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29 Luglio 2019
83 secondo componimento
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Secondo componimento

Non fosse amato il vino in Cielo,
non ci sarebbe la Stella del vino lassù;
non fosse amato il vino in Terra,
non avremmo la Sorgente del vino quaggiù.
Tanto amano il vino il Cielo e la Terra,
che nell'amarlo non si reca offesa al Cielo.
Già sentii che il vino chiaro si paragona al saggio,
inoltre si dice che come il virtuoso è quello torbido.
Saggi e virtuosi già tanto vino hanno bevuto,
quale bisogno avremmo noi di ricercare l'immortalità?
Tre coppe e alla Grande Via mi congiungo,
una brocca e mi unisco alla Natura.
Soltanto del piacere d'esser brillo ho desiderio,
che mai ai sobri ciò sia raccontato.




LI BAI
24 Luglio 2019
Immagine fiabesca
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Il dubbio non intristisce, il dubbio ammonisce perché è felicità nell'incertezza.
Vivere senza malinconia, vivere senza più gelosie, vivere portando con te la tua gioventù (SEMPRE), perché la vita è bella la puoi vivere sempre più
Il Merlo
24 Luglio 2019
Immagine fiabesca
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Chi nel dubbio intristisce nel dubbio perisce
Il Gufo
24 Luglio 2019
24 LUGLIO 2019
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malinconia del passato,gioa.del presente,pentimento del futuro..questa e la vita....lucio
lucio ferrari
24 Luglio 2019
Immagine fiabesca
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Le certezze sono il limite dell'Uomo: oltre la siepe deve esistere il dubbio.
Il Merlo
23 Luglio 2019
Immagine fiabesca
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no
no
si
si
no
si

forse
forse
forse

no

El Tapo
23 Luglio 2019
Immagine fiabesca
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E' vero che sulla luna ci sono andati per finta?
E' vero che la terra è piatta?
E' vero che c'è la fame nel mondo?
E' vero che la ricchezza dell'uomo ha distrutto molte specie animali?
E' vero che quando moriamo c'è solo il buio?
E' vero che il vero nome di Ulisse è Odisseo?

E' vero che ........
E' vero che ........
E' vero che ........

E' vero che l'unica cosa certa è l'INFINITO?

L'estate è lunga, il caldo avanza .... ognuno cerca con mano stanca di fermar la sua ombra .. che sfugge e manca __----
El Topo
23 Luglio 2019
Primi Astronauti
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I primi astronauti sulla Luna,
due anni e due mesi prima di Armstrong,
due anni e due mesi prima di Aldrin,
furono una colonia di batteri,
un gruppo del tipo streptococcus mitis,
giunti con il Surveyor 3
il 20 aprile del ’67,
poche ore prima che ad Atene si avviassero
i cingolati dei colonnelli.

Rimasero due anni e mezzo sulla luna
rannicchiati nella videocamera dello scafo,
là dove li aveva scagliati forse
lo starnuto di un tecnico o di un meccanico
raffreddato della NASA,
quando il lancio era ancora in cantiere.

Quando l’Apollo 12 ricondusse
di nuovo il congegno sulla Terra,
alla fine di novembre del ’69,
alcuni streptococchi erano ancora vivi.
Per novecento e rotti giorni
erano sopravvissuti alla temperatura
prossima allo zero assoluto, senza
caschi di protezione o altri mezzi,
tute per difenderli dai raggi,
o un corpo caldo per nutrirsi.
Per novecento e rotti giorni
avevano resistito nel deserto.
Profughi di questo pianeta, divennero
i suoi primi coloni in cielo.

La loro conquista passò sotto silenzio,
non fu notizia da prima pagina,
non provocò scalpore alcuno.
Erano i giorni del massacro di My Lai,
le vittime in Vietnam si moltiplicavano,
Panagulis era nel carcere di Boghiati,
le notizie grondavano di sangue e stragi,
quanta simpatia poteva avanzare
per il nostos di pochi batteri comuni,
per l’odissea di questi microbi,
davvero, chi aveva motivo di occuparsene?

Così la vicenda fu archiviata.
Gli esperti parlarono di un “rebus”,
alcuni dubitarono che fosse avvenuto così,
non fu rispettata la quarantena
quando ricuperarono la videocamera del Surveyor,
accadde sicuramente così, senz’altro
gli streptococchi entrarono lì dopo.

Meglio così, forse. Non era giusto
che un evento casuale distogliesse
dalle abbaglianti luci della ribalta
le imprese nostre, degli uomini.
È inglorioso, ingiusto accettare
che semplicemente così, senza fatica
né desiderio, alcuni batteri,
creature tanto insignificanti, fossero diventati,
due anni e due mesi prima di Armstrong,
due anni e due mesi prima di Aldrin,
i primi astronauti sulla Luna,
i primi coloni della Terra sull’Altrove.

2019
Kostas Koutsourelis
19 Luglio 2019
L´Ignorante
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Più invecchio e più io cresco in ignoranza,
meno possiedo e regno più ho vissuto.
Quello che ho è uno spazio volta a volta
innevato o lucente, mai abitato. E il donatore
dov’è, la guida od il guardiano? Io rimango
nella mia stanza, e taccio (entra il silenzio
come un servo che venga a riordinare),
e attendo che a una a una le menzogne
scompaiano: cosa resta? Cosa rimane a questo moribondo
che gli impedisce ancora di morire? Quale forza
lo fa ancora parlare tra i suoi muri?
Potrei saperlo, io, l’ignaro e l’inquieto? Ma la sento
parlare veramente, e ciò che dice
penetra con il giorno, anche se è vago:

“Come il fuoco, l’amore splende solo
sulla mancanza, e sopra la beltà dei boschi in cenere…”

Philippe Jaccottet
16 Luglio 2019
Ciò che ti offro
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Nulla di ciò che t’offro
è irraggiungibile:
cieli e solchi d’uccelli, carezze come nubi
– il tuo cuore che batte inimitabile –
Tutto questo è possibile
senza bisogno di fantasticare.

Altro non siamo che argentate tracce
lasciate dalle chiocciole nei luoghi
visitati nei sogni.
E mai nessuno chiederà in che giorno
o in che mese viviamo.

Un lampo che s’incunea dentro il tempo
è quanto ci rimane da salvare.
L’illusione di stare l’un con l’altro.

Nulla di ciò che t’offro
può sembrare impossibile:
pensieri in volo simili ad uccelli,
un ponte teso fra i nostri due mondi.
Francisco Véjar
16 Luglio 2019
Luglio
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Un'Estate fa,
la storia di noi due,
come nelle favole.
Poi tu,
non cantavi più,
io lavoravo ancora più forte
e
la nostra estate
finiva li,
dentro un temporale
in storie per bambini.
La Formica
4 Luglio 2019
Scrivimi
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Scrivimi
Quando il vento avrà spogliato gli alberi
Gli altri sono andati al cinema
Ma tu vuoi restare sola
Poca voglia di parlare allora
Scrivimi
Servirà a sentirti meno fragile
Quando nella gente troverai
Solamente indifferenza
Tu non ti dimenticare mai di me
E se non avrai da dire niente di particolare
Non ti devi preoccupare
Io saprò capire
A me basta di sapere
Che mi pensi anche un minuto
Perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto
Ci vuole poco
Per sentirsi più vicini
Scrivimi
Quando il cielo sembrerà più limpido
Le giornate ormai si allungano
Ma tu non aspettar la sera
Se hai voglia di cantare
Scrivimi
Anche quando penserai che ti sei innamorata
Se non sai come dire
Se non trovi le parole
Non ti devi preoccupare
Io saprò capire
A me basta di sapere
Che mi pensi anche un minuto
Perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto
Ci vuole poco
Per sentirsi più vicini
Scrivimi
Anche quando penserai
Che ti sei innamorata
Tu scrivimi
Nino
1 Luglio 2019
Luglio
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col bene che voglio, purtroppo finirai hai...hai...hai..
arriverà poi agosto e la vacanza finirà ha..ha...ha...ha!
settembre poi verrà e tutto passerà … a scuola, al lavoro o sotto il Castello
la vita ritornerà ..... Ah!..Ah...Ah!....
Ciao e, ... buone vacanze
La Cicala
28 Giugno 2019
La luce, mutata
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Non ci vediamo più nella stessa luce,
Non abbiamo più gli stessi occhi, le stesse mani.
L’albero è più vicino, e la voce delle fonti più viva,
I nostri passi sono più profondi, fra i morti.

Dio che non sei, posa la mano sulla nostra spalla,
Sgrossa il nostro corpo col peso del tuo ritorno,
Mescola compiutamente alle nostre anime gli astri,
Le selve, i gridi degli uccelli, le ombre e i giorni.

Rinuncia a te stesso in noi come un frutto si sfrange,
Cancellaci in te. Disvelaci
Il senso misterioso di ciò che è solo semplice
E sarebbe caduto senza fuoco in parole senza amore.




Yves BONNEFOY
27 Giugno 2019
Amleto a Roma
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Portano le loro teste mozze nei sacchetti del supermercato.
E io stringo i pugni. Ho le tasche piene di pietre.
Figlio mio, Andrjusa, mi vergogno a trovarmi di fronte a te.Dovunque mietono vite.
La tua vita nella mia anima. La mia anima si rannuvola.
Signore,
conta qualcosa il fuoco della mia vita? O Signore, medico nella mia infermità.

Dimitris Kosmòpulos

Con la mia pena, pane secco, si è instillata dentro di me la rugiada di Dio.
Un peso leggerissimo mi consolida il cuore. Mi inchino alla Gloria
di Dio. Avverto la mia santa morte. Acqua, pioggia, fiumi, neve –
vento dalle foreste della patria marcisce dentro di me. Chiarore stellare
sul soffitto. E la notte, la morte cacciatrice, mi perde.

Il sole, se è italiano, è pallido con il cuore di ferro,
ma c'è anche il Sole di mezzanotte, acqua allegra e fontana di rosa.
Signore, sovrano della mia vita, ho ricevuto il tuo nome come abito e mantello. Che debito
dovrò saldare, orfano nei quadrivi, vapore, incenso che arde.
Ho avuto nostalgia di un regno, mozzicone di candela, e la tua aura mia uniforme.









Dimitris Kosmòpulos
26 Giugno 2019
Rinvio calcolato
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Bella esce dal porto la nave. Il fumo rosa
nella polvere d'oro della sera. Dunque,
per quante volte ti abbiano rifiutato o tu abbia rifiutato,
una casa bianca sul colle chiede il tuo sguardo,
un bambino si bagna i piedi in mare sorridendo,
un uccello di notte canta anche per te.
Dunque, rinviamo di nuovo; incoroniamo
sul vetro incrinato questa piccola farfalla.

- Ghiannis RITSOS
Guido Cavalcanti
23 Giugno 2019
I Tempi nuovi
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Quel che chiamate spirito dei tempi
é in sostanza lo spirito degli uomini
nei quali i tempi si rispecchiano.
E questo è spesso così meschino!

da W. Goethe (Faust) a A. Robecchi
Auroritratto
14 Giugno 2019
Vedi, pensieri e sogni
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Vedi, pensieri e sogni in un intrico
di fili ci ravvolgono, in una rete mimetica,
e né Dio né i caccia in ricognizione
potranno mai sapere
ciò che vogliamo realmente
e dove il nostro passo è diretto.

Solo la voce che interrogando guizza
si alza ancora sulle cose e resta in aria sospesa,
anche se le granate l’hanno ormai ridotta
come una lacera bandiera,
come una nuvola squarciata.

Vedi, anche noi compiamo rovesciandolo
il cammino dei fiori:
da un calice iniziare tripudiante di luce,
scender giù con lo stelo sempre più cupo,
arrivare nella chiusa terra e attendere un poco,
e finire, radice, nel grembo, nell’oscuro.

- Yehuda AMICHAI

Lapo Giani
14 Giugno 2019
La bellezza creata dalla pena
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Perché negli occhi giovani ci son fiumi di lacrime?
Perché nei cuori giovani tempeste di sospiri
quando amori più o meno veri muoiono,
pene e timori immaginari incombono?

Si chiede ciò chi ha visto soltanto primavere –
l'aspra voce del tempo agli altri ha già risposto!
Con gli anni aumenta l'infelicità,
che genera egoismo ed avvizzisce

la giovanile tenerezza – in guerra
nell'aspra morsa della Morte gli occhi
del soldato son ciechi all'altrui pena.

E così il disperato al male umano.
Lo spirito ferito trae dal male conforto.
È un cuore torturato che genera il tiranno.

- Patrick Branwell Brontë
Cielo D'Alcamo
13 Giugno 2019
Auguri
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Il pittore Ayax Mazyrka, detto anche il "Rembrandt della Prozegovina", una delle personalità più significative della storia dell'Arte, non è mai esistito. Le sue opere sono dei falsi e la storia della sua vita è un'invenzione. Che questo sia chiaro fin d'ora. perché è sia il punto di partenza che è il movente di queste mie note. E' soltanto perché a dispetto di ogni incredulità è di importanza fondamentale quel che dico - non certo perché mi sono messo in testa di smascherare i mali esistenti o, addirittura, di correggerli - Nulla è più lontano da me del voler suscitare scalpore . Non sono certo il tipo del Michael Kohlhass, né quello del principe Amleto; sono e resto uno che si accontenta facilmente di ciò che vede e non va ad indagare oltre.
I capolavori di Mazyrka non sono affatto gli unici quadri falsi esposti in Gallerie europee e americane, queste traboccano di falsi: uno qui, uno là, sistemati con mano abile - ma nessuno ne parla perché non rientra nell'ambito della cosiddetta vita di tutti i giorni - E certamente in questi ultimi anni ci sono state altre cose che hanno assorbito in misura crescente l'interesse del pubblico e che - chi mai potrebbe negarlo? - per l'immediato futuro dell'umanità son ben più significative di qualche quadro
falso. --------
"Il pesce puzza sempre dalla testa"




Don Camillo
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