Vescovo Mons. Allorio, avvertito, si precipitò a Binasco e non si mosse più.

Ci siamo divisi i compiti con grande celerità, portando ovunque aiuto, conforto e incoraggiamento. Binasco doveva essere bombardato una seconda volta; era già stato fissato il giorno e l'ora. Allora a Binasco c'era il Conte Corsi del partito d'azione che faceva capo al C.L.N. di Milano, e aveva ricevuto questa informazione: si sarebbe ritornato a bombardare Binasco. Il Conte Corsi mi pregò di avvisare subito la popolazione che si cercasse una sistemazione un po' dappertutto, ma che abbandonasse il paese, perché‚ ci sarebbe stato un nuovo bombardamento.Naturalmente gli abbiamo chiesto spiegazioni; il Conte si mise in contatto con il C.L.N. e tornò da Milano alla sera tardi chiedendoci una dichiarazione: le forze che erano qui (fascisti, Resega, Muti) non avrebbero fatto più violenza, e noi su quello che eventualmente sarebbe successo, avremmo preso tutta la responsabilità.

Io non volevo esporre uomini che avevano famiglia a un impegno così grave, però ho firmato la dichiarazione e con me, in un atto di generosità, hanno firmato anche Oliveri, Gatti, Negri. Con questa dichiarazione possiamo dire di aver salvato Binasco da un secondo bombardamento. Il Conte Corsi aveva i suoi uffici a Milano in Corso Venezia e io sono andato là personalmente a consegnare questa dichiarazione in cui ci ritenevamo responsabili di tutto, perché‚ Binasco fosse risparmiato.

Purtroppo un secondo bombardamento c'è stato la sera del 21 aprile, e non sapemmo spiegarci perché‚ sia avvenuto. Era una domenica, le vittime trovate tra le maceria al Caronero furono quattro. Mentre si tornava dal funerale delle vittime, la sera del 24 aprile, abbiamo cominciato a ricevere le prime notizie da Milano riguardanti la Liberazione.
.......




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